Il quinto coro angelico è quello delle Virtù. Il loro nome (dal latino Virtus) significa coraggio virile e inflessibile, qualità propria dell’uomo, poi, per estensione, bravura, coraggio fisico. Le manifestazioni bibliche di Dio sono sempre spettacolari ; basta rileggere il capitolo 19 del Libro dell’Esodo, quando Yahvè si appresta a dare le Tavole della Legge a Mosè. Tuoni, rovesci di pioggia, muggire di tempesta, folgori, lampi squarcianti le nubi e, per finire, terremoto nei dintorni del monte Sinai.
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A qualche giorno dall’ultima Pasqua che passerà in questo mondo, Gesù predica nel Tempio a Gerusalemme. Ai suoi discepoli e alla folla venuta ad ascoltarlo mostra i segni degli ultimi tempi: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le virtù dei cieli saranno squarciate” (Mt 24,29-30). Il venerdì seguente, alle 3 del pomeriggio, Cristo spirava sulla croce: “Ecco che il velo del Santuario si squarciò in due, da cima a fondo; la terra tremò, le rocce si spezzarono” (Mt 27,51).
Sull’isola di Patmos, Giovanni, ai suoi fratelli spaventati dallo scatenamento delle persecuzioni, scopre i segreti dell’Agnello: “Allora, si fece un violento terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine, e la luna divenne tutta simile a sangue, e gli astri del cielo si abbatterono sulla terra, come i fichi abortiti che proietta un fico piegato dalla tempesta, e il cielo sparì come un libro che si arrotola [Quello che si chiama libro (liber) all’epoca, è un rotolo che si svolge e si arrotola di volta in volta alla sua lettura e che si pone in scatole speciali in tiretti appropriati], e i monti e le isole furono smossi dal loro posto” (Ap 6,12-14).
Tutte queste manifestazioni naturali e cosmiche disseminate nei testi dell’Antico e del Nuovo Testamento hanno i loro maestri d’opera titolati, le Virtù. La nostra epoca, anche negli ambienti credenti, stenta ad accettare l’idea che ci siano degli angeli dietro questi fenomeni di cui noi possediamo la spiegazione scientifica. Di fatto, al di là dell’aspetto straordinario di questi fenomeni, e di questa costruzione molto poetica, il ruolo delle Virtù è essenzialmente quello di regolatori, di sorveglianti. Il loro compito è di vigilare al buon funzionamento dell’universo e delle sue forze, secondo quello che Dio ha voluto creandoli. Il loro intervento reale in questo meccanismo resta eccezionale, perché le Virtù sono dapprima angeli dei miracoli. Questi miracoli devono essere alla loro portata e non modificare le leggi naturali in vigore, prodigio riservato a Dio solo. Un angelo, una Virtù, a meno che Dio gli presti la sua forza, non potrà realizzare un atto impossibile alla natura, una resurrezione per esempio. Per contro, le Virtù, comandando ai venti, possono calmare una tempesta, mettere fine a una siccità facendo cadere la pioggia.
Le Virtù sono talvolta invocate per ottenere il coraggio e la forza. Presiedono alle conversioni e sostengono i peccatori penitenti che cercano di correggersi dei loro difetti.
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San Pietro menziona “Angeli, Potestà e Virtù” riferendosi agli angeli buoni. San Paolo parla di “Principati, e Potestà, Virtù e Dominazioni,” nel senso di spiriti buoni. Tuttavia, una volta, lo stesso apostolo menziona le Virtù nel senso di poteri spirituali ostili a Cristo, cioè, angeli caduti: “Quando egli [Cristo] avrà ridotto al nulla ogni principato, e ogni potestà e potenza”.
Secondo Dionigi, “il nome di sante Virtù indica un certo potente e forte coraggio che scaturisce da tutte le loro energie simili a Dio… che cresce in pienezza di potere verso un’assimilazione con Dio, senza allontanarsi mai dalla vita divina per mezzo della loro propria fragilità, ma ascendendo alla Eccelsa Potenza che è la fonte di ogni virtù… e sistemandosi provvidenzialmente davanti a coloro che si trovano sotto, ricoprendoli abbondantemente di virtù”.
Il Dottore serafico – San Bonaventura (1221-1274) – attribuisce alle Virtù la forza di esecuzione degli ordini divini. Ma laddove lo Pseudo-Dionigi e la maggior parte degli autori parlano di Virtù, Mechthild Thaller evoca i Principati. Ella si allontana – seguendo in questo Ruysbroeck – dalla classificazione tradizionale, il che è suo diritto. Delle Virtù, che pone immediatamente al di sopra degli Angeli e degli Arcangeli, ha la seguente visione: “Gli angeli del terzo coro, le Virtù, hanno un abito di colore bluastro, con una cintura d’oro. Un largo cerchio d’oro cinge la loro testa, una stella brillante risplende al di sopra della loro fronte. Come indica il loro nome, questi angeli personificano la virtù (che è una forza)”.