Donne con grande visibilità mediatica che difendono la naturalezza del gesto più intimo tra madre e figlio, il nutrimento. E intanto gli USA boicottano l’allattamento al seno
Il seno dello scandalo
In topless sì, ma allattare in pubblico no? – disse nel 2016 Candice Swanepoel, modella di Victoria’s Secret, in risposta agli attacchi ricevuti per aver pubblicato una foto in bianco e nero in cui allattava il suo piccolo.
Lo scatto in questione non era autocelebrativo, ma raccontava la vergogna provata dalla modella nel trovarsi oggetto di sguardi inflessibili mentre offriva il seno al suo bambino in un luogo pubblico. Le parole con cui lei stessa commentò l’accaduto sono chiare:
“Il mondo è ormai insensibile alla violenza in tv e alla sessualizzazione del seno – prosegue l’angelo di Victoria’s Secret – perché dovrebbe essere diverso quando di parla di allattamento al seno? Non c’è nulla di sessuale nell’allattamento, è la natura. Quelli che pensano che ci sia qualcosa di sbagliato nell’allattare il proprio figlio in pubblico dovrebbero essere educati a capire i benefici che l’allattamento al seno ha per la madre e per il bambino” (da Adnkronos)
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Capitò lo stesso a Bianca Balti, criticata per aver allattato in spiaggia la sua Mia; e si trova ora alla ribalta delle polemiche Chrissy Teiegen, super modella e moglie di John Legend, da cui ha avuto due figli.
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Ha condiviso coi suoi 18 milioni di followers su Instagram un momento domestico: mentre allattava il piccolo Miles, la sorellina Luna ha chiesto alla mamma di allattare anche la sua bambola e così Chrissy ha ironicamente commentato lo scatto dicendosi vicina a chi deve nutrire due gemelli.
Le sono piovute addosso accuse di narcisismo e sprezzanti parole sul fatto che non è necessario vedere tutto il privato di una famiglia. Chrissy, senza scomporsi, ha fatto spallucce e replicato: “E a me non interessano selfie da Coachella e piscine a sfioro” (da Repubblica)
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Diverso, ma altrettanto significativo è stato il caso di un’altra modella, Adaora Akubilo. Lo scorso marzo Adaora ha portato suo figlio di 20 mesi sul set fotografico in cui lavorava e, nel momento in cui il bimbo lo ha richiesto, si è presa una pausa per tutto il tempo in cui è durato l’allattamento. Il fotografo ha visto la scena e si è lasciato stupire da quel tenero abbraccio materno; ha deciso di cogliere al volo l’occasione e usare gli scatti improvvisati dell’allattamento per la campagna pubblicitaria a cui stavano tutti lavorando.
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Moralità a corrente alternata
Ci sono tante implicazioni diverse su un tema così importante. La più superficiale di tutte è senz’altro orientata verso il paradosso attuale, notato la modella di Victoria’s Secret: davvero può essere considerata scandalosa la vista di una mamma che offre il seno a suo figlio, mentre quotidianamente ci sorbiamo sui giornali e in TV (anche in fascia protetta) modelli di esposizione del corpo così disinibiti da rasentare la pornografia?
Ne consegue una domanda più puntuale: perché chi guarda senza battere ciglio video musicali o pubblicità, in cui il corpo femminile è molto più che esposto, deve poi mettersi a fare il bacchettone su seni solo parzialmente esposti e nel pieno svolgimento delle loro funzioni? Un moralismo a corrente alternata e orientato a rovescio?
Forse la maternità – nella sua manifestazione carnale – suscita qualche irritazione negli occhi di vorrebbe godersi il corpo della donna come oggetto di piacere, perché ricorda loro lo scopo bellissimo e supremo delle forme femminili e orienta la sessualità verso un orizzonte di vita.
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Pudore
Una riflessione a parte merita il tema del pudore, che è una virtù assente nel nostro tempo. C’è una tentazione pervasiva che arriva a condizionarci ogni giorno: siamo perennemente incentivati a condividere la nostra vita privata sui social networks; soddisfa un latente bisogno di approvazione o addirittura di vanità. Non me ne scandalizzo, perché in fondo in fondo si cela nel cuore di tutti l’urgenza di sapere che ogni nostro frammento di vita non sia un vuoto a perdere … e si finisce per esprimerla anche in modo sghembo.
Tenere intimo il momento dell’allattamento è una scelta di valore, a mio avviso. Madre e figlio hanno bisogno di uno spazio di solitudine in cui quel legame profondissimo nato nel ventre si protragga e non venga dato in pasto a occhi esterni. Non deve essere una costrizione, ma in molti casi è una scelta.
Mi ha dato tantissima forza, confidenza, pazienza prendermi il tempo – con tutti e tre i miei figli – di stare in disparte a vivere il tempo dell’allattamento con tutto il suo orologio assurdo; ore infinite, silenzi e ninna nanne.
Ma ripeto, l’isolamento della mamma e del figlio non deve essere una costrizione. Perciò è apprezzabile che mamme famose usino la loro visibilità per mandare un duplice messaggio positivo: l’allattamento al seno è un gesto naturale, di accudimento fondamentale, e deve essere permesso alla madre di potercisi dedicare nei tempi e nei modi che il neonato richiede, anche fuori dalle mura domestiche.
Mamma, fuori di qui!
Un ultimo aspetto merita una considerazione: in tanti modi si cerca oggi di svicolare la procreazione dal suo naturale alveo, un padre e una madre. Si può ridurre la nascita a un atto meccanico da laboratorio, usando uteri, ovuli e sperma. Anche il nutrimento del neonato può diventare qualcosa che si incentiva a staccare dalla presenza della madre: non sto condannando l’uso del latte artificiale, ma puntando il dito contro chi insinua che il biberon sarà l’unico futuro possibile dei neonati – con l’applauso delle grandi multinazionali.
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Una notizia allarmante arriva a tal proposito dall’America:
Gli Stati Uniti avrebbero provato a boicottare la risoluzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che incoraggia l‘allattamento al seno e limita il latte artificiale. (da Sanità Informazione)
Un dato biologico che si riteneva assolutamente scontato – i vantaggi immunologici, psicofisici, nutrizionali del latte materno – viene ora messo in discussione.
Ben venga perciò l’immagine forte di donne che portano al centro della politica il loro essere mamme. Forse il Parlamento non è il luogo più adatto per far trascorrere a un neonato la sua giornata, ma ogni madre ha una capacità discrezionale
Perciò va dato atto a persone come Larissa Waters, senatrice australiana dei Greens, di aver mandato un messaggio coraggioso: nel maggio 2017 è stata immortalata mentre allatava la sua piccola di 11 mesi discutendo una mozione sui minatori tra i banchi del Parlamento. In precedenza, nel 2015, altre due colleghe erano state invitate a lasciare l’aula o a servirsi del tiralatte.
Certo, un neonato ha bisogno dei suoi spazi e di un tempo esclusivo, però – di questi tempi – servono anche azioni dirompenti come questa per ricordarci che madre e figlio sono il centro del discorso politico e non possono essere accompagnati all’uscita.
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