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Cesare Bocci a “Ballando con le stelle” in un valzer a sorpresa con la compagna disabile (VIDEO)

CESARE BOCCI
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Paola Belletti - Aleteia - pubblicato il 23/05/18
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Ma questa coppia danza insieme da 25 anni 16 dei quali dopo un ictus che colpisce la donna a causa di un’embolia post parto. Daniela resterà in coma per 20 giorni e dopo la terapia intensiva dovrà affrontare il lungo e arduo percorso di rinascita. Una bella storia di resistenza e resilienza. Di quando la vita non cede di un passo«Non è stato eroico restare, sarebbe stato stupido andarsene». Dice così Cesare Bocci, il co-protagonista de Il commissario Montalbano, Mimì in una lunga intervista in studio a TV2000. Era il 19 aprile del 2016 e la trasmissione una delle più seguite della rete: Bel tempo si spera. Siamo alle battute finali di una intensa conversazione che racconta tre vite, anzi di più, intrecciate insieme dall’amore, dal dolore, dalla malattia affrontata che a tratti vince e poi si lascia vincere. E restituisce a queste vite più fatica ma anche più forza, meno superficialità e più leggerezza; toglie l’ovvio e riporta agli occhi la meraviglia.

L‘evento recente, recentissimo, che personalmente mi ha fatto conoscere una storia che ignoravo, è una puntata dello show serale di Rai1 record di ascolti (e spesso non di buon gusto, diciamolo. E di troppo rapida genuflessione davanti al trono del politicamente corretto) Ballando con le stelleNon lo seguo mai in tv ma sui social il video della puntata del 19 maggio scorso è rimbalzato sui profili di molti contatti. Certo, chi ha voluto mettere in scena l’incontro a sorpresa di Cesare con la compagna Daniela aveva ben chiaro che l’impatto di questa storia avrebbe portato pubblico, share e poi visualizzazioni e condivisioni. Probabilmente anche i due protagonisti. Eppure la bellezza della loro storia, sebbene caricata su mezzi mercenari (anche noi facciamo il taxi!), arriva lo stesso a destinazione. Perché dietro gli schermi fissi o mobili ci sono persone e dentro le persone, anime. E queste sono scosse, toccate dall’amore che resta, dalla bellezza residua e pura, dalla fedeltà. Da quelle cose che con tanto zelo l’aria del tempo cerca di spazzare via. Un uomo e una donna in un amore esclusivo, che affrontano le prove più dure restando uniti. Diventandolo ancora di più, a dire la verità.


LAURA JOHNNY GRANT
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I fatti sono questi: Cesare conosce Daniela una sera di settembre del 1993 grazie ad un amico. Il copione tra i più classici, lui esce da una storia che lo lascia incapace di amare (credeva), accetta di andare a questa festa e nel percorso vanno a prendere questa ragazza. E di lei lo innamora il pudore dello sguardo dietro una montagna di ricci scuri. Si amano e vanno a vivere insieme; dopo otto anni decidono di avere un figlio e quel figlio arriva subito. Sarà una gravidanza bellissima senza particolari malesseri. Nasce Mia, tutto ok. Una settimana dopo la nascita della figlia, vivono finalmente la prima domenica da genitori da soli.

Dany si era messa sul letto ad allattare Mia e io stavo leggendo sul divano uno dei primi libri di Montalbano. Avevamo già girato uno due episodi. (da Bel tempo si spera)

Lei lo chiama per un fastidio alla testa, è tranquilla. Poco dopo un urlo per il dolore divenuto acutissimo, lui torna nella stanza e la compagna è già incosciente. C’è tutto quello che sentiamo raccontare da amici, conoscenti, da familiari colpiti dalla malattia improvvisa di qualcuno loro vicino. Il momento critico, il rapporto con i medici, lo shock, la comprensione progressiva, le delusioni, le lungaggini burocratiche, le asprezze di un sistema non sempre umano, i sensi di colpa, la rabbia, i dubbi.

A casa Bocci i soccorsi giungono in tempi rapidissimi, gli operatori saranno premurosi professionali e gentili. I medici invece non prendono sul serio le circostanze e i sintomi riferiti da Cesare, credono che lei sia nervosa per una lite intercorsa tra i due. Non intervengono tempestivamente come avrebbero dovuto e potuto fare. Passa un’ora e mezza e l’ictus che ha colpito Daniela non viene diagnosticato e trattato come occorreva fosse. L’uomo convive con un senso di colpa che però non è più tormento. Lo conosciamo in tanti e suona più o meno così: “avrei dovuto essere più incisivo, ero io a doverla difendere, avrei dovuto sapere”.  Da quella domenica sono passati 16 anni e tanti momenti di scoramento, dolore, fatica, pianti, ricoveri, riabilitazioni, incontri. Compreso quello con la bimba che Daniela ha dovuto far nascere di nuovo e che ha dovuto riconquistare. Mia non la voleva, voleva solo il papà, le zie o la babysitter. Daniela Spada era una donna energica, intraprendente, curiosa e tenace: faceva cavallo, moto, surf, bici, tutto e amava ballare. Le è toccato imparare a camminare e a parlare daccapo. A fare tutto di nuovo, daccapo.



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In sintesi quest’uomo è rimasto accanto e lei, così dice lui, lo ha sostenuto.  Lo raccontano in un libro scritto a quattro mani e due cuori saldati insieme, si intitola Pesce d’aprile, lo scherzo del destino che ci ha resi più fortiE’ tornata a fare la mamma; a guidare la macchina, ha ripreso il suo lavoro di grafica. Si è pure inventata una scuola di cucina e ha imparato (per la prima o la seconda volta, non so) a sciare. A Ballando con le stelle si vede anche quanto si sia impegnata per imparare il valzer che avrebbe danzato a sorpresa con Cesare. Ma poi lui “rovinerà” tutto prendendola praticamente in braccio.