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Chi è il possibile premier Giuseppe Conte?

GIOVANNI CONTE

Giuseppe Conte, Public Administration Minister, during the presentation of would-be cabinet team ahead of elections on March 4 made by the leader of the Italy's populist Five Star Movement, Luigi Di Maio, on march 01, 2018 in Rome, Italy. (Photo by Silvia Lore/NurPhoto)

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 22/05/18
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Luci e ombre dell’avvocato 5 Stelle che potrebbe ricevere l’incarico di formare un governoDopo circa due mesi e mezzo dalle elezioni politiche che hanno lasciato il Paese senza una maggioranza parlamentare autonoma, i due vincitori “morali” della contesa, la Lega e il Movimento 5 Stelle, hanno dato il via libera (dopo un lungo confronto) ad un programma di governo e hanno indicato a Sergio Mattarella il nome del candidato premier che otterrebbe la fiducia delle due camere da parte delle suddette forze politiche. Il nome è quello del professor Giuseppe Conte, ordinario di diritto privato a Firenze e avvocato in Cassazione a Roma.

Una educazione cattolica

Il professor Conte, 54 anni originario del foggiano, ha studiato alla Sapienza di Roma laureandosi con lode nel 1988 e lavorando poi al fianco del suo maestro all’università Guido Alpa. Durante il periodo universitario Conte ha frequentato Villa Nazareth di cui attualmente fa parte del Comitato che lo gestisce.

Un dettaglio non irrilevante per capire la personalità del premier indicato da M5S e Lega, visto che quel luogo è noto come il tempo del cattolicesimo democratico: negli anni, come docenti o come ospiti, di lì sono passati Sergio Mattarella, Aldo Moro, Romano Prodi, Oscar Luigi Scalfaro, e vi hanno fatto visita Pontefici come Giovanni Paolo II e Francesco, riconoscendone il ruolo formativo. Negli anni in cui Conte era a Villa Nazareth, direttore era un certo Pietro Parolin, futuro segretario di Stato vaticano, e circolavano personaggi chiave del cattolicesimo democratico come Leopoldo Elia, Pietro Scoppola, Paolo Prodi, ma anche Federico Fellini e Vittorio Gassman (HuffPost).

Amici e vicini del paese natio descrivono lui e la sua famiglia come molto riservata e molto religiosa. Conte si è definito un “elettore che ha sempre votato a sinistra”, ma  “Quando M5S nel 2013 mi propose di indicarmi nel Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa – ha raccontato a marzo scorso Conte – fui molto chiaro e dissi: Non vi ho votato e non posso considerarmi un vostro simpatizzante. Mi risposero che era meglio così. in questi anni non ho mai ricevuto una telefonata e così ho avuto modo di apprezzare la buona volontà di questi ragazzi”. Da qui il progressivo avvicinamento al Movimento guidato da Luigi Di Maio.



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Un curriculum non chiaro

Del lungo e prestigioso curriculum del professore e avvocato, consegnato sia alla Camera dei Deputati quando ha fato parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, sia all’associazione dei civilisti italiani, alcuni elementi non tornano. Due al momento non trovano dei riscontri precisi:

Nel suo curriculum disponibile sul sito della Camera, inoltre, Conte scrive di essere stato «designato» a far parte del Social Justice Group istituito presso l’Unione Europea. L’Unione Europea però non ha nessun organo che si chiama in questo modo. Nei primi anni Duemila era invece attivo un collettivo di professori di varie università europee chiamato “Social Justice in European Private Law” e definito con quel nome, che aveva pubblicato un Manifesto nel 2004. Martijn Hesselink, capo dei professori che ha coordinato la stesura del documento, ha detto al Post che Conte «non è stato membro del Social Justice Group che ha scritto, firmato e pubblicato il manifesto».

L’altro aspetto poco chiaro sono i riferimenti alla sua istruzione internazionale. Nella scheda dell’Associazione egli dichiara:

Perfezionamento studi giuridici presso: Yale University (New Haven, USA, 1992),  Duquesne University (Pittsburgh, USA, 1992), International Kultur Institut (Vienna, 1993), Université Sorbonne (Parigi, 2000), Girton College (Cambridge, Regno Unito, 2001), New York University (New York, USA, 2008 e 2009).

Tuttavia questo è metodo poco chiaro di indicare i propri soggiorni all’estero, e fa pensare che abbia voluto più che altro nobilitare il suo curriculum. Ovviamente non ci sono dichiarazioni false, ma non è chiaro cosa abbia fatto in quel periodo e la New York University interrogata sul punto dal New York Times dice che non ci sono riscontri della sua presenza in quegli anni presso di loro.



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Il caso Stamina

Durante la sua carriera come avvocato Conte incrociò la sua attività di difensore alla questione del cosiddetto “trattamento Stamina”. Nel 2013 infatti era il legale della famiglia di Caterina Ceccuti, la madre di Sofia, una bambina con una malattia neurodegenerativa incurabile (leucodistrofia metacromatica), che nella forma infantile porta alla morte a circa cinque anni di distanza dalla comparsa dei primi sintomi. La Famiglia lottò in tribunale perché si permettesse l’applicazione del procedimento alla piccola Sofia. Giuseppe Conte era riuscito a presentare un ricorso al tribunale di Livorno per consentire alla piccola Sofia di continuare a sottoporsi alle cure di Davide Vannoni. Il caso ha portato a processi e al patteggiamento di Davide Vannoni, il principale promotore del trattamento. Tuttavia va precisato che non ci siano evidenze che Conte sia d’accordo con il metodo Stamina:

E anche il ruolo di primo piano svolto da Giuseppe Conte nell’associazione Voa Voa, fondata da Gina Lollobrigida, non è indicativo della sua adesione al metodo Stamina.

Voa Voa, infatti, si occupa di fare delle campagne generiche per l’accesso alle cure compassionevoli da parte di persone affette da malattie rare. E se è stato evidente il suo collegamento con Stamina in passato, non può essere in maniera pregiudizievole essere accostata alle controversie giudiziarie del metodo Vannoni (Giornalettismo).



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Cosa ne consegue?

Probabilmente la principale opposizione che si può fare al professor Conte è quella di non avere alcuna esperienza politica precedente, di non aver mai preso parte ad un organo esecutivo e questo è chiaramente un tema importante visto l’incarico che probabilmente – ma il condizionale è d’obbligo – dovrà svolgere, stretto nella morsa dei due contraenti del patto di governo, Matteo Salvini e Luigi di Maio che probabilmente ricopriranno incarichi di rilievo nel prossimo Governo (si parla di Interni per il primo e Welfare per il secondo) e forse saranno entrambi vice premier, ma soprattutto i veri azionisti dell’esecutivo, che dunque utilizzeranno Conte come parafulmine delle inevitabili tensioni interne e di eventuali problemi durante il mandato. Le esagerazioni sul curriculum sono un vizio italiano (affetto spesso da provincialismo), paese che ha il triste primato di essere uno dei meno scolarizzati e con meno laureati dell’Occidente, ma che al momento non potremmo dire che sono “false” in senso stretto. Non proprio però il modo migliore per presentarsi, da sconosciuto, agli italiani e al resto del mondo.