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Sacerdote “adotta” un bambino con la sindrome di Down

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Padre Omar Sánchez tiene in braccio Ismael

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ACI Digital - pubblicato il 17/05/18
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Abbandonato dalla madre, un’adolescente alcolizzata e schizofrenicaLa foto di un sacerdote cattolico che tiene in braccio un bambino affetto dalla sindrome di Down come se fosse suo figlio ha commosso migliaia di persone nelle reti sociali.

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Fr. Omar Sánchez Portillo via ACI

Padre Omar Sánchez tiene in braccio Ismael

Si tratta di padre Omar Sánchez Portillo, che il giorno in cui ha compiuto 51 anni ha accolto il piccolo Ismael, un bimbo di due mesi Down abbandonato dalla madre, nel centro che gestisce, la Casa dell’Associazione delle Beatitudini, a Lurín (Lima, Perù).

“Gesù, grazie per questo regalo di compleanno! Gesù non smette mai di sorprendermi. Benvenuto, Ismale! Portarti da Cuzco è stata una grande avventura, la prima di molte che vivremo insieme. Cromosoma d’amore, sindrome di Down”, ha scritto il sacerdote sul suo account di Facebook.


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In un’intervista concessa al Gruppo ACI, padre Omar ha raccontato che il piccolo Ismael è stato abbandonato dalla madre, un’adolescente di 17 anni alcolizzata e schizofrenica che vive a Cuzco.

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Fr. Omar Sánchez Portillo via ACI

“È andata in ospedale a partorire. Apparentemente ha avuto una gravidanza difficile, ha partorito e lo ha abbandonato. Il Ministero conosce il nostro lavoro, il profilo dei bambini che accogliamo, e ci ha chiamati. Io stesso ho accettato questa responsabilità”, ha detto il sacerdote.

“È arrivato in un giorno molto speciale, il mio compleanno (il 5 maggio), come un particolare speciale di Dio nella mia vita sacerdotale, come fecondità, come padre spirituale, come essere umano”.

L’Associazione delle Beatitudini, fondata da padre Omar, accoglie e offre assistenza integrale – alimentazione, assistenza sanitaria e sacramenti – a bambini, adolescenti e anziani con disabilità fisiche e psichiatriche abbandonati in strada o nelle discariche o che vivono in estrema povertà.

La Casa dell’Associazione accoglie circa 60 persone all’anno, e attualmente ne ospita 217. Ha un’équipe di circa 80 laici che collaborano a quest’opera di carità.



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“Circa il 98% delle persone che accogliamo ha qualche tipo di disabilità, capacità alternativa o malattia psichiatrica o fisica. Abbiamo bambini con handicap visivi, disabilità multiple (ciechi, sordi, muti), bambini con la sindrome di Down, con ritardo mentale, autismo, adulti e giovani con malattie psichiatriche che vivevano per strada”, ha riferito il sacerdote.

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Fr. Omar Sánchez Portillo via ACI

Ismael, "adottato" da padre Omar

La “Marcia per la Vita” di padre Omar

Padre Omar ha confessato di ammirare molto Santa Teresa di Calcutta, dalla quale ha preso la frase “Chi non vuole i bambini che stanno per nascere li dia a me”. Il sacerdote assicura di realizzare la propria “Marcia per la Vita”, perché la Casa che amministra ha “un impegno con la vita dal concepimento alla fine naturale”.

Quanto alle persone che criticano e accusano la Chiesa di non preoccuparsi dei bambini abbandonati, dice che “ignorano la verità o mentono di proposito”, perché “è evidente il lavoro della Chiesa in tutti gli ambienti”.

Circa il fatto che in alcuni Paesi sia permesso l’aborto quando c’è una malformazione del feto o qualche tipo di disturbo genetico, padre Omar ha risposto che “il mondo sta perdendo una ricchezza straordinaria”.

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Fr. Omar Sánchez Portillo via ACI

Queste persone “sono una ricchezza per il mondo in tutti i sensi del termine. Ad esempio, i bambini con la sindrome di Down, come dico sempre, hanno un cromosoma in più, che è l’amore”.

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Fr. Omar Sánchez Portillo via ACI

Padre Omar con uno dei ragazzi ospiti della struttura che gestisce
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