Da “Piccole Cose” a “Shine”: esce il 23 marzo la nuova avventura musicale della suora di “The Voice”. “In ogni salto che ho fatto il Signore mi ha rassicurato”
Passati i clamori mediatici della sua vittoria al talent di Rai 2 The Voice nel 2014, quando la giovane novizia diventò una star globale con circa 100 milioni di visualizzazioni della sua strepitosa interpretazione di No one di Alicia Keys, suor Cristina ha proseguito con impegno il suo cammino di vita e spirituale presso le suore Orsoline della Sacra Famiglia a Milano.
Nel mezzo, il musical Sister Act e sopratutto il primo album di inediti, in distribuzione dal 23 marzo. 12 brani pop solari e ricchi di positività, di cui alcuni in inglese e portoghese, e un titolo che fa trasparire ottimismo: Felice.
Le rassicurazioni del Signore
Se suor Cristina è arrivata a questa produzione lo deve alla gavetta fatta in questi anni. «Personalmente – dice – sono cresciuta tantissimo grazie a questa esperienza. Il Signore ha scelto tappe importanti per farmi crescere, dai due anni di noviziato passati in Brasile a The Voice. Tutti salti nel vuoto, in cui Lui mi rassicurava e mi stava sempre dinnanzi».
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“Canzoni che dedico a Dio”
Così è maturata l’avventura di “Felice”. «Sono canzoni d’amore che io dedico a Dio – sottolinea suor Cristina – ma qualcuno può dedicarla alla mamma, alla fidanzata, al marito. Desidero arrivare anche a chi Gesù non l’ha ancora incontrato con testi che, in una maniera implicita, contengano comunque il suo messaggio».
Dalle ombre scomparse agli smartphone
Ecco i brani principali: «L’ombra che non ho più parla di chi sono io, di quello che ho scelto, delle ombre scomparse una volta incontrato il vero amore, Cristo. Perché tutto ciò di cui abbiamo bisogno è l’amore, canto in Love to hold me, quindi prendiamo la nostra vita fra le mani e facciamo un cambiamento, dico in Shine».
In Piccole cose, «ho voluto dar voce al sentimento di chi soffre per la perdita di una persona cara mentre Come gli angeli ci parla dell’isolamento dei ragazzi di oggi, chiusi dentro se stessi, tra cuffie e Smartphone».
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Felice e il “milanese imbruttito”
Felice è la canzone che «augura a tutti di essere felici come lei, mentre Come gli angeli è il pezzo anti “milanese imbruttito”. «Sarà che vivo a Milano e sono tutti sempre molto di fretta, non ci si guarda più in faccia. La scena immaginata dalla canzone è quella di un ragazzo con delle cuffie enormi, gli occhi rivolti verso il cellulare, completamente isolato dal mondo esterno. E non si accorge che sta perdendo del tempo prezioso, magari per scambiare due parole con qualcuno. Se parli con qualcuno, a Milano, in metrò, la reazione è di spavento: oddio che cosa avrò fatto di male?».
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Missione “pop”
«Credo – prosegue suo Cristiana – nella missione del pop, un linguaggio per trovare un dialogo coi giovani sui temi profondi. I frutti ci sono: me lo conferma anche l’entusiasmo dei 5000 giovani per cui ho animato la recente veglia di preghiera in attesa di papa Francesco a San Giovanni Rotondo».
https://www.youtube.com/watch?v=NF3sNja7LJ0
E va bene anche che si definisca una suora “trasgressiva”. «Gesù non era ordinario, ed era criticatissimo: il suo obiettivo era andare verso gli ultimi, verso coloro che non avevano ancora incontrato il suo sguardo» (Avvenire, 22 marzo).
Esibizioni gratis
Su Vanity Fair (22 marzo) si toglie un sassolino dalla scarpa: «La gente pensa che, dopo essere andata in Tv, adesso sia ricchissima. Non è così. Io non posso ricavarne nulla, sia chiaro, ho fatto voto di povertà. Ma i soldi potrebbero aiutare a mandare avanti la congregazione. La struttura è molto grande, contiene una scuola materna con 80 bambini e uno studentato con 40 ragazze».
«Mi cercano per tante iniziative – evidenzia suor Cristina – e io vado gratis, soprattutto se si tratta di eventi benefici, come l’ultimo cui ho partecipato per raccogliere fondi sulla sclerosi multipla».