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Obesità in età pediatrica: un problema serio che si può risolvere

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 06/03/18

Il sovrappeso e l'obesità fin dall'età pediatrica sono un problema tipicamente occidentale. Vediamo insieme come prevenirlo, affrontarlo e risolverlo educando i nostri figli ad un comportamento alimentare equilibrato

Obesità: un’unica definizione per un mondo di problemi

Si tratta di una delle grandi emergenze sanitarie dei paesi ad alto sviluppo: ecco come si valuta e cosa c’è da sapere

L’obesità infantile rappresenta oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei paesi ad alto sviluppo e l’Italia detiene, in Europa, uno dei primati negativi di bambini e adolescenti con eccesso di peso. La definizione di obesità e sovrappeso si basa sul calcolo dell’indice di massa corporea o body mass index (BMI), cioè il rapporto tra peso corporeo, espresso in chilogrammi, e il quadrato dell’altezza, espressa in metri. Il BMI viene poi rapportato alla popolazione normale per età e sesso.

Il ruolo del pediatra

È compito del pediatra valutare il bambino, individuare il problema ed eventualmente indicare un approfondimento attraverso l’invio ad un centro specializzato, dove verrà effettuata anche una valutazione del metabolismo. È importante ricordare, infatti, che anche il bambino con semplice sovrappeso può presentare già in età precoce delle complicanze come il fegato grasso (steatosi
epatica), livelli elevati di insulina, trigliceridi, colesterolo, uricemia e pressione arteriosa aumentata, che configurano – se presenti – un quadro complesso noto come sindrome metabolica.

Un approccio personale

Oggi si tende a parlare del ragazzo con obesità piuttosto che dell’obesità infantile in generale in quanto, pur essendoci alla base del sovrappeso/obesità fattori comuni (familiarità,  sedentarietà, errate abitudini alimentari), ogni bambino è diverso dall’altro: abbiamo il mangione (“Ha sempre fame e spizzica”), il selettivo (“Rifiuta alimenti come frutta, verdura, pesce e legumi”), il sedentario (“Solo divano”), il depresso (“Si chiude in camera e mangia di nascosto”). Ogni bambino pertanto necessita di un approccio individualizzato, ludico e motivante. In relazione al quadro clinico (se non complicato) sarà importante proporre al bambino percorsi specifici volti a migliorare l’alimentazione (terapia educazionale per un’alimentazione equilibrata e bilanciata) e stimolare il movimento.




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I consigli pratici per la prevenzione e per la terapia dell’obesità

L’educazione alimentare dell’adolescente, più che alla prescrizione di diete (normo/ipocaloriche) che vengono spesso disattese, deve essere volta a stimolare comportamenti autonomi e corretti. Una strategia è quella di indirizzare verso il consumo di porzioni adeguate per quantità e frequenza di assunzione, relativamente all’età. Altri suggerimenti possono essere i seguenti:


Variare gli alimenti. Non esistono “cibi cattivi” e “cibi buoni” in assoluto e quindi non c’è bisogno di rinunciare ai cibi più graditi. È importante invece controllare l’assunzione degli alimenti più calorici o a maggior contenuto di grassi e zuccheri. Questi, infatti, se consumati assiduamente, aumentano la quota calorica globale giornaliera e alterano l’equilibrio tra i diversi tipi di nutrienti. Invece, diversificando il più possibile la dieta e bilanciando le varie scelte nel tempo si può raggiungere il giusto equilibrio

• Importanza della colazione. Saltare un pasto, in particolare la colazione, può scatenare una fame incontrollata, che spesso
porta a mangiare troppo e in modo sconsiderato ai pasti successivi. Sono consigliati alimenti ricchi in carboidrati come pane,
cereali, biscotti e frutta accompagnati da latte o yogurt per una colazione dolce, o da prosciutto e formaggio per una colazione
salata

Spuntini intelligenti. Gli spuntini servono a combattere i fisiologici cali glicemici che possono verificarsi tra la prima colazione e il pranzo e tra il pranzo e la cena. È importante che per lo spuntino vengano scelti alimenti che, per qualità e quantità, non interferiscano sulle assunzioni dei pasti successivi. Dovrebbero rappresentare circa il 5-8% della quota calorica globale. Ideali gli spuntini a base di carboidrati complessi (es. un pacchetto di cracker) o di fibre (per es. noci o mandorle o frutta), per prolungare il senso di sazietà

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© Bambin Gesù

Frutta e verdura. È bene che siano sempre presenti per assicurare il giusto apporto di vitamine, sali minerali e soprattutto fibra. Inoltre la presenza di verdura ai pasti principali o di frutta negli spuntini contribuisce a tener sotto controllo la quota calorica globale

• Prediligere alimenti a base di carboidrati complessi. La presenza di cereali a pranzo e a cena è fondamentale, perché forniscono energia, sono facilmente digeribili (soprattutto nei casi in cui è prevista l’attività sportiva nel pomeriggio) e hanno un ottimo potere saziante

• Adeguare il comportamento. Semplici modifiche ambientali possono aiutare i ragazzi ad avere un rapporto più sereno con il cibo. Consumare i pasti in famiglia, coinvolgendo anche gli amici, rafforza gli aspetti sociali del mangiare e della condivisione.
Avere impegni regolari come un’attività sportiva o un hobby aiuta gli adolescenti a combattere sedentarietà e noia, alleati principali di sovrappeso e obesità

• In presenza di leggero sovrappeso è sufficiente adottare strategie per diminuire l’apporto calorico attraverso la scelta di alimenti
a minor contenuto di zuccheri e grassi

• In presenza di obesità diventa fondamentale associare uno schema dietetico ipocalorico ad un incremento dell’attività fisica
e del movimento

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©Bambin Gesù

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©Bambin Gesù

Quale sport per quale paziente?

L’attività fisica consiste nell’usare il corpo così com’è disegnato: abbiamo bisogno di muoverci regolarmente quando possibile

L’attività fisica va oltre lo sport e il semplice esercizio, riguarda piuttosto la relazione tra l’essere umano e il suo ambiente. Consiste nell’usare il corpo così come è disegnato: abbiamo bisogno di camminare spesso, qualche volta di correre, e comunque di muoverci regolarmente quando possiamo, al lavoro, a scuola, durante il tempo libero


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L’attività fisica e il benessere

Abbiamo ormai molteplici prove scientifiche del fatto che la pratica regolare di attività fisica nei bambini e negli adolescenti promuove la salute e il benessere. I ragazzi attivi, paragonati ai non attivi, hanno un livello più elevato di rendimento cardiovascolare, una muscolatura più forte, un peso più vicino a quello ideale. Sono quindi più resistenti, meno ansiosi o depressi, e hanno un minore rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, osteoporosi. Naturalmente, in età pediatrica, l’attività fisica riveste anche un ruolo fondamentale nello sviluppo armonico delle capacità motorie e quindi nella crescita della persona. Nel pre-adolescente, la prescrizione dell’attività fisica ottimale rispetta il principio della multilateralità: proporre più attività a limitato carattere addestrativo che mirino a sviluppare in modo quantitativo le capacità coordinative generali.

Si possono ottenere benefici notevoli con un esercizio da moderato a vigoroso per anche soli 60minuti al giorno. Queste attività dovrebbero includere esercizi di tipo aerobico, così come esercizi di rafforzamento muscolare adeguati all’età. Infatti, in età pediatrica, così come negli adulti, la quantità totale di attività fisica è più importante delle sue specifiche componenti (frequenza, intensità o durata) o del mix di tipologie (aerobiche, anaerobiche, muscolo o scheletro specifiche): in poche parole, poco importa come ma è importante muoversi, regolarmente, con metodo.

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