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Scopri le “quattro fasi” degli Esercizi Spirituali

Teenagers praying

Philippe Lissac / Godong

Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 29/01/18

Coincidono con altrettante settimane. Si parte con un esame di se stessi, si termina con la risurrezione di Cristo

Vuoi avvicinarti agli Esercizi Spirituali? Prima di seguire il loro percorso ti consigliamo di leggere quanto durano e che cosa, praticamente, si fa durante gli Esercizi.

Mark Rotsaert spiega le “quattro fasi”, che coincidono con quattro settimane, in “Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio” (edizioni San Paolo).

Per essere capaci di sentire la chiamata di Cristo, premette l’autore, è necessaria una preparazione. Per questo gli Esercizi si aprono con una meditazione su un testo intitolato “Principio e Fondamento” (ES 23). Il suo scopo è aiutare chi fa gli Esercizi ad assumere un atteggiamento di totale disponibilità a Dio, già presentato ripetutamente come «Creatore e Signore».

Prima settimana

Chi fa gli Esercizi prende consapevolezza di quello che gli impedisce di ascoltare, del tutto o in parte, la parola di Dio. Si accorge che il suo sguardo su di sé e sul mondo differisce da quello proposto dal vangelo. È quindi stato indotto a compiere atti poco conformi a quelli ispirati da Dio e di conseguenza la sua libertà interiore ne è stata condizionata.

Luce su se stessi

Nel corso di questa prima tappa, l’esercitante è dunque invitato a far luce su di sé. Attraverso la preghiera metodica scopre a poco a poco i punti della sua vita in cui ha bisogno di conversione, di perdono e di misericordia. Fa ricorso alla memoria, all’intelligenza e alla volontà.

Le regole per il discernimento spirituale destinate alla prima settimana (ES 313-327) aiutano l’affettività dell’esercitante a conformarsi alla sensibilità dei vangeli.




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Dalla preghiera alla penitenza

Alle soglie della seconda settimana, il libretto degli Esercizi (ES 73) propone un insieme di note complementari, consigli precisi su alcuni atteggiamenti da assumere: preparazione alla preghiera, rilettura, condizionamento esterno e penitenza, sia interiore che esteriore. Il criterio d’uso di questi consigli è semplice: «Per meglio trovare quello che si desidera» (ES 73).

Le proposte del libretto

È la dinamica stessa degli Esercizi. Come è stato già detto, non esistono consigli validi per tutti: quello che è d’aiuto per uno può essere un ostacolo per un altro. Per esempio, è poco probabile che tutti siano aiutati allo stesso modo da uno stesso tipo di penitenza…

Spetta all’accompagnatore dar prova di capacità di valutazione. Ma è altrettanto importante che l’esercitante orienti correttamente la sua ricerca. All’inizio di ogni esercizio il libretto propone all’esercitante di domandare ciò che desidera: per esempio, la costernazione per i peccati commessi, la partecipazione al dolore di Cristo all’inizio della passione.


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Seconda settimana

L’esperienza del perdono di Dio vissuta alla fine della prima settimana suscita nell’esercitante il desiderio di impegnarsi nella sequela di Cristo. E la seconda settimana (ES 91ss), che ha lo scopo di rendere effettivo questo impegno, si apre con una meditazione su “il Regno” che, mettendo in scena «la chiamata del re temporale [che] aiuta a contemplare la vita del Re eterno», indica la chiamata di Cristo a stare dalla sua parte.

A questo punto può iniziare la lunga serie di contemplazioni della vita di Cristo. Si tratta di guardare, di vedere e di sentire quello che succede nelle scene del vangelo per cercare di trarne profitto per la propria vita.

Cristo e Lucifero

Dopo le contemplazioni dell’infanzia di Gesù è prevista una sosta che ha una grande importanza nel metodo degli Esercizi. Nella quarta giornata di questa settimana, l’esercitante riflette sulla propria realtà con l’aiuto della meditazione delle Due bandiere (ES 136), una sorta di parabola che mette in scena Cristo e Lucifero.

Il male è stato vinto da Cristo, però il “maligno” è sempre all’opera. Per l’esercitante si tratta di individuare attraverso quale strada il maligno cerca ancora di introdursi nella sua vita: la ricchezza, il potere, l’onore, l’orgoglio…? E di domandarsi se si sente più legato al “maligno” o a Cristo.

Gli inganni del “maligno”

Il quarto giorno, in particolare, ha lo scopo di raggiungere il discernimento con maggior lucidità e impegno alla luce della contemplazione della vita pubblica di Gesù. Le regole per il discernimento destinate alla seconda settimana (cfr. ES 328- 336) aiutano a restare vigili di fronte agli inganni del “maligno”, che può mascherarsi da angelo di luce.

Alla fine della seconda settimana arriva il momento dell’elezione, cioè della scelta del modo migliore di seguire Cristo (ES 169-189).




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Terza settimana

Nella terza settimana (ES 190ss), Ignazio indica alcuni cambiamenti nel modo di contemplare.

Ma si può osservare che, diversamente da quanto consigliato nelle note complementari, qui è proprio questione di temperanza. Mentre la penitenza, più adatta alle prime tre settimane, consiste nel diminuire volontariamente la quantità abituale di cibo, la temperanza mira a trovare la giusta misura nell’alimentazione.

Alimentazione e preghiera

Queste regole, come l’insieme delle note complementari, manifestano l’attenzione di Ignazio per la dimensione corporale. Il comportamento a tavola non è senza influenza sulla preghiera, che è poi l’oggetto della nostra ricerca.




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Quarta settimana

Nonostante la passione di Cristo sia al centro della spiritualità del XVI secolo, Ignazio preferisce concludere gli Esercizi mettendo l’accento sulla consolazione che ci procura la risurrezione di Gesù Cristo. Poiché – secondo alcune argomentazioni che gli sono state attribuite – anche se viviamo in un mondo che somiglia più alla terza settimana, il cristiano vive alla luce di questa risurrezione.

Il mistero della risurrezione

La quarta settimana (ES 218ss) è consacrata a contemplare Cristo risorto (cfr. ES 299-312). Viene messo l’accento sulla gioia del Risorto e sulla consolazione che procura. A questo punto è necessaria un’osservazione importante.

Se negli Esercizi è presente un tema teologico in cui Ignazio è innovativo, è proprio quello del mistero della risurrezione.


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