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L’impresa del missionario gesuita che ha conquistato il cuore degli indiani

Eusebio Francesco Chini - kino
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 11/11/17
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Padre Kino è il protagonista di un romanzo che racconta come ha cambiato il destino di Arizona e Messico

Villaggio dei Cosari, Nuova Spagna. E’ il 13 marzo 1687 quando in queste terre approda un missionario che cambierà per sempre la loro storia. Perché riuscirà ad entrare nel cuore degli indiani che le dominavano e, allo stesso tempo, diventare mediatore tra loro e gli spagnoli conquistatori.

Mauro Neri in Kino. L’Apostolo senza tempo dei migrantes messicani vittime del muro” (Ancora editrice) racconta l’impresa del gesuita 36enne, originario della Val di Non in T Eusebio Francesco Chini impegnato per l’evangelizzazione e lo sviluppo civile, sociale, economico delle genti che abitano la Pimeria Alta, le tribù del popolo Pima.

Siamo al confine tra Usa e Messico, tra gli stati della Bassa California, l’Arizona e l’arida regione del Sonora in Messico.

Tra Messico e Arizona

L’avventura durerà fino alla morte, nel 1711: per ventiquattro anni Padre Kino (il suo nome ispanizzato) sarà l’anima delle molte missioni da lui fondate, oggi fiorenti città degli Stati di Sonora in Messico e Arizona negli Usa.

Il romanzo di Neri si muove su tre dimensioni – le avventure di Kino, quindi la fine del 1600, il 1945 e il 2011 – che hanno un denominatore comune: il racconto di storie di fede ieri tra gli indigeni, oggi tra i migrantes messicani, nel segno degli insegnamenti del missionario gesuita.

Le prime garanzie

Le pagine più accattivanti sono sicuramente quelle che lo vedono protagonista dei suoi racconti. Kino amava praticare gli esercizi di Sant’Ignazio, ritagliandosi – nonostante giornate intense e dure – momenti per dedicarsi alla propria spiritualità e alla meditazione in pieno stile ignaziano.

Gli indiani, molto diffidenti, cominciarono a spalancare il loro cuore a Kino quando quest’ultimo, ottenne garanzie dai spagnoli affinché le tribù ottenessero benefici sui tributi da pagare ai conquistatori.



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La grande famiglia di Dio

Man mano, anche i discorsi di Kino sul “suo” Signore diventarono sempre meno avversi. Ecco cosa dice a Orso che lotta, figlio del capo dei Pima di Cosari:

«Io non voglio obbligare nessuno ad accettare la Buona Novella che porto con me, Orso che lotta, men che meno obbligare te, i tuoi figli o la tua famiglia. Il mio Signore, quello che ha guidato i miei passi fino all’Akimel O’odham, il Popolo del Fiume e cioè la tribù di tuo padre, vuole che voi siate innanzitutto felici e sereni… Se poi vorrete anche entrare nel regno della Salvezza, se accetterete di far parte della grande famiglia cattolica, io sarò il primo a rallegrarmi con tutti voi!».



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“Essere bagnati dallo Spirito Santo”

L’abile, sottile diplomazia e la profonda fede fecero si che il missionario fosse accettato all’interno della tribù come “uno di loro”, in grado di fargli abbracciare la fede senza chiedere nulla in cambio. Ecco uno dei più celebri dialoghi con l’anziano capo tribù:

«Se però ti senti serenamente portato ad accogliere la Buona Novella che sto portando nelle tue terre e se me lo chiederai con sincerità, io potrei battezzarti anche domani, dopo che ti avrò spiegato che cosa significa essere bagnati dall’Acqua Santa e diventare quindi un cristiano cattolico».

«E dopo che cosa mi succederebbe?».

«Se tu fossi più giovane, il diventare cattolico comporterebbe per te il beneficio di non pagar tributi al re di Spagna almeno per i prossimi vent’anni, mentre sempre per lo stesso periodo di tempo nessun fazenderos o nessun proprietario di miniere potrebbe obbligarti ai lavori forzati a suo vantaggio».



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Una statua nel Pantheon

Missionario – straordinariamente efficace – della fede e, per amore di questa, della mediazione alla pace, dell’agricoltura e della geografia, la sua statua è posta nel Pantheon degli Stati Uniti come secondo fondatore dello Stato dell’Arizona. La sua strategia apostolica gli ha fatto percorrere 25/30 mila chilometri. Innumerevoli i locali pubblici intitolati al suo nome, a padre Kino, a testimonianza dell’affetto e della riconoscenza di tante popolazioni.