Passare troppe ore a lavoro è uno di quei “nuclei di morte” che logorano la persona e sfiancano la coppiaStrano… Che male c’è ad essere produttivi e avere un buon lavoro?
Nucleo di morte: troppo lavoro
Il lavoro nobilita l’uomo dice il proverbio, ma allo stesso tempo può diventare una schiavitù che distrugge la coppia e ci allontana dall’amore. Conosco bene questa situazione… giorni, mesi ed anni ad inseguire un’idea, un progetto, una scadenza (deadlines!!!). Sempre con l’ansia, sempre con il fiato sul collo (ma di chi?), sempre in ritardo.
Che cos’è
Qualche anno fa, passavo molte ore in laboratorio all’università: lavorare su nuove idee, seguire studenti o semplicemente smanettare con un computer, cavi ovunque e una smania alla fast and furios. Certamente avevo una gran passione per il mio lavoro. Ma guardando meglio, non era semplice passione: io ero quello che facevo. Vedere l’opera delle mie mani, il progetto finito, definiva la mia giornata. Quando qualcosa di buono veniva terminato provavo una gioia passeggera (subito eclissata dalla prossima sfida), ma quando fallivo, mi sentivo uno schifo. Lavorare definiva il mio valore, la mia autostima non dipendeva da chi sono, ma da cosa ero capace a fare.
Qui non parlo della normale fatica quotidiana del lavoro, della precarietà, delle ingiustizie e mobbing di ogni tipo, ma piuttosto di una disposizione mentale che dipende espressamente da noi stessi (e non dagli altri). La mia gioia e felicità era sottomessa ad un risultato. Noi uomini abbiamo un debole per le opere delle nostre mani (meno le donne, che sono più portate alle relazioni e all’accoglienza, spesso sfociando nella crocerossinaggine).
Come riconoscerlo
Uomini e donne in carriera attenzione!!! L’ambizione è solo una maschera superficiale e la realizzazione personale pura vana gloria. L’ambizione non é di per se qualcosa di negativo, ma va messa a servizio dell’amore come dice san Paolo:
“Gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,10)
Al fondo di questa situazione c’è l’incapacità di cercare (e trovare) la felicità nell’amore e nella relazione. Ci sentiamo “amati” solo se otteniamo un risultato. Al fondo non abbiamo mai sperimentato l’amore gratuito, ma sempre un amore condizionato:
Ti amo se…
… se sei bravo, se riesci, se raggiungi questo obiettivo, se ti laurei in legge, medicina, astronautica cinese o quello che sia! Schiavo delle aspettative, al fondo non ha mai sperimentato quella semplice sensazione di ti amo, perchè sei tu.
Punto.
Buono, cattivo, bravo, incompetente, bello o brutto. Quello che conta è che sei tu, come sei e non quello che fai.
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Cosa fare
Per uscire dalla dinamica del troppo lavoro, stacca la presa ed incomincia ad accettare l’amore di chi ti sta accanto, senza pretese e soprattutto senza meritartelo. Dio è così con noi: ci ama da sempre e per sempre. Dona la vita per noi, senza che noi ce lo meritiamo… anzi proprio senza esserne meritevoli!
Forse non ti rendi conto di questa situazione. Forse non riesci a vedere tutto questo nella tua vita. Ma se il tuo tempo è condizionato dal lavoro, se chi è accanto a te si lamenta che la tua testa è sempre lì… allora è venuto il momento di mettersi seriamente in discussione: l’amore se non cresce muore e vivere il lavoro in questa maniera uccide l’amore… uccide la tua felicità e quella di chi ti sta accanto.
Quando siamo malati di lavoro, sembra che tutto dipenda da noi: la riuscita del prodotto, la promozione in azienda, la stima. Ma invece ti rivelo una grande gioia (!) Il mondo gira pure senza di te e la tua gioia è altrove!! Mia moglie dice sempre: “il lavoro innanzitutto serve per mangiare”… a volte mi sfugge.
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33)
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Quando il tuo cuore è amato, quando ho fatto il pieno d’amore, lavoro meglio. Mi capita di avere mesi molto intensi in cui viaggio tanto, poi torno a casa e lavoro tutta la settimana fra foto, grafiche, blog, corsi, incontri e ricado in questa dinamica. Quando me ne rendo conto cerco di passare più tempo con Alessandra e i bambini. Alla fine mi rendo conto che lavoro di meno ma riesco ad ottenere più risultati in meno tempo. Per far fiorire la tua relazione d’amore è necessario uscire dalla dinamica lavoro-lavoro-lavoro. È fondamentale innanzitutto riconoscerla e poi … mettersi in opera per sradicare questo nucleo di morte.
Per me la cosa è stata piuttosto traumatica… ma ha funzionato. Era una di quella giornate terribili: freddo e gelo. Lavora-lavora-lavora, avevo promesso di rientrare un po’ prima per mangiare la pizza tutti insieme … ma niente, in ritardo anche oggi. Chiudo il computer e mi fiondo giù dalle scale. Inforcata la bici, non noto lo strato di ghiaccio che si era formato sulla strada. Al secondo incrocio vado giù in maniera brutta e violenta -crac- rottura del femore. Tre mesi bloccato a casa (proprio per colpa di lavoro-lavoro-lavoro). Tre mesi che hanno cambiato la mia vita… quando Dio ti rompe una gamba, farai bene a prestare attenzione perché potrebbe passare la salvezza senza che te ne accorgi.
In quei tre mesi —dove avevo bisogno di tutto, anche per mettermi a letto!— ho imparato che esiste un altro orizzonte, un orizzonte d’amore che non dipende da quello che fai, ma semplicemente perché sei tu (!).
Sei degno di amore, perché sei tu.
L’Amore con la “A” maiuscola non si merita, si riceve.
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