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La profezia di san Francesco sui due papi? Una clamorosa bufala!

St Francis
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 27/09/17
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Il santo di Assisi avrebbe predetto lo Scisma d’Occidente. Ecco come è stato confezionato il falso

È da molto tempo ormai che circola sul web una profezia di San Francesco d’Assisi sulla presunta venuta di due papi.

LA PRESUNTA PROFEZIA

Dopo aver convocato i suoi fratelli poco prima della sua morte (1226), Francesco ha avvertito su tribolazioni future, dicendo: “Fratelli agite con forza e fermezza in attesa del Signore. Un periodo di grandi tribolazioni e afflizioni in cui grandi pericoli e imbarazzi temporali e spirituali accadranno; la carità di molti si raffredderà e l’iniquità dei malvagi abbonderà” (…).

“Il potere dei demoni sarà più grande del solito, la purezza immacolata della nostra comunità religiosa e altri saranno appassiti al punto che ben pochi fra i cristiani vorranno obbedire al vero sommo Pontefice e alla Chiesa Romana con un cuore sincero e perfetta carità. Nel momento decisivo di questa crisi, un personaggio non canonicamente eletto, elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore” (…).



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LA GENESI

La notizia tutt’oggi è ancora diffusa tra numerosi siti internet. Come ha scritto correttamente frate Alessandro Giacomo Brustenghi ofm, che al tema ha dedicato una dettagliata ricerca:

I diversi siti in internet riportano i riferimenti bibliografici per attestare la presenza di questa “profezia”: è contenuta nel tomo sesto della Medi Ævi Bibliotheca Patristica, opera pubblicata a Parigi nel 1880, che raccoglie, fra le altre cose, l’opera omnia di san Francesco redatta da padre Joan De La Hayle (1593-1661).

Le note ci riconducono a una ben più famosa pubblicazione: il “De conformitate vitæ beati Francisci ad vitam Domini Iesu” di fra Bartolomeo da Pisa, detto “il Pisano”, scritto tra il 1385 e il 1390, un’opera che mira a dimostrare quanto san Francesco sia stato conforme alla vita di Gesù.

Il Pisano, a sua volta, ha attinto dall’“Expositio Regulæ” di Angelo Clareno che era a conoscenza della profezia tramite alcuni opuscoli che riportavano i “Verba fratris Conradi”, ovvero le testimonianze che il beato fra Corrado da Offida avrebbe raccolto dalla bocca di frate Leone, fedelissimo compagno di san Francesco, in punto di morte: in questa raccolta vengono scritte diverse “profezie” attribuite a san Francesco.

Questa dunque sarebbe la genesi: Francesco, Leone, Corrado, Angelo Clareno, Bartolomeo da Pisa, Joan De La Hayle e le pubblicazioni successive della sua raccolta.



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ECCO PERCHE’ E’ UNA BUFALA

Padre Pietro Messa, preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università Antonianum, chiarisce la clamorosa bufala ad Aleteia. Si tratta di una delle false profezie mai pronunciate da Francesco. Ma frutto dei racconti di coloro che si sono cimentati a scriverne la biografia o episodi della sua vita.

LA BIOGRAFIA ORIGINALE

Padre Messa premette:

Sabato 3 ottobre 1226 morì presso la Porziuncola frate Francesco d’Assisi ma essendo l’ora del tramonto liturgicamente si era già nella domenica 4 ottobre. Nel 1228 papa Gregorio IX riconobbe canonicamente la sua santità e ordinò a Tommaso da Celano di scrivere la vita del nuovo santo da leggersi – in latino legenda – soprattutto durante la sua festa liturgica che per ordine pontificio doveva essere celebrata solennemente e da tutti (cfr. F. Sedda, Franciscus liturgicus, Padova 2015).

Con il passare degli anni vennero scritte altre vite di san Francesco e ciascuna con una peculiare prospettiva di lettura. Certamente si distinse quella compilata da Bonaventura da Bagnoreggio a motivo della preparazione teologica dell’autore (cfr. Bonaventura, Vita di san Francesco, a cura di P. Messa, Milano 2009).


SAN FRANCESCO, ASSISI
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CRONACA POCO PRECISA

«Con il passare dei decenni e secoli», prosegue Messa, «la devozione per il Santo d’Assisi si diffuse e accrebbe sempre più e così anche le narrazioni della sua vita; i diversi autori nella generalità dei casi erano più preoccupati di presentarne l’attualità che la precisione cronachistica degli avvenimenti narrati. E così c’è chi evidenziò l’aspetto pauperistico e chi quello organizzativo in quanto fondatore di un ordine religioso di gran prestigio; chi la contemplazione e chi la predicazione, che il suo essere diacono e chi scalzo».

“PROFETA DEL GIORNO DOPO”

«Non mancarono», sottolinea il preside dell’Istituto di Studi Medioevali, «coloro che lo presentarono come un profeta nel significato di predire eventi futuri; peccato che quanto era posto in bocca al Santo o era già accaduto oppure era sotto gli occhi di tutti! E così si narra che predisse la divisione dell’Ordine francescano, la tribolazione dovuta alla disputa sulla povertà, lo scisma d’Occidente in cui al papa di Roma si contrappose quello di Avignone e per alcuni anni persino un terzo a Pisa».

Tali profezie “del giorno dopo”, scritte dopo che i fatti erano già avvenuti – ossia post eventum – in realtà «erano finalizzate a infondere speranza, ossia dire che quel momento di tribolazione non sarebbe stato per sempre ma avrebbe avuto un termine».



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ONESTA’ INTELLETTUALE

Le narrazioni di queste profezie, conclude Messa, «si diffusero finché lo si ritenne necessario per poi cadere in oblio ed eventualmente essere riprese in successivi periodi storici in cui potevano riacquistare significato. E questo vale anche oggi; l’importante è che, evitando la pigrizia mentale e con onestà intellettuale, ciascun testo sia contestualizzato e letto integralmente senza estrapolazioni».

«Solo così – conclude l’esperto del pensiero francescano – fonti inerenti non solo san Francesco ma anche santa Brigida di Svezia, san Giovanni Bosco e più vicino a noi san Giovanni Paolo II si manifesteranno nel loro significato».