Il Governo lancia un provvedimento molto ambiguo. Le associazioni si mobilitano. Sarà battaglia. Come nel 2014
L’avvento dell’era Macron potrebbe prolungare la stagione francese degli strappi bioetici. Marlène Schiappa, segretaria di Stato all’uguaglianza fra donne e uomini, ha annunciato che il Governo sosterrà l’estensione della fecondazione assistita alle coppie lesbiche e alle donne single, «probabilmente con la revisione della legislazione bioetica», prevista l’anno prossimo (Avvenire, 14 settembre).
Per la giovane rappresentante dell’esecutivo (35 anni, pupilla di Macron), dare la possibilità alle lesbiche e alle single di avere figli è una misura egualitaria e per la «giustizia sociale».
APPROVAZIONE IN DISCESA
Se il Parlamento dovesse seguire l’indirizzo del Governo, come pare probabile, la schiacciante maggioranza del partito presidenziale “La République en marche” all’Assemblea nazionale, la Camera con poteri predominanti rispetto al Senato, dovrebbe garantire, senza patemi, l”approvazione del provvedimento.
UN CONTRADDITTORIO MACRON
Nelle settimane finali dell’ultima campagna elettorale per le presidenziali (maggio 2017), l’allora candidato Macron aveva scritto alle associazioni omosessuali dicendosi favorevole alla misura. Al contempo, in un’intervista al quotidiano cattolico La Croix, aveva affermato di voler prendere il polso dello «stato della società e dei dibattiti che l’attraversano, per agire in modo pacificato».
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LE AMBIGUITA’ DEL COMITATO
Macron aveva inoltre sottolineato di attendere il parere del Comitato consultivo nazionale d’etica, giunto poi a giugno. Un parere favorevole all’estensione.
Secondo il Comitato, «questa richiesta di assistenza medica alla procreazione, cioè l’inseminazione artificiale da donatore (Aid), per procreare senza un partner maschile, al di fuori di ogni tipo d’infertilità patologica, s’iscrive in una rivendicazione di libertà e di uguaglianza nell’accesso alle tecniche (mediche) per soddisfare il desiderio di un figlio» (Radio Vaticana, 27 giugno).
LA SPACCATURA
Ma anche il parere dell’organismo formalmente indipendente, sul quale oggi si appoggiano i sostenitori della misura, era emerso dopo una notevole spaccatura all’interno del consesso.
Undici membri, ovvero più di un quarto, avevano pubblicato una mozione dissenziente in cui sottolineavano in particolare due nodi spinosi. Innanzitutto, scrive ancora Avvenire, la privazione programmata del padre, «nonostante la società consideri l’assenza del padre come un pregiudizio». Inoltre, il rischio che la misura segni «la fine della gratuità delle donazioni di sperma», dato che oggi «bastano appena a soddisfare i bisogni delle coppie la cui infertilità è di origine patologica». Insomma, campo aperto alla fecondazione-business.
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ZONE D’OMBRA
La fecondazione assistita è riservata oltralpe alle coppie eterosessuali con problemi di sterilità non legati all’età avanzata. In proposito, anche le istanze sanitarie hanno spesso sottolineato che l’uso della tecnica sottende una logica medica, cioè il contrasto a una patologia. L’estensione alle donne single e alle coppie lesbiche scardinerebbe dunque anche presupposti deontologici assodati.
Pur avallando l’estensione, il Comitato consultivo nazionale d’etica aveva anche ammesso nel suo parere ufficiale che l’allargamento introdurrebbe diverse zone d’ombra.
LA PROTESTA DI MANIF
Intanto si prepara la mobilitazione anti-procrezione “allargata” con il fronte associativo trasversale, che già si era opposto alle nozze gay nel 2013, pronto a scendere in piazza.
«Il punto è sapere se si può privare deliberatamente un bambino del padre e separare la medicina dalla sua finalità» è la riflessione provocatoria di Ludovine de La Rochère, alla guida della “Manif pour tous“: «Le famiglie – dice – sono pronte a mobilitarsi».
“PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA”
Anche Tugdual Derville, delegato generale dell’ong Alliance Vita, è chiaro: «Insieme dobbiamo prevenire questo ribaltamento decisivo verso il grande mercato globalizzato della procreazione. L’ultraliberismo ignora il diritto dei più deboli, concependo l’essere umano come un prodotto acquistabile. Siamo tutti pronti a scendere in piazza con un rete quanto più larga possibile».
LA VITTORIA SU HOLLANDE
Nel 2014 il governo dell’allora premier Francoise Holland fu costretto alla marcia indietro sul progetto di legge che prevedeva l’accesso alla procreazione assistita anche per le coppie lesbiche. Una sconfitta giunta dopo le protesta di massa delle associazioni anti-nozze gay.
La speranza è che la mobilitazione in arrivo ripeta il successo di tre anni fa.