“The Devil and Father Amorth” del regista William Friedkin, già autore de “L’esorcista”, documenta la liberazione di una donna dal diavolo
L’esorcismo di Padre Gabriele Amorth raccontato in un film documentario. “The Devil and Father Amorth” di William Friedkin, nonostante sia stato inserito fuori concorso, è stato dei progetti più attesi del Festival del Cinema di Venezia.
Friedkin torna a parlare di possessioni demoniache a 44 anni di distanza dal suo capolavoro “L’esorcista” e lo fa con un documentario che si concentra su padre Amorth, il celebre esorcista morto lo scorso settembre.
UN VERO ESORCISMO
Il regista americano, famoso anche per altri lungometraggi importantissimi come “Il braccio violento della legge” o “Vivere e morire a Los Angeles”, ha ripreso il noto sacerdote in occasione della pratica di uno dei suoi esorcismi, eseguito su una donna che aveva manifestato comportamenti terrificanti e inspiegabili a livello psichiatrico (Il Sole 24 Ore, 30 agosto).
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PARENTI E ASSISTENTI
È la prima volta, spiega il regista, che a qualcuno è permesso riprendere un intervento. È la prima volta che il regista americano ne osserva uno da vicino. Un rituale meno spettacolare di quello mostrato da Friedkin sulla giovane Regan MacNeil (Linda Blair) nel film ma molto più terrificante. La stanzetta è affollatissima: ci sono gli assistenti dell’esorcista e i parenti della donna, seduta su una poltrona coperta da un drappo rosso.
“SONO SATANA…”
Si comincia con padre Amorth che si porta il pollice sul naso e fa uno sberleffo a Satana. «Infer tibi libera». «Time Satana inimici Fidem», recita in latino, mentre la donna si agita, replica urlando «Sono Satana. Siamo un esercito». Non è fantasia ma cronaca anche l’epilogo del filmato, girato con una videocamera senza troupe: il coro di «Tanti auguri» rivolto all’esorcista. Era il 1 maggio dell’anno scorso, sarebbe morto di lì a pochi mesi (Il Corriere della Sera, 31 agosto).
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L’INCONTRO TRA IL REGISTA E L’ESORCISTA
«Il diavolo mi ha reso famoso in tutto il mondo». Quando si incontrarono a Roma, il 5 aprile 2016 nel suo appartamento romano, Padre Amorth accolse William Friedkin con queste parole. Non sorprende che il suo capolavoro “L’esorcista” fosse il preferito del religioso che ebbe da ridire solo sugli effetti speciali. Eccessivi, a suoi occhi.
«Ne L’Esorcista è ovviamente tutta finzione, mentre quello che ho visto da Amorth – spiegava Friedkin – un uomo spiritoso e simpatico, dall’approccio casual, è tutto autentico. Anche quello che ci è successo successivamente con Cristina ad Alatri è reale ed ha sconvolto me e il mio produttore italiano, Francesco Zippel qui presente. Non potevamo credere a quello che ci era successo, tanto da non parlarci per mezz’ora» (Il Fatto Quotidiano, 31 agosto).
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LA CRITICA DI WIRED
Se il film desta l’interessa di critica e curiosi, c’è anche chi, come Wired (31 agosto) la pensa diversamente. «Dispiace – scrive la testata – vedere un regista che è Storia del cinema, ridotto a produzioni povere e quasi amatoriali. Dispiace soprattutto perché è comunque palese quanto quest’uomo creda davvero nel potere della suggestione, e quanto voglia in qualche modo continuare ad abitare quell’immaginario orrorifico di cui è stato pioniere».