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Era un terrorista jihadista e ora dirige un gruppo di preghiera

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ACI Digital - pubblicato il 21/04/17
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Una forte testimonianza di conversioneMohamed Bashir è un uomo siriano che è stato indottrinato dagli estremisti e ha fatto parte del Fronte jihadista Al Nusra, associato ai terroristi di Al Qaeda. Un’intensa esperienza di guarigione grazie alla preghiera ha fatto sì che si convertisse al cristianesimo.

Oggi Mohamed ha 25 anni, vive a Istanbul (Turchia) con la moglie Hevin Rashid e organizza in casa sua incontri di preghiera ai quali partecipano altri musulmani che come lui si sono convertiti al cristianesimo.

Mohamed è nato ad Afrin, nella regione curda della Siria, in una famiglia musulmana. Quando aveva 15 anni, il cugino Ahmad lo ha portato a sentire i discorsi jihadisti, e in seguito si è unito a uno dei gruppi più estremisti dell’islam.

Quando è iniziata la guerra civile in Siria nel 2011, Mohamed si è unito alle forze curde che lottavano per la propria autonomia, non avendo un territorio proprio.



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Il ragazzo è stato invaso dall’orrore di fronte ai massacri che venivano perpetrati in battaglia, ma paradossalmente questi hanno rinvigorito il suo interesse nei confronti degli insegnamenti estremisti che aveva appreso nell’adolescenza.

“Quando ho visto tutti quei cadaveri ho iniziato a credere in tutto quello che insegnavano le letture. Mi hanno fatto cercare la grandezza della religione”, ha riferito al New York Times.

Nel 2012 ha disertato insieme a un amico le forze curde per unirsi al Fronte Al Nusra, che cerca di abbattere il governo di Bashar al Assad in Siria e di creare uno Stato islamico estremista.

Come membro del Fronte Al Nusra, Mohamed ha continuato ad essere testimone di crudeli mattanze. Tra le altre cose, ha affermato che gli jihadisti giustiziavano i prigionieri con grande crudeltà, ad esempio schiacciandoli con le scavatrici.

Mohamed ha spiegato che la propaganda degli estremisti mostrava la violenza come qualcosa di tollerabile. “Ci dicevano che quelle persone erano i nemici di Dio, e io vedevo le esecuzioni in modo positivo”.

Nel 2013 è tornato per un breve periodo nella sua città. Quando è ritornato sul campo di battaglia ha iniziato a mettere in discussione gli obiettivi del Fronte Al Nusra.

In un’occasione, ha visto che anche le truppe del Governo siriano giustiziavano i propri prigionieri con le scavatrici. Ha allora pensato che tra le due fazioni in lotta non c’era poi grande differenza.

Deluso, ha abbandonato il Fronte Al Nusra ed è tornato ad Afrin. “Sono andato da Al Nusra nella mia ricerca di Dio, ma dopo aver visto musulmani che assassinavano musulmani mi sono reso conto che qualcosa era sbagliato”, ha dichiarato.

Un anno dopo, Mohamed è fuggito dalla Siria con la moglie per andare in Turchia. Arrivato a Istanbul ha continuato ad essere musulmano. Pregava a voce così alta che i vicini si lamentavano, e voleva che la moglie uscisse di casa sempre coperta.

All’inizio del 2015 Hevin si è ammalata gravemente. Mohamed ricorda di aver telefonato al cugino Ahmad, che all’epoca già risiedeva in Canada, per raccontargli la sua situazione, e ha scoperto sorpreso che colui che lo aveva introdotto nel mondo degli estremisti si era convertito al cristianesimo.

Ahmad ha chiesto a Mohamed di mettere il telefono accanto alla moglie perché il suo gruppo potesse cantare e pregare per la sua salute. Mohamed ha rifiutato perché riteneva il cristianesimo una religione ripugnante, ma alla fine, disperato, ha ceduto.



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Qualche giorno dopo quella telefonata la salute di Hevin ha iniziato a migliorare, e il marito ha attribuito questo cambiamento alle preghiere del cugino.

Ha allora deciso di chiedergli di presentargli un leader cristiano per poter imparare qualcosa sulla fede cristiana. È entrato in contatto con Eimad Brim, un missionario evangelico di un gruppo chiamato Il Buon Pastore, con sede in Giordania.

Mohamed ha riferito che quando ha iniziato a leggere la Bibbia ha capito che provava più pace di quando leggeva il Corano. Si sentiva più accolto nelle chiese che nelle moschee, e ha capito che le preghiere cristiane erano più generose di quelle musulmane.

Sia lui che la moglie hanno iniziato a pensare alla conversione e a sentirsi amati da Dio, ha riferito Hevin al New York Times.

Quando si sono convertiti, erano consapevoli del fatto che avrebbero potuto essere perseguitati. Mohamed però ha detto: “Confido in Dio”.

“C’è un abisso enorme tra il Dio che adoravo in passato e quello che adoro oggi. Prima lo adoravamo con paura, ma ora è cambiato tutto”, ha confessato.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]