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La bufala della Pasqua in onore della dea Ishtar

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Valerio Evangelista - pubblicato il 19/04/17
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Il vero significato della Pasqua cristiana? La celebrazione del passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà della salvezza in CristoPeriodicamente, soprattutto nel periodo pasquale, nel mondo anglosassone si torna a discutere della teoria delle presunte origini pagane della festa che i cristiani associano alla Risurrezione di Cristo.

Secondo tale teoria, la Pasqua (in inglese “Easter”), null’altro sarebbe che una rielaborazione di un antico culto della dea babilonese Ishtar, divinità associata alla fertilità e all’erotismo.

“Questa è Ishtar”, si legge nella didascalia di un’immagine, nuovamente virale sui social in questo periodo, della dea Mesopotamica, “e si pronuncia ‘Easter’. Easter [cioè la Pasqua, ndt] era originariamente la celebrazione di Ishtar, la dea Assira e Babilonese della fertilità e del sesso. I suoi simboli (come uova e conigli) erano e sono tuttora simboli della fertilità e del sesso (o pensavate davvero che uova e conigli avessero qualcosa a che fare con la resurrezione?). Dopo che Costantino decise di cristianizzare l’Impero, Easter fu cambiata per rappresentare Gesù. Ma Easter (è così che si pronuncia Ishtar) ha le radici nella celebrazione della fertilità e del sesso”.

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Ve ne sono molte, simili tra loro seppur con alcune sfumature diverse, ma per brevità ci concentriamo su questa “prova” realizzata da alcuni improbabili etimologi e filologi dell’ultim’ora.



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Ishtar si pronuncia Easter”. Il fondamento di questa pseudo-teoria è semplicemente un assioma indimostrabile sul quale poggia tutto il resto.

Innanzitutto la traslitterazione dall’accadico sarebbe DIŠTAR; la prima lettera è il dingir, ideogramma non pronunciato associato all’idea di divinità; il punto della questione è la terza lettera, la Š di Ishtar che taluni improvvisati esperti riconducono alla S di Easter (pronunciata in inglese Istaa’).

Come nella maggior parte delle lingue semitiche, anche nell’accadico le fricative s e š hanno grafemi distinti o perlomeno distinguibili. A volte si riscontrano variazioni nel passaggio da una lingua all’altra (si pensi alla parola “pace”, shalom/šalom in ebraico, שָׁלוֹם; salaam/salām in arabo, سلام) ma in questo caso il passaggio tra due famiglie linguistiche radicalmente distanti sarebbe davvero bizzarro.

Non voglio cadere in tecnicismi estremi, ma accostare Ishtar e Easter, i cui suoni sono simili per mera coincidenza, è un vero e proprio azzardo.

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I simboli della dea Ishtar: stella a otto punte, accanto al sole raggiante e alla mezzaluna

I suoi simboli (come uova e conigli) erano e sono tuttora simboli della fertilità e del sesso (o pensavate davvero che uova e conigli avessero qualcosa a che fare con la resurrezione?)”. Alla dea Ishtar erano associati vari simboli ma, con buona pace degli spammatori seriali di bufale, uova e conigli non erano tra questi. O perlomeno non esiste alcuna fonte storicamente accettabile e verificabile che confermi questa ipotesi.



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Dopo che Costantino decise di cristianizzare l’Impero, Easter fu cambiata per rappresentare Gesù”. Basta aprire un qualsiasi libro di storia per comprendere che la cosiddetta ‘cristianizzazione’ dell’Impero ci fu con Teodosio, che impose il cristianesimo come religione dell’Impero nel 380, ben 43 anni dopo la morte di Costantino.

Costantino ha in effetti avuto un legame formale con la Pasqua; nel 325 ci fu infatti il Concilio di Nicea, primo concilio ecumenico del mondo cristiano convocato e presieduto dall’imperatore Costantino per raggiungere l’unità dogmatica nel cristianesimo. Tra le questioni discusse ci fu quella del calcolo della data della Pasqua cristiana in modo autonomo dalla Pasqua ebraica.

Inoltre, Costantino non era inglese e agli storici non risulta che lui parlasse lingue anglo-sassoni. Perché trasformare la festa di Ishtar in Easter, parola di una lingua a lui sconosciuta? L’imperatore ha invece sicuramente utilizzato il termine Pascha, parola latina che indica la festa della risurrezione di Cristo.

E qui tocchiamo il vero punto della questione. Il nome della principale solennità del cristianesimo, che in italiano chiamiamo Pasqua, deriva dall’ebraico Pesach (פסח), che ha il significato di “passaggio”.

Passaggio dalla schiavitù egizia alla libertà nella Terra Promessa (attraverso il passaggio nel Mar Rosso) per la tradizione ebraica, e passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà della salvezza in Cristo (attraverso il passaggio di Cristo dalla morte alla vita) nel cristianesimo.



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Non mi dilungherò sulle differenze e sui reciprochi richiami tra Pasqua ebraica e Pasqua cristiana. Ma pare ovvio che ignorare tutto questo, e concentrarsi sulla mera somiglianza sonora di Ishtar e Easter, risulti essere un’argomentazione eccessivamente debole.

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