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Ho perdonato un’infedeltà, e ora siamo più felici di prima

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Revista Misión - pubblicato il 23/01/17
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“Ho sentito la necessità di abbandonare l’ira e di perdonarlo”“Avete mai sentito dire ‘L’unica cosa che non perdonerei mai è un’infedeltà’? Beh, è esattamente quello che dicevo io quando mi sono sposata”. Ana sintetizza con queste parole i dubbi diffusi sulla possibilità di perdonare un adulterio. In realtà, dopo più di vent’anni di matrimonio e quattro figli, né lei né Raúl, suo marito, avevano motivi per contemplare la possibilità che una terza persona si potesse frapporre tra loro.

“Mio marito era molto attento e corretto, e io ero allegra e passionale. Amavamo molto i nostri figli, avevamo delle responsabilità all’interno del Cammino Neocatecumenale ed eravamo una coppia felice”, ha raccontato.

Sei anni fa, tuttavia, Ana (che ha chiesto di usare un nome falso per lei e per il coniuge) ha attraversato una crisi di fede che ha portato prima lei e poi il marito ad abbandonare la Chiesa.

“È stato allontanarci da Dio e perdere la direzione”, ha affermato. “A poco a poco abbiamo iniziato a condurre vite parallele. Quella crisi ha coinciso con la mia menopausa, e mi ha fatto chiudere in me stessa e passare molto tempo da sola, e quindi lui si è riversato sul lavoro. Raúl aveva sempre viaggiato molto per lavoro, ma prima quando tornava condividevamo tutto, mentre in quel momento abbiamo smesso di parlare di cose importanti, e io lo sminuivo anche quando andava a Messa”.


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Quattro anni fa è entrata al lavoro da Raúl una collega di dieci anni più giovane di lui, attraente e benestante, appena separata. All’inizio Raúl ha iniziato a consolarla “per compassione, perché anche lei aveva dei figli e stava passando un brutto periodo”, ma poi si sono avvicinati sempre più.

“È stato un inganno del demonio in piena regola, perché non si è trattato dell’avventura di una notte. Lei è stata come una valvola di sfogo, e alla fine sembrava essere la soluzione per Raúl”, ha riferito Ana.

Un Blackberry e dei figli provvidenzialmente attenti alla routine dei genitori hanno smascherato l’inganno, e allora Raúl ha riunito la famiglia e ha detto che se ne sarebbe andato di casa. “Mi è caduto il mondo addosso e sono stata invasa da una rabbia enorme”, ha ricordato Ana.

Per fortuna, le prime due telefonate che ha fatto – al parroco e ad alcuni amici del Cammino – le hanno permesso di rendersi conto “che l’unica in grado di salvare la mia famiglia ero io, ma che potevo farlo solo chiedendolo a Gesù”.

Quando è tornata a pregare, ha sentito “la necessità di abbandonare l’ira e di perdonarlo. Gli ho inviato un SMS dicendogli che mi dispiaceva molto per quello che aveva fatto, che la nostra famiglia non meritava di finire così e che avrei pregato per lui. L’ho fatto con pace, senza rabbia, e questo gli ha fatto dire che dovevamo parlare”.

Quella conversazione è stata l’inizio di un duro cammino che poco dopo ha portato Raúl a casa della sua amante per porre fine a ogni contatto con lei. Quando è uscito ha detto alla moglie: “Ora sono finalmente libero”.


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A poco a poco le ferite sono guarite, e Ana e Raúl hanno superato la loro crisi “amandoci e curandoci di più, e soprattutto tornando a confidare nell’immenso potere di Gesù Cristo, perché senza di Lui non saremmo riusciti a salvare la situazione”.

“Ho perdonato un’infedeltà, ma perché il perdono è un dono di Dio e Lui lo offre a chi glielo chiede”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]


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