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Le strategie di Satana: la tattica di Caino

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Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 30/11/16
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L’attacco satanico che avvelena il nostro cuore e la nostra adorazione“Se non vuoi andare a Messa, perché vorresti andare in paradiso?” Non è una domanda peregrina – punta alle radici più profonde del benessere spirituale.

Nella Parte 1 e nella Parte 2 di questa serie abbiamo visto come Satana usi la nostra debolezza e le nostre ferite per portarci ad abbracciare profonde abitudini di peccato. Consideriamo la “tattica di Caino”, con la quale Satana ruba la nostra chiamata più elevata e la nostra gioia più grande, ovvero adorare degnamente Dio.

Nel quarto capitolo della Genesi, Caino e Abele offrono un sacrificio a Dio. Quello di Abele viene accettato, quello di Caino no. Caino rifiuta di ricevere la correzione divina, e uccide in preda alla rabbia il fratello Abele.

Qual è la morale di questa storia? Rifiutando la correzione divina, respingendo la chiamata a offrire la degna adorazione dovuta a Dio, il nostro cuore viene avvelenato. Forse non siamo inclini al fratricidio come Caino; nella nostra epoca, la tattica di Caino opera in modo più sottile.

Alla base del peccato di Caino c’è il caparbio “Sia fatta la MIA volontà!” al momento di offrire il sacrificio. Rifiuta di imparare il dovere e la gioia della degna adorazione. Siamo sicuri di essere tanto diversi da lui?

Quando ero ordinato da poco, una persona mi disse: “Sei nuovo, quindi non sai ancora che nel corso del tempo inserirai delle tue aggiunte e sottrazioni personali alla Messa, per renderla più tua”. Visto che ero un novello sacerdote, ricordai facilmente che prima dell’ordinazione mi avevano fatto giurare di non “personalizzare” affatto la Messa. Ho giurato di offrire la preghiera pubblica identificabile della Chiesa in base alle disposizioni della Chiesa fondata da Cristo. Se avessi “personalizzato” la Messa, non sarebbe stata la Messa – sarebbe stata la mia preghiera privata resa pubblica, mascherata da Messa. Non è quello che merita Dio, né quello di cui la gente ha bisogno.

L’esempio di Caino ci insegna perché non osiamo stare sull’altare dichiarando “Sia fatta la MIA volontà!” C’è altro: la strategia satanica di Caino ci farebbe razionalizzare la nostra adorazione “di serie B”. Ci farebbe razionalizzare la nostra rassegnazione a una predicazione povera, una musica banale, paramenti logori, chiese brutte e rituale trascurato. Ci farebbe insistere ostinatamente sulla necessità di abbassare il livello per raggiungere tutti, che i nostri giovani hanno rifiutato per due generazioni.

Parliamo dell’Eucaristia come “fonte e culmine della vita cristiana”, ma quando soccombiamo alla strategia di Caino i nostri giovani non ci credono, perché noi non crediamo in noi stessi. Se credessimo senza riserve che l’Eucaristia è la fonte e il culmine della vita cristiana non comprometteremmo i riti e non ci adageremmo su un’adorazione apatica e vuota. Adoreremmo sapendo che il destino del mondo e lo stato della nostra anima dipendono da quello. San Bernardo di Chiaravalle ha detto: “Otterrai di più da un’unica Messa che dal distribuire tutti i tuoi beni ai poveri e compiere pellegrinaggi a tutti i luoghi più santi del cristianesimo”. Come sarebbe la nostra domenica mattina se ci credessimo davvero? E come sarebbe il resto della nostra vita?

San Giovanni Maria Vianney, che vestiva di stracci, dormiva sul pavimento e si nutriva di patate, quando si trattava degli oggetti da usare a Messa non riusciva a trovare niente che fosse abbastanza bello. Che differenza dallo spirito di Caino!

È iniziato l’Avvento, un periodo caratterizzato dall’accensione delle candele a simboleggiare il bisogno che la luce venga nella nostra oscurità. La strategia di Caino ha oscurato i nostri cuori? Ci ha derubati della gioia dell’adorazione? Ci ha resi insensibili all’appello di Gesù a unirsi a Cristo nel suo Santo Sacrificio? Ci ha fatto insistere sulla nostra volontà piuttosto che sul comandamento di Cristo?

Monsignor Fulton Sheen ci mostra la strada da seguire: “Immaginate Cristo Sommo Sacerdote che lascia la sagrestia del cielo per l’altare del Calvario. Ha già indossato le vesti della nostra natura umana, il manipolo della nostra sofferenza, la stola del sacerdozio, la casula della Croce. Il calvario è la sua cattedrale; la roccia del Calvario è l’altare; il sole che diventa rosso è la lampada del santuario; Maria e Giovanni sono gli altari laterali viventi; l’Ostia è il Suo Corpo; il vino è il Suo Sangue. Si erge come Sacerdote, e tuttavia è prostrato come Vittima. La Sua Messa sta per iniziare”.

Se avessimo inscritta questa visione nella nostra anima prima, durante e dopo ogni Messa, la strategia satanica di Caino non avrebbe potere su di noi. Non preferiremmo nulla alla gloria di Dio offertaci nella Messa e assicurata per noi in Paradiso. Speriamo che in questo Avvento possiamo vedere l’epoca della nostra illuminazione, rinunciando allo spirito di Caino e offrendo a Dio l’adorazione che merita.

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]