È stata una piacevole sorpresa vedere così tanti atleti dare testimonianza dei loro forti valori cristiani. Eccone alcuniOgni quattro anni, gli atleti che partecipano alle Olimpiadi hanno un’opportunità unica di ispirare il mondo con la loro forza fisica, con i loro movimenti coordinati e con la loro resistenza mentale. Quest’anno molti atleti hanno aggiunto un’altra qualità: la loro forte fede cristiana.
Ci sono stati articoli e interviste incentrati sulla sfera religiosa degli atleti, ma la cosa che mi ha sorpreso di più è che molti di loro hanno parlato e dato testimonianza persino nella televisione nazionale.
Hanno lavorato duramente per disciplinare i propri corpi con lo scopo di ricevere una medaglia d’oro. Ma non hanno trascurato le loro anime, che hanno anzi continuato a nutrire spiritualmente.
Ecco dieci atleti che quest’anno hanno preso posizione sulla loro fede e che non hanno avuto paura di darne testimonianza di fronte agli altri.
Simone Manuel – Immediatamente dopo l’estenuante gara dei 50m stile libero femminile, Manuel è stata intervistata dalla NBC e, trattenendo a stento le lacrime, ha detto: “Tutto quello che posso dire è ‘Tutta la gloria sia a Dio’. È stato un viaggio lunghissimo, in questi ultimi quattro anni… e mi sento davvero benedetta per questa medaglia d’oro”. Manuel non ha paura di condividere la sua fede cristiana anche sui social media, citando “Filippesi 4:13” nelle bio su Twitter e Instagram e scrivendo ai suoi follower: “Tutta la gloria sia a Dio! Non è Lui meraviglioso? Sono estremamente benedetta”.
Brianna Rollins – Dopo la vittoria totale degli USA nei 100 m ostacoli femminile, la Rollins ha detto ai giornalisti della NBC: “Non ho fatto altro che mettere Dio al primo posto e ho continuato a lasciare che Lui mi guidasse nelle gare… Questa mattina ci siamo messe in cerchio e abbiamo pregato. Abbiamo semplicemente permesso alla Sua presenza di venire tra di noi… affinché ci aiutasse, per poter continuare a glorificare Lui e a fare del nostro meglio. Ed è quello che abbiamo fatto”. Il suo profilo Twitter riflette questa forte spiritualità. Che lei commenta così: “Voglio superare i record mondiali e vincere medaglie d’oro, ma voglio anche essere conosciuta come l’atleta che ha glorificato Dio per raggiungere il suo pieno potenziale”.
Usain Bolt – Conosciuto come “l’uomo più veloce del mondo”, Bolt mostra la sua fede più con i gesti che con le parole. Fa regolarmente il segno della Croce prima di ogni competizione, e si è detto fiero di indossare una Medaglia Miracolosa al collo. Inoltre, come riportato da Catholic News Agency, il “Vaticano ha invitato Usain Bolt a conferenze sulla libertà religiosa”. L’articolo prosegue così: “In quanto cattolico, Bolt è conosciuto per fare il segno della Croce prima di ogni corsa. Il suo secondo nome è Leo, da San Leone Magno”.
Abbey D’Agostino – Dopo essere inciampata su un’atleta rivale durante la gara di 5000 metri femminili, la statunitense Abbey D’Agostino si è girata ed ha aiutato l’avversaria ad alzarsi e proseguire la gara. Ha detto a riguardo: “In quegli attimi ho agito d’istinto, ma l’unico modo con cui posso razionalizzare quanto successo è che Dio ha preparato il mio cuore a reagire in quel modo… Per tutto il tempo mi ha mostrato che la mia esperienza qui a Rio sarebbe stata qualcosa di più di una semplice performance atletica… e appena Nikki si è alzata, ho capito che era quello il caso”.
Missy Franklin – Nonostante le sue deludenti olimpiadi, la fede di Franklin l’ha aiutata a vedere il lato positivo delle cose. Ai giornalisti aveva parlato della sua fede, dicendo: “La mia esperienza nella Regis Jesuit ha avuto un forte impatto nella mia vita spirituale, in così tanti modi. Sono protestante, ma sto considerando di convertirmi al cattolicesimo… Quando ho iniziato a frequentare il liceo Regis Jesuit la fede non era un aspetto fondamentale della mia vita. Ma seguendo i primi corsi di teologia, andando a Messa e partecipando ai primi ritiri, ho cominciato a rendermi conto dell’importanza di Dio nella mia vita e di quanti lo ami e abbia bisogno di Lui”.
Katie Ledecky – Regina in piscina, Ledecky ha vinto cinque medaglie a Rio, tra cui quattro d’oro. Prima di andare a Rio ha detto ai giornalisti di pregare prima di ogni gara: “Dico sempre una preghiera o due prima di ogni gara. L’Ave Maria è una preghiera meravigliosa e mi dà calma”. Attribuisce alla sua educazione cattolica i suoi successi, sia nella piscina che nella vita.
Simone Biles – Il mondo è rimasto incantato da Simone Biles. Le sue prestazioni non sono state affatto deludenti, dato che ha vinto quattro medaglie d’oro e una di bronzo. In un’intervista rilasciata prima delle Olimpiadi, Us magazine ha chiesto alla Biles di rivelare il contenuto della sua borsa, sperando di trovarvi una formula segreta per il successo. E il giornalista è rimasto sorpreso nel vedere un rosario bianco emergere in mezzo ad altri oggetti tutto sommato convenzionali. Biles ha spiegato: “Mia madre Nellie mi diede questo rosario in Chiesa. Non lo uso per pregare prima di una competizione. Prego interiormente, ma lo porto con me in caso dovesse servire”.
Michael Phelps – Un uomo cambiato notevolmente. Phelps ha continuato a dominare la piscina, in quella che sarebbe potuta essere la sua ultima Olimpiade. Negli ultimi due anni Phelps si è scrollato di dosso la sua immatura apparenza, iniziando a reclamare la sua vita per Cristo. Phelps è cambiato dopo aver letto il libro La vita con uno scopo di Rick Warren, che gli diede Ray Lewis, l’ex linebacker dei Baltimore Ravens. Non solo Phelps l’ha letto, ma ha iniziato a condividerne il contenuto con gli altri. Ecco perché, nel centro di recupero che stava frequentando all’epoca, è diventato conosciuto come “Preacher Mike”.
Le Olimpiadi di quest’anno ci hanno mostrato il lato spirituale di questi atleti meravigliosi. Speriamo che possa ispirare molti giovani a correre la corsa per ottenere la corona incorruttibile.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]