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Hai deciso di cambiare? Ti spieghiamo da dove cominciare

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Shutterstock-Anna Shagoika

padre Carlos Padilla - pubblicato il 30/03/17

Se non ti piace una vita statica, rigida, protetta...

Dio mi dà molte opportunità per poter cambiare, ma a me non piace cambiare.

In Terra Santa, al Santo Sepolcro, è in vigore il cosiddetto Status quo. Per molti anni, ci sono state molte tensioni tra cattolici, ortodossi e greci circa la proprietà e l’uso dei luoghi santi. Si è arrivati allora a un accordo, firmato l’8 febbraio 1852 e noto appunto con il nome di Status quo.

Lo Status quo, soprattutto al Santo Sepolcro, stabilisce la proprietà dei Luoghi Santi e degli spazi all’interno del santuario, e anche orari, percorsi e modi di visita, per cui non si può cambiare assolutamente nulla. Questa immobilità colpisce.

A volte nella mia vita sembra che io abbia firmato il mio status quo. Diceva Jean Vanier: “Volete rimanere nello status quo della vostra vita? O volete cambiare? Sapete perché hanno ucciso Gesù? Perché esortava al cambiamento. E a nessuno piace cambiare. Vogliamo rimanere nel nostro comfort. Chi vuole cambiare? I poveri. Perché non possono accettare la loro situazione attuale. Chi ha un certo comfort ha paura di andare oltre, perché non sa dove arriverà”.

Il cambiamento mi fa paura. Ho paura di perdere. Lascio tutto com’è. Non voglio che cambi nulla. Mi spaventa l’idea di smettere di possedere. Sentirmi bisognoso.

La Quaresima ha molto a che vedere con la mia povertà. Mi costa accettare la mia debolezza. Mi costa staccarmi da tutto ciò che mi lega e mi pesa. Non voglio essere vulnerabile. Preferisco lo status quo in cui niente si tocca e sono io a decidere.

Mi costano queste parole che ascolto dalle labbra di Dio, di Maria, di Gesù: “Sia, ecco la tua serva, sono qui per compiere la tua volontà, apriti”. Mi costa rinunciare ai miei piani e ai miei desideri. Alla mia ricchezza.

Dice Jean Vanier: “È bene ringraziare per le nostre povertà”. Accettare di essere poveri. Sentirsi bisognosi degli altri. Aprirsi a un cambiamento di cui abbiamo bisogno. Ma mi costa cambiare. Rinunciare. Smettere di avere quello che mi dà sicurezza. Accettare la mia vita nella sua fragilità.

Cosa devo cambiare nella mia vita perché Gesù regni nel mio cuore? Non voglio che tutto resti inamovibile. Non mi piace una vita statica, rigida, protetta. Sono disposto a lasciarmi “fare” da Dio. “Sia”, gli dico all’orecchio. Sono disposto a far sì che sia Lui a comandare in me. Mi libero della mia volontà orgogliosa. Del mio animo forte che vuole controllare tutto.

Per questo oggi voglio lasciare tutte le cose che mi pesano. Svuotare le tasche. Tirar fuori dall’anima quello che non mi dà vita. E abbandonare quello che mi lega.

Voglio sapere dov’è veramente il tesoro della mia vita. “Tutti abbiamo dentro un tesoro, ma per ottenerlo bisogna abbandonare il trambusto della mente e le necessità dell’ego ed entrare nel silenzio del cuore[1].

Dove ho messo il mio vero guadagno? Voglio sapere cos’è che mi rallegra davvero, e cosa mi intristisce. Cosa importa veramente. Dove ripongo ogni giorno la mia fiducia? In cosa ho davvero fede? Chi amo con tutta l’anima?

[1] Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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