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Il Papa ai parroci: siate vicini ai giovani che convivono

Pope Francis greets newly married couple – newlywed couple

© Antoine Mekary / ALETEIA

Pope Francis - general audience - Paul VI Hall - Vatican, Wednesday, Jan. 20, 2016

Vatican Insider - pubblicato il 25/02/17

Chi sceglie la convivenza al posto del matrimonio deve essere accolto e ascoltato. Soprattutto se si tratta di giovani. Nei loro confronti la Chiesa deve avere l’atteggiamento di chi comprende. È l’esortazione di papa Francesco, lanciata incontrando i parroci che hanno preso parte al corso organizzato in questi giorni sul nuovo processo matrimoniale, promosso dal Tribunale della Rota romana.

Innanzitutto il Pontefice ricorda che «quanto è stato discusso e proposto nel Sinodo dei Vescovi sul tema “Matrimonio e famiglia”, è stato recepito e integrato in modo organico nell’esortazione apostolica “Amoris laetitia” e tradotto in opportune norme giuridiche contenute in due specifici provvedimenti: il Motu proprio “Mitis Iudex” e il Motu proprio “Misericors Iesus”. È una cosa buona che voi parroci, attraverso queste iniziative di studio, possiate approfondire tale materia, perché siete soprattutto voi ad applicarla concretamente nel quotidiano contatto con le famiglie».

Sottolinea infatti Francesco: «Nella maggior parte dei casi voi siete i primi interlocutori dei giovani che desiderano formare una nuova famiglia e sposarsi nel Sacramento del matrimonio. E ancora a voi si rivolgono per lo più quei coniugi che, a causa di seri problemi nella loro relazione, si trovano in crisi, hanno bisogno di ravvivare la fede e riscoprire la grazia del sacramento; e in certi casi chiedono indicazioni per iniziare un processo di nullità». Dunque nessuno «meglio di voi conosce ed è a contatto con la realtà del tessuto sociale nel territorio, sperimentandone la complessità variegata: unioni celebrate in Cristo, unioni di fatto, unioni civili, unioni fallite, famiglie e giovani felici e infelici».

Prima di tutto, è l’appello papale, «sia vostra premura testimoniare la grazia del Sacramento del matrimonio e il bene primordiale della famiglia, cellula vitale della Chiesa e della società, mediante la proclamazione che il matrimonio tra un uomo e una donna è segno dell’unione sponsale tra Cristo e la Chiesa». Questa «testimonianza la realizzate concretamente quando preparate i fidanzati al matrimonio, rendendoli consapevoli del significato profondo del passo che stanno per compiere, e quando accompagnate con sollecitudine le giovani coppie, aiutandole a vivere nelle luci e nelle ombre, nei momenti di gioia e in quelli di fatica, la forza divina e la bellezza del loro matrimonio».

Il Papa però si domanda «quanti di questi giovani che vengono ai corsi prematrimoniali capiscano cosa significa “matrimonio”, il segno dell’unione di Cristo e della Chiesa. “Sì, sì” – dicono di sì, ma capiscono questo? Hanno fede in questo? Sono convinto che ci voglia un vero catecumenato per il Sacramento del matrimonio, e non fare la preparazione con due o tre riunioni e poi andare avanti».

Poi il Vescovo di Roma aggiunge: «Non mancate di ricordare sempre agli sposi cristiani che nel Sacramento del matrimonio Dio, per così dire, si rispecchia in essi, imprimendo la sua immagine e il carattere incancellabile del suo amore». Il matrimonio, infatti, «è icona di Dio, creata per noi da Lui, che è comunione perfetta delle tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L’amore di Dio Uno e Trino e l’amore tra Cristo e la Chiesa sua sposa siano il centro della catechesi e della evangelizzazione matrimoniale: attraverso incontri personali o comunitari, programmati o spontanei, non stancatevi di mostrare a tutti, specialmente agli sposi, questo “mistero grande”».

Ma mentre «offrite questa testimonianza, sia vostra cura anche sostenere quanti si sono resi conto del fatto che la loro unione non è un vero matrimonio sacramentale e vogliono uscire da questa situazione. In questa delicata e necessaria opera fate in modo che i vostri fedeli vi riconoscano non tanto come esperti di atti burocratici o di norme giuridiche, ma come fratelli che si pongono in un atteggiamento di ascolto e di comprensione».

Il Pontefice chiede ai sacerdoti: «Fatevi prossimi, con lo stile proprio del Vangelo, nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere senza sposarsi. Essi – evidenzia Papa Bergoglio – sul piano spirituale e morale, sono tra i poveri e i piccoli, verso i quali la Chiesa, sulle orme del suo Maestro e Signore, vuole essere madre che non abbandona ma che si avvicina e si prende cura. Anche queste persone sono amate dal cuore di Cristo. Abbiate verso di loro uno sguardo di tenerezza e di compassione».

Perché questa «cura degli ultimi, proprio perché emana dal Vangelo, è parte essenziale della vostra opera di promozione e difesa del Sacramento del matrimonio».

Francesco mette in evidenza che, «parlando recentemente alla Rota Romana ho raccomandato di attuare un vero catecumenato dei futuri nubendi, che includa tutte le tappe del cammino sacramentale: i tempi della preparazione al matrimonio, della sua celebrazione e degli anni immediatamente successivi»; così,  «a voi parroci, indispensabili collaboratori dei Vescovi, è principalmente affidato tale catecumenato. Vi incoraggio ad attuarlo nonostante le difficoltà che potrete incontrare. E credo che la difficoltà più grande sia pensare o vivere il matrimonio come un fatto sociale – “noi dobbiamo fare questo fatto sociale” – e non come un vero sacramento, che richiede una preparazione lunga, lunga».

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