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Le mie preghiere sono così distratte… valgono qualcosa?

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Everett Collection/Shutterstock

Elizabeth Zuranski - pubblicato il 30/01/17

Credeteci o no, è stato San Tommaso d'Aquino a insegnarmi a non perdere la speranza quando i miei pensieri vagano

Sapete quante volte ho aperto la mia Bibbia o un libro di letture spirituali sono per essere momentaneamente ricacciata nella vita familiare? Poi, quando cerco di sfuggire alle richieste di attenzione da parte dell’esterno, all’improvviso appare una serie di distrazioni interiori che sale dal mio inconscio: “Non dimenticare di mettere i panni nell’asciugatrice! Devi chiamare Tizio e Caio… E che mai potrò preparare per cena?”

Le distrazioni si verificano, ma non dobbiamo permettere che ci abbattano. Le nostre preghiere, anche se imperfette, sono comunque meritevoli. Almeno è quello che dice San Tommaso d’Aquino. Era una splendida giornata del mio secondo anno di università e mi sono imbattuta nella Questione 83 Articolo 13 nella seconda parte della Summa Theologiae:

“La mente umana, per la debolezza della natura, non può stare a lungo sulle altezze… e così avviene che quando la mente di chi prega sale verso Dio con la contemplazione, improvvisamente si trova a divagare per qualche debolezza”. Che giornata confortante! Che sollievo sentir dire a un santo “Sei normale!” Anche i santi erano umani, ma questo non ha impedito loro di raggiungere la santità. Tommaso prosegue dicendo che “se uno nella preghiera si distrae di proposito, fa peccato e ne impedisce il frutto”; “la distrazione involontaria invece non toglie il frutto della preghiera”.

E allora, quando recito un’intera decina del rosario non pensando né alle parole né al mistero, la mia preghiera vale comunque qualcosa? Se la distrazione non è intenzionale, allora la risposta è “Sì”.


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Nella preghiera, spiega San Tommaso, c’è una sorta di attenzione con la quale rivolgiamo la nostra mente a Dio. Se attraverso la mia preghiera inizialmente svio la mia mente da altre cose e rivolgo il mio essere a Dio, questa intenzione influisce su tutta la mia preghiera imperfetta. “La virtualità della prima intenzione con la quale uno l’ha cominciata rende meritoria tutta la preghiera”.

Che Dio misericordioso abbiamo! Come ci dice il Salmo 103, “egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere”.

Non dovremmo distoglierci dalla preghiera perché sembra che non siamo bravi in questo campo. Se Dio accetta il mio fallimento nel cercare di stare attenta, se è così paziente con me, anch’io posso essere paziente con me stessa.

Ovviamente dobbiamo provarci. Dovrei compiere uno sforzo per rimanere concentrata, ma anche se cado in distrazioni deliberate la sua misericordia può risollevarmi – la sua misericordia può volgere la mia caduta a mio vantaggio, offrendomi un’altra opportunità per tornare a Lui. “Un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi”.

Il mio cuore non è mai troppo diviso, la mia testa non è mai troppo distratta e la mia vita non è mai troppo disarticolata per avvicinarmi al Signore. Non dovrei scoraggiarmi mai, e non dovreste farlo neanche voi. Rivolgetevi ancora a Lui nella preghiera. Anche se dimenticate quello che state facendo a metà della prima frase, non perdete la speranza! La vostra imperfezione può essere anche la vostra santificazione. Egli ascolta e benedice le vostre piccole preghiere. State tranquilli.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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