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Sei veramente disposto a farti plasmare dall’azione di Gesù?

Jesus, Cross, T-shirt

© Wojciech Grzedzinski/ALETEIA

World Youth Days in Cracow. on picture: Volonteer center in Lagiewniki Sanctuary 24th of July 2016, Cracow, Poland Photo by Wojciech Grzedzinski 0048 602358885 wojciech.grzedzinski@gmail.com wojciechg

don Fabrizio Centofanti - pubblicato il 20/10/16

In un percorso di guarigione, prima o poi emerge una domanda decisiva, che non tutti e non sempre ci poniamo: voglio guarire veramente? La guarigione che propone Gesù non è fine a se stessa, implica sempre una trasformazione. Ne consegue l’interrogativo: voglio cambiare? Sono disposto a lasciarmi plasmare dall’azione di Gesù?

Un esempio di questa dinamica lo troviamo nell’episodio della guarigione del cieco. Alla richiesta di aiuto, Gesù risponde: cosa vuoi che ti faccia? Sembra una domanda inutile, banale: cosa poteva desiderare quel pover’uomo, se non la vista? Eppure Gesù lo interpella, perché non si risolva tutto in un momento di euforia, ma sia il primo evento di un’epoca nuova della vita. Il cieco, infatti, seguirà Gesù, come segno di una svolta concreta e coraggiosa.

Se ci guardiamo dentro, scopriamo che i nodi del passato sono legati, soprattutto, a due realtà: la mancanza di perdono e l’indurirsi del cuore, con la conseguente aridità. Ecco perché la svolta è innescata da realtà contrarie: il perdono e la tenerezza. Ciò dimostra che la vita non è fatta per la superficialità, ma richiede sentimenti profondi, che attingono all’intimo della persona.

L’amore vero guarisce. Entrando in questa dimensione, si riaffaccia un senso vitale di pace e di felicità.
Dunque rimane la domanda: voglio essere guarito? Voglio cambiare? L’esito della vita dipende da noi. È il grande – e spesso incompreso – dono della libertà.

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