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George Steiner: “L’educazione contemporanea è una fabbrica di incolti”

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 14/07/16

Luci sulla contemporaneità mondiale

A 88 anni, il critico letterario, saggista, filosofo, romanziere ed educatore ebreo francese nazionalizzato statunitense George Steiner ha conversato nella sua casa presso il Churchill College di Cambridge con Borja Hermoso per El País.

L’intervista, pubblicata sul quotidiano spagnolo il 1° luglio scorso, affronta temi che vanno dalla memoria personale, passando per la poesia, a un eventuale trionfo di Hillary Clinton alle elezioni statunitensi, con tutto l’acume, la sincerità e la lucidità che caratterizzano l’autore di Dopo Babele.

Ecco alcune delle risposte di maggior impatto di Steiner:

“Sono nauseato dall’educazione scolastica di oggi, che è una fabbrica di incolti e non rispetta la memoria. Non fa niente perché i bambini imparino le cose a memoria. La poesia che vive in noi vive con noi, cambia come noi e ha a che vedere con una funzione molto più profonda di quella del cervello. Rappresenta la sensibilità, la personalità”. “Molto lentamente, i mezzi elettronici stanno iniziando a retrocedere. Il libro tradizionale ritorna, la gente lo preferisce al Kindle… Preferisce prendere un buon libro di poesia cartaceo, toccarlo, annusarlo, leggerlo. Ma c’è qualcosa che mi preoccupa: i giovani non hanno più il tempo… di avere tempo. L’accelerazione quasi meccanica delle routines vitali non è mai stata forte quanto oggi. E bisogna aver tempo per cercare tempo. E un’altra cosa: non si deve aver paura del silenzio. La paura del silenzio da parte dei bambini mi spaventa. Solo il silenzio ci insegna a trovare in noi l’essenziale”.

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“Stiamo uccidendo i sogni dei nostri bambini. Quando ero bambino io esisteva la possibilità di commettere grandi errori. L’essere umano li ha commessi: fascismo, nazismo, comunismo… Ma se non si possono commettere errori quando si è giovani, non si diventerà mai esseri umani completi e puri. Gli errori e le speranze spezzate ci aiutano a completare lo stato adulto. Ci siamo sbagliati in tutto, nel fascismo e nel comunismo, e a mio avviso anche nel sionismo. Ma è molto più importante commettere errori che cercare di comprendere tutto dall’inizio e una volta per tutte. È drammatico avere chiaro a 18 anni quello che si deve e quello che non si deve fare”. “Il denaro non ha mai gridato tanto quanto oggi. L’odore del denaro ci soffoca, e questo non ha nulla a che vedere con il capitalismo o con il marxismo. Quando io studiavo, la gente voleva essere membro del Parlamento, funzionario pubblico, professore… oggi anche il bambino odora di denaro, e l’unico obiettivo sembra essere quello di diventare ricchi. E questo si somma all’enorme disprezzo dei politici nei confronti di coloro che non hanno denaro. Per loro, siamo solo dei poveri idioti”.

Il testo integrale dell’intervista può essere letto qui.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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