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“La Madonna ha pianto a casa mia”

Siracusa – Madonna delle Lacrime © Alessandro Bonvini-CC B&W

© Alessandro Bonvini-CC

Marinella Bandini - Aleteia - pubblicato il 02/05/16

Parla Enzo Iannuso: Nessun merito, siamo solo strumenti. Il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa in Vaticano per la veglia col Papa

Come si vive dopo che dentro casa un quadro della Madonna ha lacrimato? Il miracolo – riconosciuto in pochi mesi dalla Chiesa – è quello avvenuto a fine agosto del 1953, a Siracusa, in casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in attesa del loro primo figlio. Il 29-30-31 agosto e l’1 settembre, da un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto a capezzale del letto matrimoniale, sono sgorgate delle “lacrime umane”, come hanno confermato le analisi scientifiche. Angelo e Antonina di figli ne avranno in tutto quattro, due maschi e due femmine. È il secondogenito, Enzo, ad “aprirci” le porte di casa. “Quando Maria ha scelto di piangere nella nostra famiglia, è perché voleva la famiglia, il Suo messaggio doveva essere dato all’interno di una famiglia”.

“A volte la mamma ci mostrava i fazzoletti con cui aveva asciugato le lacrime che scendevano dal quadro”. Un gesto spontaneo, tipico di una madre. Oggi alcuni di quei fazzoletti sono custoditi in un reliquiario, insieme ad alcune lacrime scese dal quadretto di gesso. I prossimi giorni, il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa sarà a San Pietro in occasione della “Veglia per asciugare le lacrime”, voluta da Papa Francesco nel cuore del Giubileo della Misericordia. A Siracusa le due stanze al numero 11 di via degli Orti di S. Giorgio, in cui i genitori di Enzo vivevano insieme a un fratello del padre, sono diventate un oratorio, luogo di pellegrinaggio e di preghiera. In una stanza è ancora conservato il letto della coppia. Nella camera degli sposi, il luogo in cui è avvenuto il miracolo, oggi c’è un altare e ogni giorno viene celebrata la Messa.

Tornare in questi luoghi “di famiglia” per Enzo è motivo di gratitudine: “Sembra quasi impossibile essere coinvolti in una vicenda così, ma questa è la realtà, e allora il sentimento è di serenità e gratitudine”. Del resto “non abbiamo avuto nessun merito perché accadesse a noi, non è un vanto. Abbiamo avuto il dono di essere stati degli strumenti, e in quanto tali, finito l’uso possiamo essere messi da parte”.Qualche volta Antonina ha raccontato ai figli di quel sabato mattina in cui si è accorta delle lacrime che rigavano il volto della Madonna. Poche parole, perché “era più che altro una atmosfera che si respirava dentro casa. Una atmosfera di serenità. Non mancavano i problemi, come in ogni famiglia, ma si respirava serenità” riflette Enzo. Lui, marinaio di professione, si è trasferito da Siracusa in Puglia, si è sposato e ha avuto tre figli. “Ho avuto una vita movimentata, ma questo non mi ha impedito di vivere e coinvolgermi con la scelta di essere padre e marito”.

Enzo e sua moglie conducono “una vita normale, come quella di qualsiasi coppia, con momenti di pianto e di riso, con i sacrifici, ma quando si vive una gioia così, si può affrontare tutto con serenità interiore”. Per vivere bene – dice – “bisogna svegliarsi ogni giorno e decidere di ricominciare. Abbiamo un Padre e la Madonna vicino, a noi è chiesto solo di avere un po’ di fiducia”. E come lui da bambino ha respirato la fede e la serenità dei genitori, così i suoi figli hanno vissuto immersi in questa atmosfera: “Non è raccontando un fatterello che si trasmette la fede, ma vivendo. È una ricchezza che hai e che condividi con naturalezza”. Quando il reliquiario che custodisce le lacrime della Madonna raggiunge qualche parrocchia in Puglia, lui va: “Come se venisse mia mamma. E allora la vado a trovare”.

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