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Come distruggere la civiltà solo con due principi morali falsi

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Pixabay.com/Public Domain

David Carlin - pubblicato il 29/01/16

Benvenuti a metà strada tra il cristianesimo e l'ateismo pratico!

La teoria morale in vigore oggi in quello che si definisce “mondo civilizzato”, soprattutto tra i più giovani ma senza limitarsi a loro, può essere chiamata di liberalismo morale.

Questa teoria è composta fondamentalmente da due principi:

– il Principio della Libertà Personale Assoluta, che considera moralmente permissibile qualsiasi condotta a patto che non provochi un male diretto a chi non vi ha acconsentito;

– il Principio della Tolleranza Assoluta, che ci obbliga a tollerare qualsiasi condotta altrui a patto che non provochi un male diretto a chi non vi ha acconsentito.

Negli ultimi cinquant’anni, questa teoria è stata praticata per giustificare molti comportamenti prima considerati immorali: sesso prematrimoniale, coabitazione tra single, figli fuori dal matrimonio, aborto, pratiche omosessuali, matrimonio tra persone dello stesso sesso e suicidio assistito dai medici, tra gli altri esempi.

Alcune di queste condotte sono condannabili perfino dai “principi” dello stesso liberalismo morale (che finge di non percepire le proprie contraddizioni). L’aborto, ad esempio, provoca un male diretto, addirittura letale, contro qualcuno che non vi ha acconsentito: il feto. I sostenitori dell’aborto, però, aggirano questa “piccola difficoltà” negando che il feto sia un essere umano. Questa negazione si basa, è evidente, su tentativi forzati, illogici e antiscientifici di argomentare che un essere umano vivo non sia un essere umano vivo, o peggio ancora sulla pura e semplice disonestà e sulla manipolazione intenzionale. E ha funzionato: per milioni di liberali morali che approvano l’aborto, questa pseudoscienza è stata psicologicamente efficace.

L’adozione generalizzata del liberalismo morale in Occidente nel corso dell’ultimo mezzo secolo implica il rifiuto di una moralità tradizionale precedente: la morale cristiana, che ad esempio difende la gioia della donazione reciproca ed esclusiva tra due coniugi, un uomo e una donna, impegnati in un matrimonio solido finché morte non li separi, mantenendosi aperti alla vita e alla sua protezione dal concepimento alla fine naturale. È da questa proposta positiva, matura e civilizzatrice di vita e famiglia che sorgono gli atteggiamenti chiari della morale cristiana quanto a sessualità, aborto, eutanasia, adulterio ecc. Non sono meri e aleatori “divieti antiquati”. E quando si respinge la morale cristiana, si respinge logicamente il cristianesimo stesso.

Molta gente difende la teoria morale liberalista e anche così si considera cristiana, sia tra i cattolici che tra i protestanti. È una forma imbastardita di cristianesimo. È uno pseudocristianesimo che ha messo da parte buona parte del bagaglio cristiano, sia dottrinale che morale. È il tipo di approccio religioso che viene chiamato “cristianesimo liberale o progressista”, una specie di metà strada tra il cristianesimo e l’ateismo pratico.

Quando si tratta di moralità, questo cristianesimo imbastardito cerca di combinare, in modo incoerente e ridicolo, il liberalismo morale con l’etica di Gesù, riducendo quest’ultima a un unico principio generico: l’amore per il prossimo. Gesù ha difeso l’etica dell’amore per il prossimo, ma non ha mai preteso di annullare la moralità tradizionale, collegata, ad esempio, alla sessualità basata sull’accoglienza della vita. I “cristiani progressisti”, invece, sostengono che Gesù, che considerano un “genio religioso e dell’etica”, non abbia spiegato dettagliatamente le implicazioni pratiche dell’amore per il prossimo.

E così noi, cristiani contemporanei, grazie a molti secoli di “esperienza” e all’“intelligenza” che abbiamo acquisito come uomini e donne, ora pensiamo che amare il prossimo significhi tollerare, o perfino sostenere, pratiche come la fornicazione generalizzata, la coabitazione tra single senza alcun impegno, l’aborto, il matrimonio omosessuale equiparato al matrimonio naturale aperto alla vita e perfino il suicidio assistito (e in molti casi indotto) per i malati terminali.

Temo che il liberalismo morale, che ha già distrutto il cristianesimo in gran parte di quello che si autodefinisce “mondo civilizzato” (anche se restano ridotte incoraggianti di protestanti e cattolici tradizionali), finirà presto o tardi per distruggere la propria civiltà.

Pensate a certi tipi di condotta che diventano moralmente permissibili quando si accettano i “principi” del liberalismo morale:

– Relazioni poligamiche: basta che siano consensuali e tra adulti.

– Adulterio: basta che il coniuge “innocente” acconsenta, a livello esplicito o implicito, o se non ha dato il proprio consenso che l’adulterio rimanga ben nascosto, di modo da non ferire i suoi sentimenti.

– Incesto: basta che i partner siano adulti, acconsentano e prendano precauzioni per evitare una gravidanza.

– Pedofilia: basta che il minorenne sia considerato psicologicamente più maturo della media, ovvero abbastanza maturo da dare il proprio consenso.

– Sesso con animali: basta che l’animale non soffra.

– Suicidio: basta che la persona che lo commette sia consapevole della sua decisione.

– Sacrifici religiosi di esseri umani: basta che la vittima sacrificale sia adulta e acconsenta.

Non voglio dire che il liberalismo morale ci porterà necessariamente a tutte queste forme di condotta. Dubito, ad esempio, che il sesso con animali si generalizzi, ma immagino che i prossimi decenni vedranno un aumento considerevole dei casi di adulterio. Come i giovani di oggi presumono ormai che il coniuge abbia avuto un notevole numero di partner sessuali precedenti (visto che quasi nessuno prende sul serio la verginità prematrimoniale), gli sposati del futuro tenderanno a trovare normale che il proprio coniuge abbia relazioni adulterine occasionali. Immagino che ci sarà un aumento notevole delle relazioni poligamiche e perfino dell’incesto, e non rimarrei sorpreso se i duelli fino alla morte tornassero ad essere uno sport relativamente popolare, come lo erano nel paganesimo romano.

Ma non pretendo di prevedere il futuro. Il mio obiettivo con questo testo è solo quello di proporre tre spunti di riflessione:

– Questi sviluppi possono verificarsi, e per logica devono avvenire in una società che abbraccia il liberalismo morale;

– Il liberalismo non può essere applicato alla morale, visto che queste conseguenze sono la negazione stessa del concetto di “morale”, che implica regole di comportamento che prevedono l’autentico bene, proprio e del prossimo;

– Una società che abbraccia una pseudoteoria morale che nega la morale stessa si distruggerà.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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