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Le tue decisioni sono dettate dalla paura o dall’amore?

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Elizabeth Scalia - Aleteia - pubblicato il 26/01/16

Scegliamo l'illusione presuntuosa del controllo o ci fidiamo di Dio?

Di recente ho parlato con un uomo che sembra vivere in uno stato permanente di rabbia nei confronti di tutto – titoli, la Chiesa, il papa, le campagne presidenziali… -, e mi sembrava che alla base di tutta la sua rabbia ci fosse un senso di paura profondamente radicato. La paura riguarda le cose al di fuori del suo controllo, o della sua percezione del controllo; e se non può controllare le circostanze personalmente, le persone in posizioni di leadership dovrebbero controllarle nel modo che lui preferisce, per procura, per così dire.

Le cose non vanno come pensa che dovrebbero; i leader non dicono quello che vorrebbe che dicessero, ed è arrabbiato, e sembra terrorizzato per il fatto che se tutte le parole importanti non vengono dette, e dette e ridette, allora in qualche modo le cose collasseranno – Nazioni, Chiese, società e il mondo intero.

Sembrava un’idea presuntuosa ed egoista, oserei dire quasi idolatra: se l’uomo non sostiene il mondo, questo cessa di esistere. Potrebbe essere vero che una società che perde la direzione e va a rotoli si impoverisce, ma come cristiana continuavo a chiedermi perché avesse così poca fede nello Spirito Santo. Pochi momenti trascorsi a contemplare il Crocifisso, o leggendo la vita di qualche santo, bastano ad aiutarci a riconoscere che Dio usa ogni azione, nel bene e nel male, per portare le cose all’obiettivo positivo che ha stabilito per loro, e che, come diceva San Filippo Neri, “possiamo fidarci”.

Dopo che abbiamo parlato ho scritto nel mio diario:

Perché hanno tutti così paura? Non capiamo che la paura è la base che sostiene tanta parte del nostro peccato? Sono stupida, e a volte non ho paura quando invece dovrei averne, ma preferisco essere stupida, ingenua e maldestra che avere sempre paura.

Ogni giorno mi rivolgo al Sacro Cuore di Gesù, “dimora della Giustizia e dell’Amore, che arricchisci chiunque ti invoca…”, e capisco che ogni preoccupazione può essere posta in quel grande cuore e lasciata lì, in completa fiducia.

Niente è sicuro o puro. Chiunque avrà delle prove, ma il Sacro Cuore è un’immolazione di sé, e non si consuma mai. È lì nella prova con noi. E allora perché avere paura?

Qualche giorno dopo sono stata felice di vedere che un sacerdote ha scritto qualcosa di simile su Aleteia. Chiedendosi “Prendi le tue decisioni sulla base della paura o dell’amore?”, padre Carlos Padilla scrive: “A un certo punto della saga di Guerre Stellari, Yoda dice ad Anakin: ‘La paura è la via verso il lato oscuro. La paura porta alla rabbia, la rabbia porta all’odio, l’odio porta alla sofferenza’. La paura di poter perdere ciò che amiamo può portare alla rabbia. La paura può chiuderci in noi stessi, e alla fin fine può far sì che avvenga la cosa che temiamo di più”.

Giustissimo. La paura che il proprio Paese stia perdendo la sua grandezza può far sì che si ripongano troppe speranze negli uomini o nei movimenti, che alla fine diventano così alienanti da rendere impossibili i compromessi costruttivi, e l’unica cosa che si teme diventa inarrestabile.

La paura che la Chiesa – l’entità eterna, fondata e sostenuta a livello soprannaturale che continua a esistere nonostante l’irresponsabilità e gli errori dell’umanità – crollerà a meno che il messaggio della peccaminosità umana non venga elaborato quotidianamente può far sì che si diventi una persona sgradevolmente bisbetica che tutti eviteranno. Se il timore che le vostre parole vengano scambiate per un’approvazione (piuttosto che come una semplice dichiarazione) vi impedisce di salutare qualcuno con un “È bello che tu esista” prima di dirgli perché è un gran peccatore, la vostra evangelizzazione non farà altro che assicurare che quella persona non si accosti mai al banco di una chiesa.

Padre Padilla scrive che Anakin Skywalker si è spostato verso il lato oscuro quando la paura di perdere la moglie lo ha portato a cercare dei poteri al di sopra della vita e della morte che appartengono solo a Dio. Il grande peccato dell’umanità, dai tempi del giardino dell’Eden, è sempre stato il nostro desiderio di essere come Dio, per cui il mondo dovrebbe girare in base alla nostra mente, perché alla fin fine non possiamo mai comprendere pienamente la mente di Dio, e andare avanti semplicemente sulla fiducia è molto difficile.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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