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Gettati in mare con le mani legate e la bocca cucita, continuavano a pregare

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Alvaro Real - Aleteia - pubblicato il 08/10/15

18 nuovi martiri spagnoli sono stati beatificati

Santander (Spagna) ha celebrato sabato la Messa di beatificazione di 18 martiri morti per la loro fede durante la persecuzione religiosa avvenuta in Spagna all’inizio della Guerra Civile.

Si tratta di 16 religiosi cistercensi del monastero di Cóbreces, in Cantabria, e di due monache del monastero di Fons Salutis di Algemesí, a Valencia.

La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La storia dei nuovi beati fa venire i brividi.

“Il 22 luglio 1936, un gruppo di miliziani è entrato nel monastero di Cóbreces”, ha ricordato il cardinale, “ha messo contro un muro alcuni religiosi, li ha insultati e ne ha simulato la fucilazione. Tra il 3 e il 4 dicembre 1936, il gruppo più numeroso di religiosi è stato gettato in mare con le mani legate e la bocca cucita con il fil di ferro perché continuavano a pregare. Ma essi non hanno serbato rancore, perdonando i propri aguzzini”.

I monaci beatificati sono Pío Heredia (Álava), Amadeo García (León), Valeriano Rodríguez (León), Álvaro González (León), Antonio Delgado (Burgos), Eustaquio García (Palencia), Ángel de la Vega (León), Ezequiel Álvaro de la Fuente (Palencia), Eulogio Álvarez (León), Bienvenido Mata (Burgos), Marcelino Martín (Palencia), Leandro Gómez (Burgos), Eugenio García (Burgos), Vicente Pastor (Valencia), José Camí (Lérida), Micaela Baldoví (Valencia) e Natividad Medes (Valencia). Con questi nuovi 18 beati, in totale sono ormai 1.544 i martiri spagnoli della Guerra Civile beatificati.

Sono stati assassinati perché seguivano Cristo e non hanno avuto niente a che vedere con l’ondata di violenza che si è vissuta in Spagna all’epoca. I religiosi di Cóbreces erano semplici lavoratori delle campagne e avevano una piccola fabbrica di formaggio, nella quale impiegavano alcuni vicini.

Le milizie repubblicane sono entrate nel convento con la scusa di cercare armi. Hanno rubato e confiscato tutto ciò che c’era di valore, svuotando il convento e portando i religiosi in condizioni di prigionia a Santander.

Poco dopo sono stati liberati, e anche se vivevano separatamente nella città riuscivano a riunirsi di quando in quando in casa di un benefattore. In seguito sono stati arrestati e assassinati.

Dei 16 monaci uccisi, due hanno ricevuto colpi di arma da fuoco alla schiena e sono stati abbandonati in una cunetta, mentre gli altri 14 sono stati gettati con una zavorra da un’imbarcazione nella baia di Santander.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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martirisanti e beati
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