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Prove di compromesso tra conservatori e progressisti?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 25/03/15

Il porporato filippino apre le porte della Chiesa a omosessuali e divorziati risposati. Il cardinale tedesco frena ma non chiude le porte al dialogo

E se il punto di incontro tra progressisti e tradizionalisti fosse un "si" con riserva? Papa Francesco ormai quasi con cadenza quotidiana rilancia appelli affinché ognuno preghi per il prossimo sinodo della famiglia che porrà tutta una serie di questioni delicatissime, già oggetto di divisioni nel primo step dell'ottobre scorso.

TEMI BOLLENTI
Dalla comunione ai divorziati risposati, alle coppie omosessuali, sino al celibato sacerdotale: sono tanti i temi bollenti che vedono contrapposte almeno due grosse schiere di padri sinodali, tra favorevoli ai cambiamenti rispetto alla dottrina attuale, e conservatori rispetto ad essi in un mondo sempre più laico e secolarizzato.

IL PERCORSO DEL PROGRESSISTA TAGLE
Su Adista (n°12 del 28 marzo 2015) vengono riportati stralci dell'intervista al Daily Telegraph (9 marzo) del cardinale filippino Luis Tagle, arcivescovo di Manila – considerato da molti uno dei porporati più papabili al prossimo Conclave, nonché "progressista" convinto. Tagle disegna un percorso di grande apertura per le persone omosessuali e per i divorziati risposati.

NUOVA VISIONE DI GAY E LESBICHE
Nell’intervista, Tagle ha contestato la stigmatizzazione operata da tanti rappresentanti della Chiesa nei confronti die gay e lesbiche e ha analizzato l’evoluzione a più livelli che, nel tempo, ha portato a una diversa percezione della realtà delle persone omosessuali e dei divorziati risposati: prima di tutto, una «crescita nella misericordia» unita a un mutamento della sensibilità, che ha fatto sì che «ciò che un tempo rappresentava un modo accettabile di mostrare misericordia… ora, nella mentalità contemporanea, non venga più visto così».

VALUTAZIONI SBAGLIATE DEI CRISTIANI
«Non so se sia vero – racconta Tagle – ma ho sentito che in alcuni circoli, circoli cristiani, la sofferenza cui queste persone erano sottoposte era persino considerata una giusta conseguenza dei loro errori, che in un certo senso venivano in questo modo spiritualizzati…Ma siamo contenti di constatare e sentire che questa situazione è cambiata».

VALUTARE CASO PER CASO
A proposito dei divorziati risposati e della loro ipotetica riammissione ai sacramenti in particolari circostanze, Tagle ha detto che non è semplice trovare una risposta: «Ogni situazione è abbastanza unica. Avere una regola generale potrebbe essere controproducente, alla fine. La mia posizione al momento è quella di chiedere: “Possiamo considerare seriamente ogni situazione e la Chiesa prevede percorsi che consentano di prendere in esame ogni caso singolarmente?”. È un tema su cui spero che la gente apprezzerà il fatto che non ci siano “sì” e “no” facili. Non possiamo avere una formula per tutti i casi».

LA LINEA DEL TRADIZIONALISTA MULLER
Tagle sa bene di scontrarsi con un fronte in netta chiusura rispetto alle sue posizioni. E prova a tendere la mano con un'apertura "caso per caso", concedendo un "sì con riserva" all'altro blocco e ammantando cambiamenti radicali della dottrina.

Sulla sponda opposta Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uno dei “ministri” più importanti del Papa, intervistato da rp-online.de (24 marzo), premette: «In Vaticano non c'è alcuna opposizione al Papa. La lealtà nei confronti del successore di Pietro è presupposto per l'esercizio dell'incarico, come ho io».

IL DESIDERIO DEL PAPA E LA SECOLARIZZAZIONE
Poi evidenzia, in riferimento ai temi "bollenti" su cui pressano il progressisti: «Francesco vorrebbe che le persone che sono in situazioni difficili non siano lasciate sole, ma accompagnate e inserite nella comunità, senza però fare dei tagli alla dottrina della Chiesa». La risposta della Chiesa alle sfide della secolarizzazione non può essere un «semplice sì» agli ordini del giorno dei vari Tagle.

"NO" A FEDE ANNACQUATA
Il cardinale tedesco va giù duro: «La sfida è che ogni persona viva Gesù come centro e fondamento della propria vita. Ognuno deve sapere che nella vita e in ciò che ne deriva, si tratta di porre la propria fiducia in Dio che si è fatto uomo. Questo è il nostro ordine del giorno e non un cristianesimo a basso costo».

IL COMPROMESSO PER IL BENE DELLA CHIESA
La sfida è conciliare le parti. La spinta del cambiamento dei progressisti è palese, ma guai ad «annacquamenti della fede». Il cardinale è deciso. «Chi crede col cuore e testimonia con la bocca, questi viene salvato, dice l'apostolo Paolo. Non possiamo semplicemente dar corda allo “spirito del tempo secolare"», sentenzia Muller, che lascia aperto uno spiraglio: «L'unità della Chiesa è un bene altissimo che deve essere conservato».

NON SI DIALOGA SUL CELIBATO SACERDOTALE
Dunque, si scongiureranno fino all'ultimo fratture insanabili tra le due sponde. Probabilmente su temi come la comunione ai divorziati risposati o l'approccio con le coppie omosessuali, si dialogherà intensamente. I progressisti contano di strappare quel "si con riserva" evocato da Tagle.

Le porte invece sono blindate per il celibato sacerdotale: «È basato su una lunga tradizione – dice Muller – C'è una particolare vicinanza tra il presbiterato e questa forma di vita. Anche Gesù ha vissuto da celibe. Non conosco nessun motivo di fondo per cui la Chiesa dovrebbe abbandonare questa tradizione».

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