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Perché Dio chiede un matrimonio per sempre e con la stessa persona?

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Juan Ávila Estrada - pubblicato il 02/10/14

Quando si perde la nozione di Dio, il concetto dell'amore si dissolve
Esistono insegnamenti di Gesù che provocano sconforto, perché limiterebbero la libertà e il desiderio di costruire la felicità. “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?” (Mt 19,4-5).

Questa frase pronunciata con autorità da Gesù, contraddicendo anche la legge mosaica, ha suscitato dibattiti, divisioni, scismi all’interno della Chiesa. E anche dolore da parte di molti che, avendo fallito nel proprio matrimonio, hanno cercato di rifarsi una vita affettiva e oggi si sentono esclusi o rifiutati dalla Chiesa per il fatto di non potersi comunicare.

Si tratta di uno degli insegnamenti che non vengono compresi facilmente. Come può Dio rivendicare che un’unione coniugale sia per sempre se noi siamo vulnerabili, così inclini al male, fragili, ci sentiamo spesso incapaci di essere fedeli ai nostri impegni perenni? Può esistere un’unione per sempre? E se ci sbagliamo?

Dall’altro lato, molti difendono la possibilità di dissolvere il matrimonio tenendo in considerazione il fatto che l’amore sarebbe incostante, o che non esisterebbe un affetto che possa essere duraturo a causa della contingenza dell’uomo. Perché Dio chiede un’unione matrimoniale per sempre e con una sola persona? Forse non ci conosce, o non sa di cosa siamo fatti?

La difesa dell’indissolubilità è nell’argomentazione della sua negazione. Dio sa di cosa siamo fatti e per questo crede in noi. Egli sa perfettamente tutto ciò di cui siamo capaci, ma noi, a causa del peccato, a poco a poco ce ne dimentichiamo. Siamo peccatori, Egli lo sa molto bene, ma siamo anche esseri redentori, e questa redenzione è ciò che permette di fare di noi nuove creature. Siamo fatti per l’amore, che non è solamente una possibilità umana, ma anche un dovere metafisico. Chi non ama ha perso la sua umanità e il senso di ciò che è.

Per credere nell’indissolubilità matrimoniale è necessario credere nella fedeltà, e per credere nella fedeltà bisogna credere nell’amore. Ma per credere nell’amore è fondamentale credere in Dio. Non si può credere nell’amore vero se non si crede in Dio.

Perché l’amore sia eterno e perenne bisogna credere nell’esistenza di un Dio che è amore. Questo perché le definizioni “per sempre” (carattere infinito), “da sempre” (eternità), perfezione e trascendenza sono legate al Creatore. Quando si perde la nozione di Dio, il concetto di amore si dissolve.

Nessuno crede tanto nell’amore umano come Dio, che sapendo come siamo ha permesso di darci sempre attraverso tutte le generazioni l’opportunità di imparare da Lui che è il nostro miglior maestro. E ci propone un modello di trinità terrena nella quale l’esperienza amorosa possa essere vissuta in questa vita.

Negare Dio è negare l’eternità, e con ciò soccombe la resurrezione e saremo condannati al nulla.

Se intendiamo l’amore come puro meccanismo fisiologico, lo esporremo alla sensibilità della pelle che vuole sempre dare piacere a se stessa. Solo quando comprendiamo che Dio esiste, che “è amore” e che ci ha amati con amore eterno possiamo vivere l’esperienza della donazione, del “sì” per sempre senza paura di sbagliare. Ma soprattutto senza lasciare quel “sì” alla mercè degli istinti viscerali che chiedono ogni giorno di più come un enorme serpente che divora se stesso per la coda.

L’amore umano è legato a Dio. L’incredulità, l’ateismo, sono la morte dell’“amore per sempre”, e se non esiste questo amore per sempre siamo condannati a vivere desiderando ciò che non è possibile. Ciò che ci attende è l’assenza di senso.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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