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Matrimonio in crisi: cosa fare prima di gettare la spugna?

Couple in crisis

© ChameleonsEye/SHUTTERSTOCK

Patricia Navas - Aleteia - pubblicato il 19/05/14

La Chiesa può aiutare le coppie nel superare le difficoltà

Per risolvere i problemi di coppia, il primo passo è che entrambi siano consapevoli dell'esistenza di una difficoltà. Lo spiega nella seconda parte di un'intervista ad Aleteia l'orientatore e mediatore familiare Max Galdeano, volontario presso il Centro di Orientamento Familiare (COF) Mare de Déu de la Salut del vescovado di Terrassa (Spagna) e responsabile della ONG Acción Familiar di Barcellona su temi familiari.

Quali sono i problemi che incontra in genere nel suo lavoro?

È moto difficile fare una lista di problemi. Sono tanti quante le coppie che ho visto. Posso enumerarne alcuni: la mancanza di preparazione previa e una scarsa comprensione, o anche una banalizzazione del significato del matrimonio; un'assenza di progetti comuni futuri, il non conoscere gli interessi del coniuge, l'incapacità di affrontare i problemi o gli impegni, non capire il concetto di donazione. I casi di infedeltà sono piuttosto frequenti.

La routine, la critica, la monotonia, l'immaturità, la superficialità, l'egoismo, una comunicazione inadeguata, la mancanza di sincerità, fiducia e rispetto sono altre delle tante cause presenti nelle rotture.

È importante insistere sull'opera preventiva dei Centri di Orientamento Familiare (COF): prima si forniscono strumenti utili alle famiglie e alle coppie, più capacità avranno di risolvere i propri problemi.

All'interno della pastorale familiare, i COF sono un elemento chiave. Attualmente si sviluppano le catechesi prematrimoniali in vari formati e con la finalità di aiutare i fidanzati ad approfondire la propria conoscenza del matrimonio. Sarebbe bene far sapere loro che quando sorgono alcune difficoltà nella relazione, il che è normale, devono ricordare che esistono i COF diocesani, dove potranno ricevere aiuto.

Questo è il messaggio che dobbiamo trasmettere: “Potete essere aiutati”, la Chiesa può aiutarvi a superare le vostre difficoltà. Troverete una voce, una parola, un gesto gentile, attento, qualcuno che vi ascolterà e vi accompagnerà perché troviate la soluzione migliore per il vostro matrimonio, per la vostra famiglia.

Come può valutare la “buona salute” di un rapporto di coppia?

Quando lavoro con una coppia tocco una serie di elementi chiave che danno vari indizi sul rapporto che esiste. Questi elementi variano in base alla formazione personale e professionale di ogni orientatore o mediatore familiare.

Dal mio punto di vista, è fondamentale il tema degli affetti, dell'apprezzamento, parlare del livello di impegno come coppia, osservare come si gestiscono le crisi, lo stress, se c'è tensione; è anche importante sapere come si sfrutta il tempo insieme: quantità, qualità.

Bisogna anche osservare se la coppia ha una comunicazione positiva ed efficace. Si deve infine parlare del benessere spirituale, se si condividono credenze, pratiche religiose o no. Questi elementi si osservano nel corso delle sessioni.

In parallelo, si riflette su alcuni compiti, sia a livello personale che di coppia, perché forniranno un elemento molto importante, come il concetto chiaro di impegno e dei progetti futuri in comune della coppia.

Le aree sono quelle di livello professionale (progetti, sogni, speranze…), livello familiare, livello di relazioni e/o amici, livello di salute e infine livello trascendente (spirituale, religioso).

Sarebbe come una radiografia della coppia: si conoscono i punti forti e quelli da migliorare. Si esortano le persone a stabilire mete, sogni o obiettivi per iscritto, così ci si impegna. E a sforzarsi ogni giorno per raggiungerli, aver cura delle cose piccole, semplici, quotidiane: è lì la chiave del trionfo.

Non bisogna improvvisare, ma stabilire una linea d'azione, di condotta. E non è mai un bene percorrere questo cammino da soli; bisogna cercare aiuto rapidamente, non confidare nel fatto che le cose cambieranno.

Quali vie ci sono per riuscire a trovare una soluzione quando ci sono dei problemi?

Che entrambi siano consapevoli che c'è una difficoltà nel rapporto è il primo passo per cercare di trovare una soluzione. Quando non è così, il pronostico è più complicato e soprattutto doloroso.

Non importa tanto che arrivino a un accordo o meno, ma il processo che stanno compiendo per trovare una soluzione. Un piccolo cambiamento aiuta molto in questo processo. Se stai facendo qualcosa e non c'è un progresso, senti che non vale la pena e abbandoni. Ciascuno deve scoprire che più che cambiare l'altro è importante cambiare se stessi.

Come afferma lo psichiatra Rojas Marcos, la qualità della nostra vita è la qualità delle nostre relazioni, e la chiave della convivenza è sapere cosa voglio e cosa vuole l'altro. Questo ci permette di percorrere cammini comuni di pace.

Se sai come fare, la coppia è una macchina per produrre felicità. In caso contrario, è tra le cose più distruttive che esistano. La coppia è un luogo privilegiato per amarci. Fuori da questo contesto, è molto più complicato.

Se inoltre riesci a far sì che le persone introducano nella loro vita quotidiana la presenza di Gesù, di Dio, di piccole preghiere, è un altro elemento che aiuta. Io cerco di far vedere alle coppie che in un matrimonio cristiano introdurre Gesù è una garanzia molto potente del fatto che non sei solo.

Quando una coppia decide di separarsi lo farà, indipendentemente da chi si trova davanti. Mi è costato capirlo, ma ho verificato che è così. Se noi in questo lavoro di orientamento, di aiuto, di ascolto, siamo capaci di portare le persone su un terreno basato su una certa tranquillità, esauriremo tutte le cartucce prima di arrivare dall'avvocato.

C'è sempre un'opportunità per rendersi conto di ciò che hai per evitare questo. Se sono capace di convincere l'altro che vale la pena andare avanti, che cambierò, vale la pena. Se inoltre quella persona ravviva un po' il suo amore, che altro desideri?

Nessuno ci ha detto chi può aiutare quando abbiamo dei problemi di relazione nel matrimonio. A volte si pensa a un sacerdote, o a una coppia amica, o a uno psicologo, o ancora a un avvocato, ma ci costa molto aprire la nostra intimità personale e matrimoniale e non ci andiamo; confidiamo nel fatto che passerà.

Vediamo che non è così e che in genere si arriva a situazioni dolorose in cui bisogna consultare vari professionisti e non c'è più altra risorsa.

Se poi siamo capaci di aiutare le coppie che si sono separate, non saremo capaci di aiutare quelle che non si vogliono separare? Molte volte, se tutto lo sforzo posto dopo una rottura a beneficio dei figli e degli accordi futuri fosse stato messo prima per salvare il matrimonio, la situazione di quelle coppie sarebbe sicuramente un'altra, e tutti ne avrebbero guadagnato.

Di fronte a una difficoltà nella coppia, la calma e la tranquillità sono la prima cosa; si negozia meglio in una situazione di calma che in una di “tempesta”. Bisogna sempre usare tutte le cartucce, prima di arrivare a un contenzioso.

Il matrimonio è il luogo migliore per manifestare i nostri affetti, la nostra capacità di amare. Ma può anche diventare un'autentica tortura se non siamo capaci di gestirlo adeguatamente.

Il suo lavoro è soddisfacente?

Molto. So che non ho potuto aiutare molte coppie, perché il loro rapporto era così deteriorato che è stato impossibile. All'inizio resti un po' bruciato. Sai che sono situazioni nelle quali ci sono molto dolore, molta rabbia, molta sofferenza. Io mi accosto alle mediazioni con un dittico del COF e un pacchetto di fazzoletti di carta, perché si piange, perché sono situazioni difficili.

Ci sono anche situazioni positive nelle quali dopo aver combattuto (infedeltà, abbandoni del tetto coniugale…) la coppia si dà una seconda opportunità.

In ogni caso, credo che la coppia che è passata per un processo di orientamento familiare o mediazione familiare abbia imparato ad ascoltare l'altro, a mettersi nei suoi panni, a capire le sue paure, a parlare senza timori, a dare un nome a ciò che accadeva, a conoscere l'altro un po' di più, a conoscere meglio anche se stessi, e tutto questo ha permesso di prendere la decisione più adatta alle persone specifiche.

In questo risiede uno dei vantaggi della mediazione, che i protagonisti sono i membri della coppia; sono loro che prendono le proprie decisioni. Questo apprendimento servirà sicuramente loro a far sì che di fronte a difficoltà future siano capaci di agire positivamente.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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