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La moglie di un uomo dipendente dalla pornografia scrive al parroco

A Letter From the Wife of a Porn Addict Lotus Carroll – it

Lotus Carroll

Aggie Catholic - pubblicato il 08/05/14

"Semplicemente, soffriamo e moriamo dentro, da sole"

Questa lettera ci è stata inviata da un prete che l’ha ricevuta da una parrocchiana:

Caro Padre,

le scrivo questa lettera nell’anonimato perché se le rivelassi la mia identità mi sentirei poi in imbarazzo nel venirmi a confessare, o nel presentarmi a Messa, nel luogo in cui sono riconoscente di essere cresciuta. La ringrazio di essere un prete così fantastico e per l’attività pastorale che lei svolge per tutti noi.

Sulle panche della sua chiesa siedono, nell’anonimato, donne che cercano di tenere unita la propria famiglia combattendo la forza distruttiva che la pornografia esercita sui nostri mariti e sui nostri figli. Ne siamo ferite e sconvolte, tollerando – ma non gioendo – i nostri matrimoni e confrontandoci con la nostra inadeguatezza e depressione.

Personalmente, ho la sensazione che i primi 15 anni di matrimonio, quelli precedenti alla mia scoperta, siano solo un’enorme bugia, sento di essere stata “ingannata” da un marito che consideravo fedele, un marito coinvolto nella vita della chiesa nonché membro dei Cavalieri di Colombo. Negli ultimi tre anni sono arrivata a credere che un tradimento con un’altra donna sarebbe stato più facile da tollerare; forse perché avrei potuto competere con una donna fatta di carne ed ossa, ma non posso nulla contro una digitale. Mi ha completamente scosso pensare a quale piacere e soddisfazione può provare mio marito osservando un’immagine bidimensionale; questo ha distrutto totalmente la consapevolezza che avevo di me stessa e di ciò che valgo. Il mio mondo è stato sconvolto ed avrei lasciato mio marito, se non fosse stato per i nostri bambini. Non sono più in pace con me stessa e sogno il giorno in cui potrò di nuovo esserlo.

Sono certa che nel confessionale avrete ascoltato alcuni mariti parlare di questo problema; mio marito ora è diventato molto sincero, onesto, nella sua lotta contro la pornografia e sulle sue frequenti confessioni del peccato. Inizialmente, il fatto che io sapessi del suo peccato lo faceva stare meglio perché pensava che gli avrebbe dato più forza nel resistere alle tentazioni. Sfortunatamente, penso che si sia illuso e questo lo ha fatto “nascondere” sempre di più. Se questo suo atteggiamento non distruggerà il mio matrimonio, temo che lo farà la mia “reazione”.

Dall’altra parte ci siamo noi donne: il nostro peccato è la rabbia e l’incapacità di perdonare perché i nostri mariti non riescono a fermarsi; come possiamo sperare in ciò? Alcuni mariti si pentono del loro fallimento nel contrapporsi alla tentazione; molti neanche pensano che sia un problema, ma li ha resi schiavi. Ho sentito un’altra donna dire che preferirebbe che suo marito si drogasse, almeno lì ci sono dei programmi per superare quel tipo di demone. Io sono sicura che tutto ciò influisce sulle abilità lavorative di mio marito e immagino che stia mettendo a repentaglio la sicurezza del suo impiego. I miei pensieri sono ora peccaminosi e cedono alla rabbia; tutta l’energia spesa cercando di tenere fuori dalla nostra casa le tentazioni che vengono con le nuove tecnologie; il tempo speso nella rabbia – non sono queste le cose per cui Dio mi ha scelto. Penso sempre a Cristo sulla croce che dice “Signore, perdonali perché non sanno quello che fanno”, ma mi rispondo che “nessuno disse a Gesù che lo avrebbero amato ed onorato tutti i giorni della loro vita”.

I miei figli servono all’altare e temo per loro e per il loro futuro; per le loro future mogli. Cerco di insegnargli la purezza, il valore della loro sessualità e la Teologia del Corpo, ma loro conoscono le riviste e i siti web che il padre legge o frequenta e sanno che è un “buon uomo” e che “riceve i sacramenti” – così io sono solo la loro madre, puritana e “vecchio stile”. Mi sento costantemente sotto attacco e non intravedo una fine per il mio dolore.

Vorrei ci fosse un gruppo di sostegno per le donne che soffrono a causa di questo problema, ma proviamo tutte una grande vergogna nel non riuscire a soddisfare abbastanza i nostri mariti ed abbiamo paura di renderlo pubblico e distruggere così la reputazione dei nostri mariti. Semplicemente, soffriamo e moriamo dentro, da sole. Non voglio dare nessun consiglio o chiederle di fare qualcosa in merito. Forse lei potrebbe dire di tanto in tanto un preghiera per quelle mogli della sua parrocchia che cercano di tenere unita la propria famiglia. Grazie per aver tollerato il mio sfogo.

La ringrazio,

Per gentile concessione di Aggie Catholics

Tags:
matrimoniopornografiatradimento
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