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Perché il prossimo Conclave è il 75° mentre i Papi sono 265?

Chiara Santomiero - pubblicato il 20/02/13

Curiosità storiche sulle norme del Conclave

Probabilmente Benedetto XVI emanerà un Motu proprio, cioè un documento contenente delle norme, per regolare alcuni aspetti del Conclave e della sede vacante. Questa iniziativa si è resa necessaria perché l’ipotesi della rinuncia al proprio ministero da parte di un Papa, anche se prevista dal codice di diritto canonico, non è minuziosamente regolata dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che governa tutta la materia della successione di un pontefice. Quelle di Benedetto XVI sarebbero delle regole nuovissime poste accanto a norme millenarie, come ha raccontato ai giornalisti della sala stampa vaticana il vice prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, Ambrogio Piazzoni.

Ha più di 900 anni la regola che attribuisce solo ai cardinali il diritto e anche il dovere di eleggere il Papa. Lo stabilì papa Nicolò II nel 1059. Però si scordò di indicare con quale maggioranza dovesse essere eletto il papa e per i 120 successivi accadde che gruppi contrapposti di cardinali eleggessero papi e antipapi.

Troppo disordine, così nel 1179 venne stabilita una maggioranza di due terzi per l’elezione valida del pontefice.

Accadeva tuttavia che i cardinali ci mettessero troppo a raggiungere questa maggioranza mettendosi d’accordo sul nome del nuovo papa. Il colmo fu raggiunto nel 1270 in occasione del cosiddetto Conclave di Viterbo quando, durando ormai la sede vacante da ben 33 mesi, gli abitanti della città laziale chiusero a chiave gli elettori nella sala grande del palazzo papale e scoperchiarono parte del tetto per indurli a decidere in fretta. Il papa eletto in quell’occasione, Gregorio X, memore di questa vicenda, istituì il Conclave vero e proprio nel 1274, un’istituzione per garantire la libertà dei cardinali elettori e anche un tempo ridotto per l’elezione del Papa.

Gregorio X stabilì che i cardinali si riunissero in un luogo chiuso a chiave all’interno e all’esterno, con una specie di ruota per far passare il cibo, e per indurli a non indugiare troppo stabilì che la quantità di cibo destinata all’alimentazione dei porporati fosse progressivamente ridotta con il passare dei giorni fino ad arrivare a…pane e acqua!

Per lo stesso motivo, durante il periodo della sede vacante, le rendite dei cardinali, venivano sequestrate dal Camerlengo – il cardinale addetto a gestire questa fase – che le consegnava poi al nuovo Papa.

Il Conclave come lo conosciamo oggi ha quindi “solo” 738 anni, ed è questo il motivo per cui dopo Benedetto XVI verrà celebrato il 75° Conclave mentre i papi nella storia sono stati 265. 

E’ ancora più “giovane” il voto segreto e scritto dei cardinali che risale al 1621 con Papa Gregorio XV.

Nel 1922 Papa Pio XI (il cardinale Achille Ratti) fu eletto in assenza dei cardinali americani che non riuscirono ad arrivare in tempo: per questo egli stabilì con Motu proprio che il tempo di inizio del Conclave, che prima era stabilito 10 giorni dopo l’inizio della sede vacante, fosse aumentato a 15 giorni.

Nel 1970 papa Paolo VI stabilì che potessero entrare in Conclave con diritto di voto solo i cardinali di età fino a 80 anni: le proteste furono molte ma la norma è in vigore ancora oggi.

Nel 1975 lo stesso papa stabilì in 120 il numero massimo di cardinali elettori e venne precisato anche il momento esatto in cui il prescelto diventa Papa: nel momento in cui risponde “Sì, accetto”.

Ma perché venisse fissato una volta per tutte qual era il luogo in cui dovesse svolgersi il conclave, occorre aspettare Giovanni Paolo II. Nel 1996 egli promulgò la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, tuttora in vigore, che stabilisce che il luogo del Conclave sia la Cappella Sistina del Palazzo apostolico vaticano, un luogo che “ispira particolarmente al colloquio con Dio”.

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