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Balotelli, quando il calcio si fa politica

Aleteia - pubblicato il 30/01/13

Nelle elezioni, però, i "centravanti" si giudicano sulle questioni eticamente sensibili

Tra i nuovi modi di far politica bisognerà ora annoverare anche il calcio? È la domanda non troppo peregrina che sorge di fronte all'ipotesi che l'arrivo al Milan di Mario Balotelli sia una sorta di manovra per attirare voti al Pdl in vista delle consultazioni elettorali di fine febbraio.

Se appena agli inizi di gennaio Silvio Berlusconi, leader del Pdl nonché presidente onorario del club rossonero, aveva espresso un netto rifiuto all'idea che il giocatore arrivasse al Milan, in queste ore della fine dello stesso mese “superMario”, come viene definito da molti, è in viaggio dall'Inghilterra a Milano proprio per diventare un nuovo membro della squadra.

Nel Milan è molto importante l'aspetto umano. Se metti una mela marcia nello spogliatoio può infettare tutti gli altri – aveva dichiarato Berlusconi ospite su Antenna 3 il 7 gennaio –. Io ho avuto modo di dare un giudizio sulla persona Balotelli, non accetterei mai che facesse parte dello spogliatoio del Milan” (IlSole24ore.com, 30 gennaio).

Il motivo di un cambiamento di idea così repentino? Per alcuni si tratta di una mossa puramente elettorale. Secondo alcuni sondaggi, infatti, Balotelli al Milan farebbe guadagnare tra i 200.000 e i 400.000 voti a livello nazionale (dallo 0,5% all'1%) e tra i 40.000 e gli 80.000 in Lombardia. “E allora va da sé che il frutto proibito si possa anche cogliere; anzi, si deve cogliere”, e la “mela marcia” ritorna ad essere “il delicato frutto del piacere che conosciamo fin dai tempi della creazione”.

Il fatto che l'arrivo di Balotelli al Milan stia diventando uno dei temi politici “caldi” lascia comunque perplessi. La priorità dovrebbero infatti averla altri temi, così come dovrebbe essere diverso il modo di approcciare la campagna elettorale. “È possibile che, a fronte di tutti i problemi che ci sono, dell'Italia che sta andando veramente male”, “si riduca tutto il dibattito a queste cose così ridicole?”, ci si chiede (Passi nel deserto, 30 gennaio).


“È possibile che il problema sia solo quanti voti sposti Balotelli, e non ad esempio cosa si possa realmente fare a favore dei lavoratori, dei poveri sempre più in aumento? O ciò che realmente si possa fare per l'alleggerimento (quanto mai necessario) delle tasse che tanto stanno appesantendo e deprimento il portafogli (ed il cuore) degli italiani?”. Sono questi, infatti, i temi su cui bisognerebbe impostare la propria “attenzione politica”, unita al desiderio di “partecipare con responsabilità, lungimiranza etica e partecipazione”.

Come ha ricordato il presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, è alle questioni eticamente sensibili che bisogna dare la priorità nella politica, alla quale soprattutto i cattolici dovrebbero partecipare attivamente visto che impegnarsi per raggiungere una società più giusta è un dovere, che si espleta già “semplicemente” con l'andare a votare. Senza la politica, ha ricordato, “non si potrà salvare l’Italia”.

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