È morto questa mattina a Palermo Fratel Biagio Conte, 59 anni, missionario laico protagonista di numerose battaglie in difesa dei poveri e degli indigenti a Palermo. Nel capoluogo siciliano nel 1993 aveva fondato la Missione Speranza e Carità. Da tempo Fratel Biagio era gravemente malato di cancro. Attorno a lui si sono stretti fino all'ultimo momento i volontari e gli ospiti della comunità che aveva fondato. In visita anche il vescovo di Palermo Corrado Lorefice (Rainews, 12 gennaio 2023).
La malattia di fratel Biagio
La gravità delle condizioni di salute del missionario palermitano era circolata già da qualche mese: c'era preoccupazione per il progressivo decadimento di Fratel Biagio Conte, tanto più dopo la diagnosi di tumore al colon. Dopo aver appreso del cancro, lo stesso Fratel Biagio, per prima cosa, ha chiesto di pregare per lui “e per tutti gli ammalati” (Aleteia, 22 giugno 2022). A nulla sono valse le cure degli ultimi mesi: il tumore era già in uno stato avanzato e in poco tempo ha divorato il corpo già fragile e provato del missionario.
Fratel Biagio Conte: figlio di imprenditori edili
Nato il 16 settembre 1963 in una ricca famiglia di costruttori edili, a 16 anni abbandona la scuola e inizia precocemente a lavorare nell'impresa edile della sua famiglia, ma a causa di una profonda crisi spirituale decide di allontanarsi dalla famiglia nel 1983, andando a vivere a Firenze.
Immagini del missionario morto a soli 59 anni
La scelta di vivere come eremita
Nel maggio 1990 la scelta di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell'entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi.Il viaggio è stato reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d'origine alla trasmissione Rai "Chi l'ha visto?", dove Biagio risponde in diretta informando del suo cammino verso Assisi.
Saio e bastone
Biagio Conte decide allora di indossare il saio e portare il bastone, assumendo l'aspetto con cui è stato conosciuto anche a livello nazionale, e mette in piedi la Missione Speranza e Carità, con l'obiettivo di dare conforto e un futuro agli emarginati della città.
“Missione di Speranza e Carità”
Un progetto che è passato attraverso l'ambiziosa costruzione delle tre "Città della gioia" a Palermo: oltre alla "Missione di Speranza e Carità" di via Archirafi, negli anni nascono anche "La Cittadella del povero e della speranza" nell'ex caserma di via Decollati e "La Casa di Accoglienza femminile" in via Garibaldi nei pressi della Magione, dedicata a donne e mamme con bambini.
Pasti caldi per mille persone
Nelle sedi, che attualmente possono arrivare ad accogliere oltre mille persone, vengono serviti tre pasti caldi, c'è assistenza medica e vestiti per i poveri che a decine, giorno dopo giorno, bussano alla porta in cerca di aiuto.
Gli scioperi della fame
Missionario laico ma fortemente religioso, Fratel Biagio Conte è stato capace di farsi sentire anche nei confronti delle istituzioni, tra scioperi della fame e proteste prolungate per ottenere risorse dedicate alle proprie attività di carità, in modo tale da offrire maggiori servizi ai bisognosi e ristrutturare le sedi delle comunità.
Biagio Conte ha dedicato tutto se stesso al suo progetto di solidarietà senza compromessi. Non ha mai risparmiato il suo fisico, con proteste estreme e digiuni, per pungolare l’indifferenza di troppi davanti alla povertà.
La missione a piedi a Bruxelles
Nel 2020 ha percorso a piedi oltre mille chilometri fino a Bruxelles, attraversando città e campagne, lanciando il suo messaggio di speranza e pace e consegnando una lettera al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli. Occorre essere coerenti, aveva scritto, “nella pace, nella verità e nella giustizia. Dobbiamo impegnarci per contribuire e rafforzare sempre più l’Unione europea, soprattutto nella solidarietà, nell’ospitalità e nell’accoglienza” (Aleteia, 6 marzo 2020).
“La verità verrà a galla”
Nell’agosto del 2021, Fratel Biagio Conte aveva lanciato un messaggio durissimo e limpido: «Siamo diventati responsabili e fautori nel produrre nuove povertà, nuove emarginazioni, disagi mentali, depressioni, suicidi e nuovi senza tetto e profughi lasciati alla deriva. È chiaro che chi parla con questi toni non sempre è gradito, per questo toglierò il disturbo, cercando di non essere più assillante e invadente, come pensa una parte di questa malata società; ma un giorno la verità verrà a galla. E così ho sentito di ritirarmi in montagna e nel silenzio (dal giorno 9 luglio, sono ad oggi 40 giorni), finendo e portando a termine gli ultimi giorni che il buon Dio mi ha concesso in questa travagliata vita terrena» (Avvenire, 12 gennaio 2023).