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“Io sono Satana”. Francesco Vaiasuso e la sua possessione demoniaca

Francesco-Vaiasuso
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/12/22
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Una testimonianza da brividi, quella di Francesco, che ha dovuto lottare per la sua liberazione per cinque lunghi anni, tra esorcismi e preghiere

La possessione demoniaca esiste e la storia di Francesco Vaiasuso lo testimonia. All’età di 31 anni ha scoperto di essere stato oggetto durante l’infanzia di un rituale malefico che ha condizionato la prima parte della sua vita, culminato con una grave possessione demoniaca. Accompagnato da sacerdoti e laici e dalla moglie Daniela, Francesco ha ottenuto la piena guarigione sia dalla malattia fisica che spirituale, ed ha scritto un libro per testimoniare la sua esperienza.

Ha fondato ad Alcamo la comunità di preghiera Maranatha, inoltre partecipa ad incontri in Italia e all'estero di evangelizzazione e preghiera dove esprime i carismi di discernimento, guarigione e liberazione ricevuti dallo Spirito Santo. Ecco la sua storia.

Il voto con un gesuita

Dopo aver fatto un voto con un gesuita, Francesco iniziò a pregare, ma qualcosa non andò per il verso giusto. «Lui mi parlava della lotta contro il male, diceva che faceva preghiere di liberazione ma io non capivo», ha esordito Francesco, come riporta www.ilsussidiario.net, che ha ricostruito la testimonianza. «Una frase mi rimase nel cuore perché mi disse che il male poteva presentarsi con malattie fisiche», ha aggiunto in una delle sue testimonianze pubbliche.

I consigli del gesuita

In quel periodo, Francesco Vaiasuso non sapeva che stava subendo una possessione. Non si sentiva bene fisicamente, aveva problemi di asma bronchiale, otite e forti allergie, ma mai avrebbe immaginato cosa realmente si nascondeva dietro i suoi malesseri. Per questo motivo, il prete gli disse di recitare una preghiera di liberazione.

esorcismo francesco vaiasuso
Francesco a "La Vita in diretta Estate".

"Non ho tratto benefici"

Fidandosi di lui, «da quella preghiera ho tratto tanto beneficio», ma ben presto iniziò a rendersi conto che qualcosa non andava dentro se stesso. Iniziò ad avere delle reazioni fisiche non normali, sbavava, aveva una eccessiva stanchezza fisica,  e reagiva male alla preghiera, che invece avrebbe dovuto portare pace e serenità. Il Gesuita, alla vista di ciò, gli disse che doveva fare altre preghiere. Ma Francesco stava sempre peggio. 

La moglie accanto durante la possessione

Il suo corpo si irrigidiva, «come un pezzo di legno» e non riusciva più a essere se stesso. Cercava di dominare il suo istinto senza riuscirci. «Una voce uscì dentro di me e disse al gesuita: ‘Io sono Satana, Francesco è mio, tu non puoi fare nulla’. Ed inveiva contro la chiesa e il sacerdote. Lui disse che c’era qualcosa che andava oltre il mio malessere, e mi disse di andare da un esorcista, padre Matteo La Grua», ha evidenziato il giovane.

Da quel momento iniziò a non uscire più di casa e a non andare neppure al lavoro. Sua moglie, nonostante la tanta paura, gli rimase accanto. «E' stata la mia forza».

La messa nera a 4 anni

A differenza delle possessioni demoniache, durante le quali solitamente si va in trance, Francesco Vaiasuso era «spettatore di me stesso, ero lucido nonostante la dissociazione del momento». Durante l'incontro e l'esorcismo con padre La Grua, il diavolo si rivelò nuovamente. Francesco ha spiegato anche che il demonio raccontava ciò che era avvenuto alle sue spalle, a sua insaputa. L'uomo, infatti, aveva preso parte, quando era piccolo, ad durante un rito di consacrazione a Satana. «Partecipai a una messa nera all’età di 4 anni e bevvi dal calice di quella messa». Tramite quel "rito artefatto", si innescò il maleficio che poi è esploso con la possessione nel 2002.

400 esorcismi

Per cinque anni la sua battaglia fu tremenda. Prima della liberazione definitiva, Francesco ha dovuto subire oltre 400 esorcismi (a seguirlo fu fra Benigno, allievo di Padre La Grua) e preghiere quotidiane. L'esorcismo finale durò un giorno intero, e si articolò in tre momenti. A condurlo fu Padre Rufus Pereira a Rimini. Erano 27 le legioni di diavoli, che avevano posseduto Francesco: un numero enorme.

Il mistero del rapporto col Maligno

Don Aldo Buonaiuto, prete esorcista, ha commentato a La Vita in diretta estate: «La testimonianza di Francesco Vaiasuso è riconducibile a quelle che vengono definite attività straordinarie del demonio che si caratterizzano per ossessione, possessione, infestazione o possessione. La maggior parte delle persone non cerca di avere una relazione con il maligno o le forze del male e ci troviamo di fronte a un vero mistero».