A un certo punto, Halloween cominciò a far paura per davvero.
Non a causa di streghette e fantasmi inquieti; e nemmeno a causa dei satanisti, sol per quello. Negli Stati Uniti degli anni ’70, le famiglie affrontavano con angoscia i festeggiamenti popolari del 31 ottobre perché prese dal timore che qualche sociopatico potesse sfruttare quell’occasione per ferire, o peggio ancora, gli innocenti.
Il mito del serial killer che uccide nella notte di Halloween
A onor del vero, i genitori statunitensi avevano le loro buone ragioni per angosciarsi: alcuni agghiaccianti casi di cronaca avevano reso drammaticamente reali quei timori.
Tutto cominciò nel 1964, quando una donna newyorkese di nome Helen Pfeil distribuì biscotti per cani e compresse di insetticida ai ragazzini che le suonarono alla porta per il tradizionale “dolcetto o scherzetto?”. Grazie al cielo, i genitori dei ragazzi si resero conto che c’era qualcosa di strano in quei dolcetti e la brutta storia si concluse con un arresto e senza altre conseguenze peggiori; ma, comprensibilmente, l’idea di una sociopatica che sfrutta la notte di Halloween per avvelenare i bambinetti fece presa nell’opinione pubblica da quel momento in poi. Entro un paio d’anni, era diventata virale la leggenda metropolitana sul serial killer che nasconde nei dolci di Halloween lamette di rasoio; una semplice paura senza fondamento, grazie al cielo… quantomeno, fino al 1° novembre 1974. In quel giorno, gli Stati Uniti si risvegliarono con una notizia agghiacciante: Timothy O’ Bryan, un bambino di otto anni, era morto nella notte dopo aver mangiato un dolce di Halloween che era stato manomesso e riempito di cianuro.
Nell’arco di pochi giorni, le indagini permisero di scoprire che l’assassino non era esattamente un serial killer spuntato da chissà dove: a uccidere Timothy era stato il suo stesso padre, che aveva sfruttato il trick or treating per sviare da sé i sospetti. Fortemente indebitato, ed evidentemente affetto da gravi disturbi mentali, l’uomo aveva da stipulato giorni un’assicurazione sulla vita del figlio dopodiché l’aveva ucciso per riscuotere il premio. Ma scoprire che il povero Timothy conosceva bene il suo assassino fu di scarsa consolazione per i cittadini statunitensi, tantopiù che il criminale folle, per depistare le indagini, aveva distribuito dolcetti avvelenati anche ad altri bimbi del quartiere, che solo per miracolo non li avevano mangiati prima che scattasse l’allarme.
È difficile rendere in poche righe lo stato di panico con cui, dopo quel tragico 1974, i genitori statunitensi cominciarono a vivere la festa di Halloween. Ma forse basterà un dettaglio eloquente: negli anni immediatamente successivi, numerosi ospedali statunitensi cominciarono a offrire un singolare servizio alla cittadinanza; ovverosia, la possibilità di sottoporre a radiografia tutti i dolci di Halloween collezionati dai bambini, per verificare in pochi secondi che non vi fossero corpi estranei nascosti nell’impasto. Stiamo parlando di un panico così diffuso da indurre i primari dei reparti di radiologia a mettere una macchina a raggi X e un tecnico di laboratorio a disposizione delle mamme spaventate!
Il mito del complotto satanista ordito nella notte di Halloween
Fu questo il contesto socio-culturale in cui si mosse Jack Chick, un cartoonist attivo nell’ambito del fondamentalismo religioso di stampo protestante; il portale Catholic Answer, che ha curato una lunga inchiesta sul personaggio, ebbe a definirlo come un uomo che viveva ripiegato in un universo angosciante «pieno di paranoia e di complottismo, in cui nulla è davvero ciò che sembra e pressoché ogni cosa è in realtà un piano satanico per condurre le anime all’Inferno».
Indubbiamente il satanismo esiste per davvero, ma Chick lo vedeva letteralmente ovunque, ivi compreso nel Biscotto della Morte che da tempo immemore gli adepti di Satana producono seguendo una ricetta data loro dal demonio. No, non sto parlando dei dolcetti di Halloween, sto parlando delle ostie consacrate: a detta di Chick, venefiche sostanze quotidianamente distribuite dalla Chiesa Cattolica, istituzione cripto-satanista assoggettata al volere delle forze infere e in combutta con l’Islam, il Nazismo e la Massoneria. E questo basterà forse a rendere l’idea del livello di paranoia in cui viveva questo variopinto personaggio.
Nel 1970 il fumettista fondò la Chick Publications, una casa editrice che si proponeva lo scopo di evangelizzare le famiglie mediante fumetti che venivano infilati nelle buche delle lettere e distribuiti gratuitamente nei grandi luoghi di ritrovo. Ebbene: fu proprio uno di questi opuscoli (The Trick, dato alle stampe nel 1986) a diffondere per la prima volta l’idea che le festicciole di Halloween per bambini fossero in realtà parte di un complotto demoniaca su larga scala.
In quel fumetto, Chick mise in scena alcune suore sataniste che cercavano il miglior modo per festeggiare la data del 31 ottobre. Per anni, le donne l’avevano onorata compiendo sacrifici umani (erano infatti loro le menti criminali a capo del complotto per uccidere i bimbi con caramelle avvelenate); ma adesso avevano deciso fare un upgrade, correggendo i dolcetti con sostanze capaci di avvelenare l’anima dei bambini, corrompendoli e portandoli su una strada di perdizione. Erano queste le ragioni per cui – secondo Chick – anche un semplice party per bambini e un innocente biscotto a forma di zucca potevano diventare fonte di pericolo spirituale.
Mai nessuno, prima di quel momento, aveva ravvisato attività sataniche nelle festicciole di Halloween per bambini (che anzi, negli Stati Uniti venivano spesso organizzate nei locali di ritrovo di numerose chiese cattoliche e protestanti). Ma le teorie complottiste di Chick, facendo leva sulle paure che per altre ragioni erano già presenti in molte famiglie, si diffusero rapidamente nel mondo del fondamentalismo protestante e, pian piano, filtrarono anche nelle fasce più moderate della società. E quando Halloween arrivò in Europa, verso la fine degli anni ’90, fu seguito a ruota da quel bagaglio di paure e di sospetti che ormai lo accompagna ovunque.
E il capodanno satanico del 31 ottobre? Anche quello un mito?
Attenzione: la novità introdotta da Chick fu quella di aver specificamente tracciato un legame tra i culti satanici e quelle festicciole infantili della notte di Halloween che nulla hanno a che vedere con l’occulto. Che vi siano gruppi satanici che portano avanti rituali nella notte del 31 ottobre, è indubbiamente cosa vera; ma fino a una trentina d’anni fa, nessuno avrebbe mai ritenuto di doverli accostare ai Jack o’ Lantern e ai dolcetti a forma di zucca.
Quella che viene onorata da alcune sette sataniche è, più tecnicamente, la festa celtica di Samhain (sulla quale, peraltro, è stato detto di tutto e il contrario di tutto. All’atto pratico, le fonti storiche non ci danno reale evidenza di sacrifici umani immolati dai druidi in occasione di quella ricorrenza).
Non è peraltro il 31 ottobre l’unica data in cui gruppi satanisti si riuniscono: per fare un esempio eclatante, alcune sette osservano con attenzione la data del 23 dicembre, vedendo nell’antica festa pagana del Sol Invitto un omaggio a Lucifero. Evidentemente, non per questo i rituali satanici hanno legami coi festeggiamenti popolari che si tengono negli stessi giorni in occasione del Natale, va da sé.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che la data del 31 ottobre riveste un’importanza particolare per i satanisti, che la considerano la più importante di tutte le loro feste nonché il capodanno dell’anno satanico.
Ma è proprio vero? Il 31 ottobre era effettivamente il capodanno delle popolazioni celtiche, ma non necessariamente la stessa affermazione vale per i satanisti del giorno d’oggi. E anzi: se qualcuno volesse andare a consultare il sito dell’Unione Satanisti Italiani (rinunciabile esperienza che abbiamo fatto noi per voi), scoprirebbe che quel gruppo fissa il capodanno satanico al 1° febbraio, in concomitanza della festa con cui gli adepti purificano i loro oggetti rituali e si preparano così a un nuovo inizio.
Un dettaglio che noi Italiani dovremmo conoscere abbastanza bene, visto il panico che scoppiò il 27 gennaio 2014, quando una reliquia di Giovanni Paolo II fu rubata dal santuario abruzzese di San Pietro della Ienca. La data in cui si era consumato il furto fece temere un reato a sfondo rituale; e per qualche giorno i mass media discussero ampiamente del capodanno satanico che sarebbe stato festeggiato di lì a poco. Alla prova dei fatti, il timore si rivelò infondato nel momento in cui la refurtiva fu recuperata: i ladri erano in realtà tre comuni malviventi che erano interessati al reliquario prezioso, e non al suo contenuto, che infatti avevano abbandonato non lontano dal santuario.
La vicenda, che ebbe risonanza internazionale, ebbe quantomeno l’effetto collaterale di aprire un discorso sul calendario rituale dei satanisti, vista perplessità con cui il grande pubblico aveva reagito alla notizia di un capodanno satanico a inizio febbraio. Per esempio, in un’intervista concessa alla BBC, il professor David Bromley, docente di scienze religiose alla Virginia Commonwealth University, ebbe modo di spiegare che è scorretto parlare di “satanismo” nei termini di un unico culto globale, uniformemente diffuso in tutto il mondo. Nell’ambito di questo movimento esistono in realtà molte sette, grandi e piccole, che differiscono per ritualità e approcci. Vi sono insomma diversi tipi di culti satanici (non di rado in conflitto tra di loro): alcuni si ispirano alle antiche festività celtiche, ed effettivamente considerano il 31 ottobre una data di rilievo (anche se non la più importante in assoluto); altri non le dedicano particolare attenzione, altri ancora celebrano il capodanno in occasione del 1° febbraio. Difficile, insomma, fare un discorso unitario per una realtà che è tutto fuorché unificata; a detta degli specialisti, molte delle informazioni “generaliste” che in questi anni circolano su Internet sono oggettivamente approssimate e inesatte, talvolta frutto di un fraintendimento che tende a mettere sullo spesso piano i gruppi satanici e i movimenti neopagani (in realtà, due cose ben diverse)
Una cosa è certa: esistono indubbiamente gruppi di vario tipo che, in occasione del 31 ottobre, portano avanti i loro rituali; rituali che però nulla hanno a che vedere con le zucchette intagliate delle festicciole per bambini. Chiaramente, ogni genitore sarà ben libero di fare le sue scelte educative relativamente al modo in cui vivere (o non vivere affatto) la ricorrenza del 31 ottobre, magari avendo cura di verificare le modalità con cui si svolgono i party per adolescenti frequentati dai figli già grandicelli.
Ma forse sarà confortante pensare che, oggettivamente, molti dei timori che oggi accompagnano la festa di Halloween nascono in epoche recentissime, negli ambienti del fondamentalismo religioso protestante… e soprattutto non sembrano proprio trovare riscontro nella realtà dei fatti. Grazie al cielo!
Bibliografia per approfondire
I pamphlet di Jack Chick sono ancor oggi distribuiti gratuitamente: oggigiorno, a mezzo Internet. Possono essere visionati all’indirizzo https://www.chick.com/products/tract/.
I due opuscoli citati nell’articolo, in particolar modo, sono qui linkati: