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Dalla promessa di Dio all’ansia: così Don Fabio Rosini ci aiuta a vivere meglio

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/04/22
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Da anni sa catturare i giovani intenti ad ascoltare e dialogare con lui sull’attualità profonda del cristianesimo. Ecco alcune delle più interessanti e apprezzate riflessioni di Don Fabio

E’ uno dei preti più popolari e amati dai giovani, in migliaia sia sul web che a Roma e dintorni seguono le sue catechesi: stiamo parlando di Don Fabio Rosino, direttore del Servizio per le Vocazioni nella Diocesi di Roma. In questi giorni il sacerdote romano ha avuto un serio problema di salute, ma le sue condizioni stanno gradualmente migliorando. In tanti sono in apprensione e pregano affinché Don Fabio Rosini superi questo momento così difficile della sua vita.  

Un prete "cattura" giovani

Catechesi per i giovani, commenti al Vangelo, testimonianze sulla vita di periferia e un passione smodata per la vita di Cristo: dalla Chiesa delle Santissime Stimmate di San Francesco fino ad altri luoghi della Diocesi romana, Don Fabio Rosini da anni sa catturare i giovani intenti ad ascoltare e dialogare con lui sull’attualità profonda del cristianesimo (Il Sussidiario). Ecco alcuni dei più interessanti e apprezzati pensieri di Don Fabio Rosini.

Don Fabio Rosini Monastero WIFI

Non disprezzarti, sei opera di Dio!

Non puoi disprezzarti… sei opera di Dio! Un pensiero cardine, afferma il popolare sacerdote romano, da tenere a mente, da ripetere nei momenti di sconforto e di confusione. Non siamo la somma dei nostri limiti e dei nostri sbagli.

L’ansia da insufficienza: come combatterla

L’ansia della nostra generazione, sostiene Don Fabio Rosini, «è quella da insufficienza. Ma questa debolezza, afferma il sacerdote, è in realtà una grandiosa opportunità: «Se raccontiamo la storia di alcuni santi dobbiamo capire che proprio l’avventura della santità comincia dalla loro fragilità. (…)». 

Il volante al Signore come ha fatto Chiara Corbella

Per diventare santi, osserva l’ideatore della catechesi de “Le dieci parole”, dobbiamo lasciare il volante della nostra vita al Signore, proprio come ha fatto la serva di Dio Chiara Corbella Petrillo.

Chi è l’Angelo Custode e qual è il suo compito

Don Fabio Rosini in una sua catechesi ha affrontato la preghiera dell’Angelo di Dio per spiegare chi è e quale è il ruolo dell’Angelo Custode.

La preghiera dell’angelo custode è proprio quella dei bimbi, che insegni ai bambini, che è tanto dolce, tanto semplice, però dice delle cose. (…) “Angelo di Dio”, angelo vuol dire inviato, vuol dire annunciatore (…) l’angelo è uno che annunzia qualcosa da parte di Dio, qualcuno che mi deve dire qualcosa, io ho bisogno che mi venga detta qualcosa, che qualcuno parli con me. Una delle cose più importanti: questo dialogo che abbiamo dentro con chi è? con chi sto a parla’? (…) Noi abbiamo bisogno di parlare con Dio, che un angelo parli con noi, perché ci sono altri angeli e il serpente pure lui è un angelo e parla (Aleteia, 5 ottobre 2021).

Sapete quale è la promessa di Dio?

Don Fabio Rosini ha affrontato anche il tema della speranza. Ma attenzione. «Una speranza – ha detto il sacerdote romano – ha motivo di esistere ed è un dono di Dio, se è basata su una promessa, su qualcosa che Dio ti ha promesso. Proviamo a pensare ciò che Dio ha promesso a tutti, cosa che già da sola ci allontanerebbe un sacco di problemi».

E allora quale è la promessa? Il sacerdote risponde così:  «Dio non ha promesso che ti risolve i tuoi problemi. La promessa è che Dio ti dona lo Spirito Santo». Dio promette, prosegue Rosini, «un cuore nuovo, non una situazione nuova». «Per esempio – evidenzia  – io sono malato, ho una malattia di lungo corso. Dio mi ha promesso la salute? No, ma di vivere la malattia con lo Spirito Santo. Lo so che se chiedo quello, lui me lo dà. Perché in questo posso confidare (Aleteia, 10 dicembre 2020).

Il cancro? Una strada di grazia!

Proprio sulla sua malattia di lungo corso, un cancro alla prostrata, Don Fabio Rosini ne ha parlato senza remore in più occasioni. Quel carcinoma, osserva il sacerdote, «è stato la strada di tante grazie per la mia vita. In sé non è stato chissà cosa, e quello che mezzo secolo fa mi avrebbe fatto arrivare al cospetto del mio Signore, oggi la medicina lo riduce spesso ad una serie di precauzioni da mantenere; il dolore passa, ci si abitua alle miserie post-operatorie, e anche quelle poi piano piano si normalizzano e diventano un ricordo; così si ha il tempo per riprendere tutto in mano, e di andare oltre».

Uno scalpello benedetto da Dio

Ma esistenzialmente, prosegue Rosini, «quel cancro è stato uno scalpello benedetto di Dio. Mi ha salvato da alcuni errori marchiani che stavo facendo. Tutti dicono che sono cambiato da allora. Quasi tutti ne sono contenti; alcuni, purtroppo, no. Rivorrebbero il pre-tumorale eroico e muscolare» (Aleteia, 30 gennaio 2018).