Siamo ancora sotto il manto dell'Immacolata e si ha notizia di un fatto accaduto la scorsa domenica nel Santuario di Monte Berico a Vicenza. Ne è apparente protagonista una violenza dalle tracce diaboliche: una ragazza è esplosa in urla blasfeme e rabbia ingestibile avvicinandosi al confessionale. Ne è reale protagonista Maria a cui quella chiesa fu dedicata quando la Madonna liberò il paese dalla peste. Maria ci libera, e - anche in questa vicenda - si è dimostrata la figura più temuta dal maligno.
La violenza e le bestemmie davanti al confessionale
La ragazza soffriva da tempo, oltre alla componente psichiatrica la madre sospettava che lo squilibrio fosse dovuto anche una componente diabolica. Le bestemmie e gli atti violenti non erano mai stati parte del comportamento della giovane, prima di questo aggravamento della situazione. Ed è bene sottolineare che non ci sono recinti, cioè non esiste contrapposizione tra gli strumenti offerti dall'indagine psichiatrica e quelli messi in campo da un sostegno spirituale. Padre Amorth sintetizzava la cosa dicendo che voleva sempre vedere il certificato medico di chi si presentava da lui, perché di fronte a un male il primo passo è indagarne le cause naturali.
Ritorniamo ai fatti. La madre della ragazza, dunque, l'ha portata in chiesa e la violenza è esplosa quando si sono messe in fila per la confessione. Una testimone racconta:
Perché proprio di fronte al confessionale? Perché è un momento il cui la sconfitta del diavolo è totale. Anche rispetto a questo è illuminante la voce di Padre Amorth,
L'intervento dei frati e la preghiera della comunità
E' stato senz'altro un evento imprevisto che ha spaventato chi era in chiesa in quel momento, ma l'aspetto davvero significativo è che l'aiuto offerto alla ragazza è stato opera di una forza plurale, comunitaria. Il primo a intervenire è stato padre Giuseppe Bernardi, 80 anni, che è l'esorcista del Santuario di Monte Berico. Ma non è bastata la sua presenza, accanto a lui altri 4 frati hanno tentato di contenere il comportamento esasperato della ragazza e hanno partecipato alle preghiere di liberazione. Sono stati contattati esorcisti di altre diocesi italiane affinché si unissero alle preghiere.
E non meno rilevante è stata la presenza della gente fuori dalla chiesa. Dopo che i fedeli sono stati invitati a uscire dal santuario, molti si sono fermati a pregare. Le forze dell'ordine e un gruppo di sanitari sono sopraggiunti per controllare e soccorrere.
Ci sono volute nove ore per vedere un segno di speranza.
Il dormire è un segno inequivocabile di abbandono - ne abbiamo scritto ieri a proposito di San Giuseppe -, indizio che un'anima risposa nella pace di Dio. La superbia, il peccato diabolico, è invece l'opposto del riposo, è proprio quella scompostezza, isteria e rabbia che si era manifestata di fronte al confessionale.
L'umiltà che la forza cristiana oppone alle armi diaboliche nasce proprio da una preghiera fatta in forma comunitaria. E' commovente pensare che di fronte al male di uno, tanti soccorrono. Perfino i Santi. Lo ha spiegato bene un esorcista della diocesi di Vicenza intervistato sul caso:
Maria, è Lei che il diavolo teme
Tutto l'accaduto è capito all'interno di un grande santuario mariano, un luogo in cui la Madonna è apparsa ed è intervenuta per la salvezza del popolo. Liberò Vicenza dalla peste nel XV secolo.
Quando si tocca il tema diabolico è inevitabile che l'orizzonte dei pensieri si tinga completamente di oscurità e paura. Ma è una visione sempre distorta e riduttiva. Il vero quadro completo è quello in cui l'abbraccio potente del Bene sovrasta le occasioni in cui il male si manifesta. Non riesco a vedere quella ragazza solo come una posseduta che ha messo a soqquadro una domenica in chiesa, ma come una figlia che si è messa in braccio a sua Madre. L'incessante opera di preghiera di liberazione è avvenuta sotto il mantello di Maria.
Ed è lei che il diavolo teme e di fronte a cui esce sempre sconfitto. Se predilige le vittime femminili è proprio in virtù del suo odio per la Madre di Dio.
Quando intervistai sorella Angela Musolesi, che per molti anni è stata l'assistente di Don Amorth, fu lei a raccontare un episodio significativo durante un esorcismo:
L'Immacolata. Oggi, all'indomani di questa festa, ci troviamo a commentare un fatto di cui lei è stata protagonista presente e nascosta. Ha sostenuto i frati, i fedeli presenti e la famiglia della ragazza nella preghiera che ha sortito un finale momento di pace. Non è detto che tutto il suo male e malessere sia sparito. Proseguirà l'accompagnamento psichiatrico e spirituale.
Certo, questa notizia la si titola e la si racconta in termini di atto di violenza improvvisa in chiesa e poi di esorcismo. Ma la vera trama - per dare a Dio quel che è di Dio, e al diavolo il poco che gli spetta - è che sotto la presenza ausiliatrice di Maria una comunità ha esercitato la vera compassione liberante, che si mette a servizio pregando.
(E a maggior ragione siamo consapevoli di quanto ci sia necessario chiedere questa intercessione celeste visto il veleno di separazione, rabbie e tormenti che ci lacera alla fine di questo secondo anno di pandemia)