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Carlo Acutis parlava di un regalo che gli aveva fatto Gesù. Di cosa si trattava?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/10/21
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Il giovanissimo beato ne aveva parlato con i genitori quando aveva solo nove anni

Lo ha confessato ai suoi genitori quando era ancora bambino: Carlo Acutis (1991-2006) ha ricevuto un regalo da Gesù. Lo definisce così il giovanissimo beato salito sugli altari il 12 ottobre 2020 ad Assisi.

Di questa storia ne parla il libro “Originali o fotocopie” (edizioni Studio Domenicano) del domenicano Padre Giorgio Maria Carbone, con scritti di Carlo Acutis. 

Il regalo a cui alludeva il beato Acutis è un sacramento, per lui speciale. «Non smetterò mai abbastanza di ringraziare Gesù per averci fatto un regalo così grande donandoci il sacramento del battesimo».

Il papà e la mamma di Carlo riferiscono questa frase. Carlo la disse quando aveva circa 9 anni. Tutti e tre erano a Milano. erano appena usciti dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Segreta e avevano partecipato alla Messa domenicale nel corso della quale i partecipanti avevano rinnovato le promesse battesimali. 

Sempre i genitori ricordano che «in altre occasioni ci disse che sono tante le persone che non si rendono conto di quale infinito dono sia ricevere il battesimo, e si rammaricava del fatto che molta gente sembrasse più interessata agli aspetti esteriori come la festa, le bomboniere, i regali e i vestiti, che al sacramento in sé. Più di una volta ci disse che bisognava coltivare e corrispondere alla grazia ricevuta attraverso il battesimo, e non sciupare questo dono».

Traspare, afferma Padre Carbone, la fede penetrante di Carlo nelle parole che Gesù rivolge a Nicodemo: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5)

Gesù, per far cogliere il senso del suo battesimo, usa la metafora del nascere perché il battesimo ci costituisce figli di Dio, ci inserisce nel rapporto di filiazione con Dio Padre. Gesù, il Verbo incarnato, l’unigenito, è il Figlio di natura divina. 

Ognuno di noi, nascendo dall’acqua e dallo Spirito, è inserito nella stessa relazione che il Figlio unigenito ha con il Padre: nel Figlio di natura divina siamo resi figli. Quindi siamo a tutti gli effetti figli adottivi. Iniziamo a partecipare della vita divina, a essere animati e mossi dallo stesso Spirito che unisce il Padre e il Figlio. E così entriamo nella formazione del Corpo mistico di Cristo. Diventiamo cioè le membra viventi della sua Chiesa. 

Proprio con il battesimo, afferma il Padre domenicano, inizia la nostra divinizzazione. Qualsiasi altro regalo dipende da questo. Perciò qualsiasi altro regalo non regge il paragone con il battesimo e il suo effetto di divinizzarci. È un regalo inatteso e immeritato da parte di Gesù: perciò ne saremo sempre riconoscenti, proprio come ricorda Carlo Acutis. 

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