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“Dio ti darà dei segni”. Quel messaggio di Carlo Acutis all’amica Vanessa

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/10/21
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“Dio non lo vedi. Però lui ti vede e sa quanto soffri e ti protegge e sarà sempre accanto a te, per proteggerti e ti darà dei segni per farti capire che lui c’è”

Più volte nella sua vita il beato Carlo Acutis aveva parlato dei segni di Dio. Una volta condivise questo su pensiero con un’amica che era in un momento di grandissima angoscia. 

Questo retroscena è raccontato nel libro “Originali o fotocopie” (edizioni Studio Domenicano)del domenicano Padre Giorgio Maria Carbone, con scritti di Carlo Acutis. 

«Dio non lo vedi. Però lui ti vede e sa quanto soffri e ti protegge e sarà sempre accanto a te, per proteggerti e ti darà dei segni per farti capire che lui c’è».

Carlo rivolge queste parole a Vanessa, sua amica. È la nipote di Rajesh, il domestico di casa Acutis. Ha quattro anni in più rispetto a Carlo e sta attraversando un momento drammatico, la separazione dei suoi genitori. In questa stessa occasione Carlo regala a Vanessa una Bibbia perché lei possa conoscere Dio. 

Vanessa aggiunge nella sua testimonianza: «Carlo parlava di Dio come se fosse il più Bello. ricordo che mi diceva che voleva essere luminoso e raggiante come Gesù e se avessimo tutti messo in pratica gli insegnamenti di Gesù saremmo tutti stati più belli e radiosi».

Le parole di Carlo sono una chiara eco del Prologo del Vangelo secondo Giovanni: Dio [cioè Dio Padre], nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,18); della parabola del Buon Samaritano, metafora dietro la quale si cela Gesù che sa farsi prossimo a ognuno di noi (cf. Lc 10,29-37).

Ma cosa è il segno? In generale è un mezzo di comunicazione, è una realtà percepibile con i nostri sensi che ci conduce a conoscere un’altra realtà, diversa dal segno stesso. Le parole scritte o pronunciate, spiega Padre Carbone, sono segni che ci consentono di comunicare idee. Perciò Dio si rivela a noi mediante segni. 

Ciò manifesta la condiscendenza di Dio verso di noi. Questi segni che Dio usa nei nostri riguardi sono molto eterogenei: sono la rivelazione storico-biblica, i suoi comandamenti, i suoi consigli, gli eventi della vita. Ora, perché io possa scoprire che una realtà è segno, oltre ad avere una certa esperienza di vita, devo anche conoscere il rapporto esistente tra questa realtà-segno e la realtà cui il segno rinvia.

La virtù vissuta della fede perfeziona l’intelligenza proprio in questa direzione, è come una sorta di sesto senso che ci rende capaci di cogliere i segni e scoprirne il significato, non necessariamente subito, ma caso mai nel tempo e nella paziente attesa.

Carlo con le frasi che ci ha lasciato dimostra di aver vissuto questa abilità. e dicendo: «Dio ti darà dei segni», con semplicità consola Vanessa, la sua amica sofferente. Carlo ha compreso quanto dice il Salmo 23: “Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro”. 

Sa che Dio non ci risparmia la valle oscura – altrimenti ci dovrebbe togliere da questo mondo –, ma ci accompagna e ci sostiene per superare il momento doloroso o difficile.