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Green pass obbligatorio per gli operatori parrocchiali della diocesi di Pistoia

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 30/09/21
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Preti, catechisti, cantori: il vescovo chiede tassativamente vaccinazione o tampone altrimenti non potranno svolgere le loro attività. E' la prima volta in una diocesi italiana

La diocesi di Pistoia impone il Green pass a chi svolge servizi nelle parrocchie, a partire dai sacerdoti, i diaconi, i catechisti e chi fa volontariato. 

Lo stabilisce un decreto del vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, emanato pochi giorni fa, che introduce alcune novità riguardo il comportamento da tenere durante le attività pastorali.

A differenza della diocesi di Milano che ha previsto un Green pass “soft” - cioè viene chiesto agli operatori parrocchiali di vaccinarsi, ma allo stesso tempo non saranno effettuati controlli vincolanti per gli stessi operatori -, nella diocesi di Pistoia c’è un obbligo tassativo e monitorato. 

«La cura per la salvezza delle anime - recita il documento firmato da monsignor Tardelli - non può prescindere dall'impegno di tutelare la salute dei corpi. Anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati protocolli in grado di prevenire infezioni da Sars-Cov-2».

La situazione sanitaria - si legge ancora nel decreto che stabilisce obbligo di Green pass - gli strumenti a disposizione per combattere la pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti un mezzo importante per rallentare la diffusione della malattia e prevenire il Covid-19 almeno nelle forme più severe». 

Anche i test diagnostici «appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili». E «lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia».

Se ai fedeli che partecipano alle celebrazioni liturgiche o che intendono fermarsi in chiesa per pregare, «non è richiesto il Green pass». 

Quanti però, svolgono un servizio o un ministero pastorale sono invitati ad accogliere le seguenti disposizioni del vescovo e a vaccinarsi se ancora non lo hanno fatto.

I sacerdoti e i diaconi «possono visitare gli ammalati». E «tenere incontri di catechismo e prendere parte come operatori ad attività educative e didattiche gestite dalle parrocchie solo se hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19, considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall'infezione da Sars-CoV-2. 

O ancora «se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici approvati dal Ministero della Salute».

Identiche disposizioni valgono per chi svolge «il servizio di accolito e di ministro straordinario della Comunione». Per «catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle parrocchie, operatori maggiorenni d attività educative e didattiche gestite dalle parrocchie». Per «coristi e cantori, volontari Caritas o dei Centri di ascolto».