Nel 1989 suor Nulla, una religiosa polacca, apprese dal proprio medico una diagnosi che non le lasciava scampo: era affetta da un cancro folgorante alla tiroide. Le disse pure che non avrebbe avuto più di qualche settimana, da vivere: tre mesi al massimo. È accaduto invece l’improbabile: sarebbe guarita miracolosamente per intercessione del cardinale Stefan Wyszyński, beatificato il 12 settembre a Varsavia accanto a madre Róża Czacka.
«Sono testimone del fatto che i miracoli avvengono», ha dichiarato suor Nulla a dei media polacchi, per poi aggiungere subito dopo come sia «impossibile parlare della sua guarigione senza collegarla al carisma della sua congregazione», la comunità delle Discepole della Croce. Essa s’ispira molto alla spiritualità dello storico primate di Polonia, grande figura della Chiesa del suo Paese al tempo del regime comunista. «Una spiritualità – sottolinea la religiosa – che si incarna in particolare nella preghiera per tutti quanti sono lontani da Dio».
Quando suor Nulla, nel 1986, è entrata nella congregazione con base a Szczecin, nel nord-ovest della Polonia, non aveva che 19 anni. Felice di aver trovato la sua vocazione, la giovane novizia si preparava a pronunciare i suoi voti. Notava però già allora i primi sintomi di una malattia, della quale tuttavia non sospettava la gravità:
Eppure la diagnosi dei medici non lasciava spazio a dubbi: il cancro alla tiroide era già molto avanzato e aveva sviluppato metastasi in tutto il corpo. Nel febbraio 1988, suor Nulla subì una serie di pesanti operazioni. Poco tempo dopo, i medici scoprirono un nuovo tumore, di cinque centimetri, nella sua gola. Nuovamente ospedalizzata, non riusciva né a respirare né a dormire normalmente. Il suo stato peggiorava ogni giorno. A tal punto che la comunità si preparava al peggio. «Il medico mi ha detto che mi restavano al massimo tre mesi di vita», si ricorda.
La superiora della congregazione chiese alle suore di confezionare un abito nuovo in cui seppellirla, e simultaneamente avviò con le consorelle una maratona di preghiera per la sua guarigione domandando l’intercessione del cardinal Wyszyński. Morto nel 1981, l’ex arcivescovo di Varsavia era già oggetto di grande venerazione nel Paese. Incessantemente, per molte settimane, la preghiera è stata recitata nove volte al giorno.
Nella notte tra il 14 e il 15 marzo 1989, avvenne l’improbabile: mentre la giovane religiosa era vittima di una forte emorragia, i medici osservarono stupefatti che il tumore cominciava a scomparire. Una settimana dopo, il 21 marzo, la giovane lasciò l’ospedale completamente guarita senza che i medici fossero capaci di darne la minima spiegazione.
La religiosa ha confidato di essersi a lungo domandata perché Dio avesse deciso di «tenerla sulla terra». La risposta a questa domanda è giunta 25 anni più tardi, quando il dossier del processo di beatificazione del futuro beato è stato inviato in Vaticano dalla diocesi di Szczecin. «È così che comprendo il senso della mia guarigione», conclude.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]