Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondale del creato, che ha come tema "Una casa per tutti? Rinnovare l’oikos di Dio", laddove oikos significa sia casa sia famiglia. Una giornata che è solo l’inizio di un periodo detto Tempo del creato che finisce il 4 ottobre, giorno in cui si commemora San Francesco.
Quindi da oggi, per trentaquattro giorni, i 2,2 miliardi di cristiani sparsi per il mondo si uniscono nella preghiera, nella riflessione e nell’impegno comune per rinnovare la propria relazione con Dio e la Creazione.
Un tema al centro del pensiero di Papa Francesco, a cui ha dedicato la splendida enciclica Laudato si' (in cui per esempio nel capito VI parla di conversione ecologica), e che anche di recente ha messo l’accento sulla necessità di una visione integrale dell’uomo in rapporto con la natura. E i disastri ambientali che anche questa estate hanno devastato diversi angoli del nostro pianeta ci ricordano che l’uomo non può prescindere dal rispetto per la Terra (Famiglia Cristiana, 1 settembre).
Padre Josh Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e creato del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, spiega ad Avvenire (1 settembre):
Eppure, ancora adesso molti cristiani, incluso tanti cattolici, si chiedono che cosa c’entri l’ecologia con la fede.
«È alquanto strano - replica Padre Josh - Il cristianesimo non è un vago spiritualismo, è la religione dell’Incarnazione. Il mondo ci riguarda. Le sofferenze dei poveri ci riguardano, perché Cristo si identifica con loro. E tra questi poveri, c’è la nostra casa comune, tanto ferita. Restare indifferenti a questo dolore, significa ignorare il dolore di Gesù».
«Il cambiamento - aggiungono i Vescovi italiani, in una nota sulla Giornata del Creato . si attiva solo se sappiamo costruirlo nella speranza, se sappiamo ricercarlo assieme: "Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l'io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero" (IL, n. 29). Il bene comune diventa bene comune globale perché abbraccia anche la cura della casa comune» (Avvenire, 7 giugno).
L'intervento di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, è durissimo:
Dunque, incalza don Bruno, «c’è un’umanità che distrugge e degrada. Siamo capaci di bruttezza e di aridità se la vita non è rinnovata dalle relazioni con Dio, con i fratelli e con il Creato. Solo nella consapevolezza del peccato ecologico e degli ecocidi di cui siamo responsabili può nascere la conversione. C’è bisogno di una nuova mentalità. Chi invoca solo controlli, multe e inasprimento delle pene (necessarie!) non ha capito che la questione è anche educativa. È in gioco la nostra dignità» (Famiglia Cristiana, 1 settembre).