Un'immagine vale più di cento parole. Nella notte dei tempi dev'essere stata questa l'idea all'origine del social delle fotografie, Instagram. Ed era una gran bella idea, solo che ora ci solo i Reel e le dirette, i neuroni impazziscono a concepire didascalie così sofisticate e acchiappa like. Non ci fidiamo più degli Istanti, vogliamo parlarci sopra.
Hugh Jackman è ritornato all'origine, ha messo una foto e basta. E quell'istante vale così tanto che l'unica didascalia possibile era un monosillabo: mum (mamma). Dietro c'è il viaggio lunghissimo di un uomo che per arrivare a pronunciare la parola più facile del mondo ci ha messo una vita e rabbia e dolore.
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Una depressione post parto non diagnosticata, è questa ferita che ha separato per tanto tempo Hugh Jackman da sua madre Grace Mc Neil. Vivevano in Australia, ma quando Hugh aveva appena 8 anni lei partì per l'Inghilterra per farsi curare. Mise oceani di distanza tra sé e un bambino piccolo che capì solo di essere stato abbandonato. L'attore di X-Men lo ricorda così:
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Ancora una volta sono gli istanti a piantarsi nella memoria di un bambino. Forse le spiegazioni sarebbero state incomprensibili: come si fa a spiegare a tuo figlio che metterlo al mondo ha generato un cataclisma nel corpo e nella mente?
Stiamo parlando di 40 anni fa, la depressione postparto era un tema ancora tabù. Il fatto che non fu diagnosticata comportò nella madre di Hugh Jackman un radicarsi del malessere, un aggravamento psichico col passare degli anni. No, non è un semplice malumore che poi passa. Rode e correde. E' terremoto sentirsi fragili e a pezzi proprio quando sei madre e dovresti essere pronta, forte, solare. Un bambino non è chiamato a capire tutto questo. Ma nell'assenza di una madre si alimenta un vulcano interiore, pronto a esplodere.
Onora il padre e la madre non è una regola imposta dall'esterno. E' questa la cosa strana e benedetta dei comandamenti: non impongono, ma ci rendono consapevoli di ciò che è scritto nel nostro cuore da Dio. I comandamenti sono la conferma di come siamo fatti.
E cosa succede quando un genitore non viene onorato, anche per ragioni che siamo pronti a giustificare? Succede che non si può fare a meno di negare quello che è scritto dentro. Se finisco per odiare mia madre o mio padre, allora odio anche me stesso. Perché non c'è alternativa. Non esiste una trama di vita in cui ci si sfoga contro genitori inadatti o assenti e poi si sta bene.
I coltelli affilatissimi di Wolverine, che fanno a pezzi chiunque, fanno male prima di tutto a Wolverine perché spuntano dalla sua carne. C'è stato il tempo di una rabbia incontrollata nella vita di Hugh Jackman ed esplose durante l'adolescenza:
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Oggi Hugh Jackman è un attore affermato e padre. Non è solo Wolverine ma è stato anche il Jean Valjean de I Miserabili. E non c'è personaggio della letteratura che meglio incarni la rivoluzione del perdono. Il perdono e la misericordia hanno una grammatica chiara: il complemento oggetto viene prima del soggetto. Dobbiamo essere perdonati, per poter essere capaci di perdono.
L'ipotesi che esista un'altra via rispetto alla legge del "occhio per occhio e dente per dente" balugina quando qualcuno ci guarda oltre le nostre colpe. La crisi di Valjean - dell'uomo che odia il mondo perché il mondo lo ha sempre odiato - accade di fronte all'abbraccio del vescovo Myriel.
Ed è un 'caso' meraviglioso che la vita di Hugh Jackman sia stato proprio un copione di realtà che da Wolverine si è incamminato verso Valjean, da uomo coi coltelli a un uomo che ha abbracciato e perdonato la madre che lo abbandonò.
L'ultima istantanea che abbiamo è questo abbraccio tra Hugh e sua madre, sorridenti. Un incontro tra due adulti che si guardano in faccia senza ignorare il silenzio e il dolore che per tanto li ha tenuti separati. Non c'è molto da commentare, in effetti. Se non che il viaggio per dire "Mamma" coincide con quello di ogni uomo a scoprire chi è davvero.