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Nadia Nespoli, mani e cuore per ravvivare i colori della devozione popolare

NADIA NESPOLI, ARTIST
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Annalisa Teggi - pubblicato il 28/07/21
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Una lunga preghiera fatta con mani e pennelli: Nadia Nespoli ha dipinto 300 immagini della Madonna per un'esposizione che si svolgerà ad agosto ad Ardesio (BG) nell'ambito di Sacrae Scenae, festival cinematografico dedicato alla devozione popolare.

Da venerdì 27 a domenica 29 Agosto 2021 ad Ardesio, in provincia di Bergamo, si svolgerà la seconda edizione del Festival Sacrae Scenae. È un evento speciale, nuovo perché antichissimo - si potrebbe dire. Si tratta di un festival cinematografico dedicato al culto della Madonna e alla devozione popolare. Così lo raccontano i promotori:

Il territorio italiano è costellato di santuari, luoghi in cui si custodiscono le 'braci' della tradizione. E cosa significa tradizione? Vuol dire che il popolo ha una voce chiara che si tramanda e resta viva col passare del tempo per nutrire di bene il presente. I santuari sono i luoghi in cui il popolo abbraccia la presenza del Cielo in terra. E ad Ardesio un segno grande arrivò quattro secoli fa, protagonista ne fu Maria:

SANTUARIO ARDESIO, BERGAMO

Da allora Ardesio, come tanti altri paesi italiani, è un posto piccolo che custodisce viva una speranza grande. La devozione popolare non è una forma di superstizione antiquata, ma un buona notizia che passa di bocca in bocca, e scritta sul viso di gente che conosciamo. Ed è davvero una bella notizia che un festival del cinema non abbia a tema una provocazione culturale astratta, ma si pianti sul terreno fecondo concimato dal popolo. Sacrae Scenae è l'esempio di come l'arte ci sia amica in questo tempo, oltre le spire buie della pandemia.

Come evento correlato a questo Festival, ci sarà un'altra occasione da non perdere. L'artista Nadia Nespoli ha lavorato a un'installazione che le ha chiesto mesi di lavoro serrato a tu per tu con la Madonna. Non anticipo molto perché ho avuto modo di parlare di questa esperienza artistica e spirituale con Margherita Zanoletti, che ha pensato e curato l'evento insieme a Nadia Nespoli. Margherita si occupa di arte da più di 15 anni, si è specializzata a livello di studi prima a Milano poi in Australia dove ha lavorato in due gallerie di arte contemporanea. Attualmente lavora all'Università Cattolica a Milano collabora con Nadia Nespoli da circa due anni e mezzo sul tema del sacro e della meditazione.

La chiacchierata che abbiamo fatto ci ha portato su un territorio di frontiera, lì dove l'espressione umana trova una grande pienezza di creatività seguendo i passi di chi è venuto prima. C'è una grande originalità nella ripetizione, proprio come ogni nostra Ave Maria del rosario è unica e irripetibile, anche se basata sulle stesse identiche parole.

Cara Margherita, puoi raccontare ai nostri lettori di Aleteia For Her cos'è il Festival Sacrae Scenae e perché c'è bisogno di arte nel tempo di ansie e paure che viviamo?

Certo e grazie di questa occasione. Oltre ai drammi personali che alcuni possono aver vissuto per la situazione sanitaria in corso, tutti in questo anno e mezzo abbiamo sentito un vuoto e uno svuotamento. Vediamo tantissimi risvolti negativi sul fronte economico, ma si è sentita anche l'assenza di nutrimento creativo, di occasioni di incontro e relazione.

Ardesio è un comune di circa 3 mila abitanti, è una piccola realtà valligiana nella provincia di Bergamo. Negli ultimi anni ci sono stati dei segnali davvero belli da parte delle organizzazioni locali che stanno cercando di alimentare il panorama delle proposte culturali. Il nostro territorio è ricco di una storia feconda. Il Festival Sacrae Scenae di cui ti parlo è solo alla sua seconda edizione e la prima edizione dello scorso anno è stata fatta con lo spettro del virus che incombeva.

Questo Festival è già di per sé è un'iniziativa sui generis perché è un festival del cinema specializzato in film documentaristici sulle devozioni popolari. Ed è un'idea che è nata qui perché ad Ardesio c'è il Santuario della Madonna delle Grazie, costruito in epoca barocca e completato nel '700 dopo un'apparizione di Maria a due bambine del paese nel 1607. Da quel momento è stato meta di pellegrinaggi, da tutta la Lombardia e anche da fuori.

Gli organizzatori hanno messo in piedi l'iniziativa del Festival per valorizzare questo santuario che nei secoli è diventato il fulcro di una grande devozione popolare, mai cessata.

Nello scurolo, cioé nella parte sotterranea del Santuario, c'è la zona devozionale, dove è presente un gruppo ligneo di sculture che rappresenta Maria con in braccio Gesù e le due bimbe a cui apparve. Accanto alle sculture c'è lo spazio dove sono appesi tutti gli ex voto. E ci sono anche tutti i dipinti dei miracoli che sono avvenuti per intercessione della Madonna. E' bellissimo. Da bambina io mi perdevo a guardare tutte queste scene e a leggere le iscrizioni.

SANTUARIO ARDESIO, BERGAMO

Perché in effetti anche questa forma d'arte devota e di gratitudine è una sorta di cinema ante litteram...

Sì, esatto. Sono narrativi: c'è la valanga, c'è l'uomo che è caduto dal tetto, c'è la malattia, l'incendio. Vicende più o meno eclatanti, ma ciascuna è un racconto compiuto. Tanti sono segni di ringraziamento molto semplici, per una nascita ad esempio. Quando ho parlato di tutto questo con Nadia Nespoli è nata l'idea di proporre in concomitanza col Festival un'esposizione ad hoc connessa alla storia di questa devozione popolare.

E perché l'hai proposto proprio a Nadia Nespoli?

E' un'artista con cui collaboro da un po', ho curato diverse sue esposizioni. Ma il vero motivo è che lei si è proprio specializzata in Arte Sacra contemporanea all'Accademia di Brera con una tesi sulla devozione popolare. Nadia ha accettato con entusiasmo ed è nata l'idea di costruire un muro bianco che verrà posto all'interno dello spazio espositivo. Su di esso Nadia attaccherà 300 immaginette di Maria. Lei è di Milano, ha lavorato 5 mesi per crearle. Queste immaginette sono realizzate sulla base dell'iconografia della Madonna delle Grazie di Ardesio.

Nadia ha visitato il Santuario, ha scattato delle foto alla statua lignea e ha preso anche spunto dai santini a disposizione dei fedeli. Poi ha creato 300 immaginette, dipingendole una a una. L'idea è quella di riprodurre in serie queste immagini di Maria e che, però, nel risultato finale sono una diversa dall'altra sia perché sono fatte a mano, sia perché sono state usate tecniche diverse.

E tu hai avuto modo di scambiare qualche impressione con Nadia Nespoli mentre era al lavoro?

Ho seguito passo passo il suo lavoro. Sono andata di settimana in settimana nel suo studio a Milano a trovarla e vedevo crescere questo esercito di "Marie". Lo studio era invaso di Madonne tanto che non sapeva più dove metterle. Ce ne sono di dimensioni varie, dalla piccolissima (tipo carta di credito) al formato più grande che è un A4. E tutte queste immaginette saranno appese, accostate una all'altra sul muro, proprio come succede con gli ex voto e chi visita la mostra potrà sceglierne una da portare a casa.

NADIA NESPOLI, ART

La sua esperienza è stata quella di una pittura fortemente ripetitiva ed è stata di fatto un'offerta di tempo. Nadia è credente e il suo lavoro è stato tutt'uno con la meditazione e la preghiera. Parlandone insieme associavamo la sua esperienza al rosario: anche in questa preghiera si ripete incessantemente l'Ave Maria, eppure ogni preghiera è irripetibile perché l'offerta, la concentrazione, la disposizione d'animo cambiano. E il rosario è una delle forme di devozione popolare più amate dalla gente, forse proprio la più amata.

Quando ci hai mandato le foto relative a questa mostra, mi sono incantata a guardare quella in cui Nadia Nespoli è al lavoro e da una parte ha l'immagine della Madonna e dall'altra si cimenta nella riproduzione. Pensavo a quanto sbagliamo nello screditare il verbo 'copiare'. Il mito dell'originalità dell'artista non è in contraddizione col guardare un'opera del passato e ri-farla. C'è una grande creatività che fiorisce nel partire non da una propria invenzione ma mettendosi sulle orme di quel che viene prima di noi, o no?

Certo, è un lavoro molto particolare. Quello che regge tutto è proprio l'idea di ripetizione e di tempo offerto. L'originalità è nel progetto, cioé nel senso di questa installazione. Vedere insieme queste 300 immagine trasmette un senso di forza, di piccoli gesti che uniti generano qualcosa di potente. La devozione popolare ha questa forza: la gente si unisce in preghiera in modi anche molto umili e questa unità è un'arma a disposizione del bene di tutti.

La tradizione popolare può insegnarci, proprio ora, qual è il vero senso della partecipazione e della collettività.

Infatti intuisco che il grande valore culturale di questo evento è l'opposto delle esibizioni artistiche che nascono da quel piglio astruso: "Adesso cosa ci inventiamo?". E' invece la risposta a un'esigenza e a una tradizione che il popolo ha testimoniato da sempre nel luogo dove si svolge. L'arte incarna una voce, non la inventa in astratto.

E' proprio un desiderio di comunicare con la comunità, non è un esercizio di virtuosismo. All'origine c'è un grande gesto di spirito di servizio da parte di Nadia Nespoli, che è anche lo spirito del Festival Sacrae Scenae: valorizzare quella che è l'esperienza collettiva della gente. Tra l'altro Nadia non è un'artista figurativa, c'è stato un grande sforzo da parte sua.

Negli ultimi anni la sua ricerca è proprio andata nella direzione dell'informale, della cancellazione e della frammentazione. Lei va alla ricerca del bianco e dell'assenza d'immagine, partendo da un rifiuto dell'eccesso di immagini che la cultura mediatica ci impone. Per questa nuova mostra, che è del tutto figurativa, si è messa completamente in discussione. Anziché cancellare è andata a ritrovare la figura di Maria tratto per tratto.

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