Un numero infinito di leggende circonda il calice dell'Ultima Cena, che secondo alcuni l'apostolo Giacomo portò con sé nel nord della Penisola Iberica. Quel calice, o Graal, è rappresentato sullo stemma del Regno di Galizia. Tra queste storie – una combinazione di devozione popolare, racconti apocrifi e un po' di superstizione –, c'è una tradizione lungo il Cammino di Santiago che riguarda un altro Santo Graal galiziano: un miracolo eucaristico che attira l'attenzione dei fedeli da più di 700 anni.
A circa 9 giorni di cammino da Compostela si trova il piccolo villaggio di O Cebreiro. Il suo tesoro principale è una chiesa, costruita dai monaci benedettini all'inizio del IX secolo nell'inconfondibile stile romanico iberico con tre sobrie navate, abside rettangolare e campanile.
Di fatto, però, il tesoro non è la chiesa in sé, ma quello che custodisce: il Santo Graal galiziano.
Una tradizione profondamente radicata nel nord della Spagna ci dice che in un rigido mattino invernale nel primo anno del XIV secolo, un sacerdote stava celebrando l'Eucaristia sull'altare di una delle cappelle laterali della chiesa. La neve e il vento rendevano quasi impossibile accedere alla cappella, e il sacerdote pensava che nessuno sarebbe riuscito ad andare a Messa. Per sua sorpresa, un contadino di nome Juan Santín si spostò da Baixamayor a O Cebreiro, desiderando ricevere la Comunione.
Secondo la storia, il sacerdote (che aveva perso la fede nella Presenza Reale) chiese al contadino: “Tanto sacrificio per un po' di pane e di vino?” In quel momento, il pane e il vino consacrati divennero carne e sangue, ripristinando la fede del presbitero. Il piatto con la carne sanguinante rimase in mostra per più di un secolo. La regina Isabella compì un pellegrinaggio alla chiesa alla fine del XV secolo, e ne testimoniò l'autenticità. Il miracolo eucaristico di O Cebreiro divenne famoso grazie alle storie dei pellegrini lungo il Cammino e oltre.
Il calice e la patena miracolosi sono conservati nella chiesa di O Cebreiro, in cui si trova anche un mausoleo con i resti del sacerdote e del contadino che riposano fianco a fianco. È una sosta da non perdere non solo per i pellegrini, ma anche per gli amanti delle tradizioni e delle storie medievali.