Si chiamavano “leggende metropolitane”. Erano per lo più burle colossali: gli alligatori nelle fogne di New York, il topone gigante nato a di Napoli dopo il disastro Chernobyl, le piogge di vipere per proteggere i boschi, le rapine a Roma con tecniche di ipnosi … Un po’ preoccupavano, spesso facevano ridere. Storie improbabili raccontate come vere, senza tanta malizia.
La “bufala” sulla salute è - oggi - qualcosa di diverso: di più fine, più insidioso, preoccupante e pericoloso. In era Covid è diventato eclatante come le storie inventate sulla salute possano portare a conseguenze anche gravi (se non devastanti) su comportamenti, stili di vita o scelte terapeutiche o vaccinali. La ricerca delle fonti può diventare impossibile, perdendosi in labirinti di milioni di informazioni.
La “bufala” (come spiega la nostra Accademia della Crusca) è una bugia creata deliberatamente, mascherata come verità. E’ una notizia falsa, non corretta o semplicemente gonfiata. A volte è costruita per divertimento. Molto più spesso ha un obiettivo economico e cerca di colpire qualcosa o qualcuno.
Il termine si riferirebbe all’espressione: “menare per il naso come una bufala” con il significato di portare dove si vuole il proprio pubblico tirandolo per l’anello al naso come buoi e bufali.
Altra spiegazione sarebbe quella legata all’abitudine di alcuni macellai dell’Antica Roma di vendere carne di bufala per maiale o vitello (decisamente più pregiata).
La “bufala” oggi internazionalizzata come notizia “fake” è un’alternativa spesso decisamente più affascinante della realtà. E’ più misteriosa, più intrigante, più affascinante ed ha sicuramente più appeal della versione reale. A volte è assolutamente in contrasto con il buon senso e può essere contro ogni evidenza (scientifica o anche solo socialmente condivisa): basti pensare alle “scie chimiche” degli aerei; ai microchip installati sottocute per controllare le popolazioni; alla terra piatta.
Il fenomeno è assolutamente attuale per due motivi: la possibilità di diffusione delle notizie (legata ai new media, a Internet, al moltiplicarsi di siti, blog, giornali online e altri canali indipendenti e incontrollati); un pubblico sensibile e recettivo (anche troppo).
Cento anni fa esisteva solo la carta stampata. Poco dopo sarebbe arrivata anche la radio. Allora le “false verità” si potevano raccontare all’orecchio del vicino (friend to friend). E morivano a pochi passi.
Oggi la cassa di risonanza è mondiale. Sono quattro miliardi le persone che hanno accesso a Internet: leggono, commentano, scrivono, aggiungono storie, a volte fantasie. Tutti online: compreso il famoso aborigeno australiano (caro a Corrado Guzzanti) che sta dall’altra parte del mondo.
Le domande che vengono fatte dai pazienti sono praticamente sempre le stesse. Arrivano per e-mail, whatsapp, per telefono o, direttamente, in ambulatorio o in Day Hospital. Qui alcune tra le più ricorrenti:
Ho le vene varicose. Devo fare il vaccino a mRNA. Corro rischio di trombosi?
Chi ha le varici (e soprattutto non ha problemi di coagulazione) non corre alcun rischio nel fare il vaccino, compreso quello a mRNA.
Al rischio di trombosi mi piace rispondere in un determinato modo, ampiamente condiviso su siti Internet (abbastanza affidabili) e più volte ascoltato in programmi scientifici alla televisione.
Il rischio di trombosi venosa a seguito di assunzione di pillola anticoncezionale (estro-progestinica) è migliaia di volte superiore a quello del vaccino anti-Covid a mRNA (dato scientifico). Peraltro non esiste nessuna terapia e nessun vaccino che non abbia effetti collaterali. In questo caso i benefici superano di gran lunga i rischi (dato scientifico).
L’Istituto Paul Elrich (Francoforte) ha registrato 7 casi di Trombosi Venosa cerebrale (TVC), associata a trombocitopenia, in relazione temporale con vaccinazione. Si tratta di eventi estremamente rari: 7 su 1,7 milioni di pazienti (dato scientifico).
Estrapoliamo questi numeri in contesti differenti: ogni anno muoiono 150 persone per caduta di noci di cocco (dato da approfondire). In tutto il mondo, ogni anno, dieci persone sono vittime di attacchi mortali di squali (dato affidabile)
Solo negli Stati Uniti i fulmini colpirebbero ogni anno dalle 50 alle 100 persone (con una media di 82). Vengono riportati in rete anche decessi da impatto con meteorite (assolutamente inaffidabili). Pare che in tutta la storia documentata ci sia solo un caso di morte per “caduta di meteorite sulla testa”.
Devo essere operato di tiroide. Devo fare il vaccino. Quali rischi corro?
L’unico rischio è quello di prendersi il Covid prima di entrare in ospedale. E’ bene fare il vaccino e poi ricoverarsi. Prima dell’ingresso è necessario – comunque – fare il tampone. Qualche anestesista farebbe aspettare tre settimane dal vaccino prima di fare un intervento in elezione (scelta su basi scientifiche deboli, dibattuta).
Sono stato vaccinato. Ho fatto anche la dose di richiamo. Posso girare tranquillamente in ospedale perché non posso contagiare né essere contagiato.
Falso. Chi è protetto dal vaccino può essere tranquillamente portatore sano e trasmettere infezione e malattia. E’ per questo motivo che vengono fatti i tamponi anche ai vaccinati che devono entrare in luoghi comunitari (ospedali, RSA, aerei...). Chi è vaccinato – peraltro – può sviluppare la malattia, anche se in forma molto più contenuta.
La domanda più seria e più grave (anche perché alcune volte fatta da medici) è quella della possibile interazione dell’mRNA con il codice genetico e quindi la possibilità di trasmettere malformazioni con la procreazione.
Non c’è nulla di più falso. Questa è probabilmente la madre di tutte le fakes sui vaccini anti-Covid. RNA e DNA sono due codici diversi. Non si parlano. L’mRNA somministrato con la vaccinazione non può entrare nel nucleo cellulare (scrigno del DNA/geni) ed inserirsi nel patrimonio genetico umano . Inoltre, sia l’mRNA del vaccino, sia le proteine prodotte nelle cellule vengono rapidamente eliminate dall’organismo, dopo aver stimolato la protezione immunitaria verso il coronavirus.