Viviamo in un mondo circondato da spiriti la cui trascendenza è constante, ma più in là delle costellazioni e delle stelle, esiste un universo celeste i cui abitanti sono gli spiriti puri, ossia gli angeli, creature fuori dalle dimensioni temporali normali e che non un corpo umano.
Questi spiriti puri sono innumerevoli. Le Sacre Scritture lo ripetono molte volte, in varie occasioni fanno riferimento a questa caratteristica essenziale della purezza di questi spiriti, chiamandoli angeli, dal Deuteronomio, che li definisce ‘le sante miriadi’, sino all’Apocalisse che evoca le ‘moltitudini riunite intorno al Trono’ di Dio.
Talmente è forte l’esistenza di questi spiriti invisibili celestiali, che i filosofi greci Platone e Aristotele, li concepivano tutti in funzione di reggitori del cosmo.
Questo mondo degli spiriti non dovrebbe essere una semplice questione di dimensione, considerando che si trovano fuori dallo spazio e dal tempo. Sono stati, sono e saranno sempre in modo permanente, cioè eterno come lo stesso Dio, e in qualche maniera sono anche definiti gli spiriti di Dio, che noi solamente conosciamo con il nome generico di angeli. Per penetrare nella conoscenza degli angeli abbiamo bisogno di una buona metafisica filosofica e teologica.
Le Sacre Scritture poco ci raccontano di questi spiriti celesti, e ci dicono che sono spiriti puri. Dio li invia in occasione delle missioni che compiono in questo mondo come ‘messaggeri’ dell’Altissimo. Vengono all’improvviso, così che possiamo capire perché li vediamo apparire e poi scompaiono senza che abbiamo alcuna notizia sui loro pensieri, ma è indubbia la loro presenza nel mondo fisico come in quello spirituale. Essere angeli, significa non avere un corpo umano: sono incorporei, e per questo invisibili a noi sebbene in determinate circostanze possono apparire in forma umana.
Questi spiriti invisibili, incorporei, di natura immateriale giocano un importante ruolo cosmico in questo universo celeste, e i loro spostamenti rappresentano un continuo peregrinare tra gli interspazi. Walter Witman, poeta americano, ricorda alcuni versi biblici che li riguardano, e in una opera sul cosmo, definisce gli angeli “soffio divino di Dio”, e narra con allegorie e metafore della grande bellezza, che “questo soffio divino, … si posava sopra le piante delle praterie, e mettevano in fuga, intorno alla sua casa dell’Arizona, i coyote notturni”. In una sola parola, “gli angeli in azione” in terra americana.
Questa sublime allegoria che fa il poeta americano, però, non ci deve meravigliare, perché secondo san Giovanni, il veggente di Patamos, gli angeli governano abitualmente il fuoco, le acque e i venti, le tormente e gli uragani.