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Rischia di morire per trombosi. Si rialza e fa il Cammino di Santiago

MARIKA CIACCIA,
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 27/04/21
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A Marika Ciaccia viene diagnosticato una trombosi venosa profonda e un’embolia polmonare gravemente invalidanti, ma lei è stata più forte e coraggiosa della sua malattia. Nel suo libro racconta come il Cammino di Santiago le ha cambiato la vita.

Abbiamo letto tutto d’un fiato il libro di Marika Ciaccia “La felicità ai miei piedi. L'avventura di una trekker per caso", Edizioni Terrasanta, un piccolo volume denso di suggestioni, oltre che di stimoli a riflettere sui nostri valori ed obiettivi esistenziali. 

È il primo libro della blogger di mylifeintrek.it, una delle più popolari influencer di trekking su Instagram e YouTube. Marika è un'appassionata Guida Ambientale Escursionistica che organizza trekking sulle montagne di tutta Italia.

Questa frase del Prologo suona come un anticipo dello snodo dell’opera:

L’adolescenza dell’autrice viene descritta come un periodo caratterizzato da uno spiccato istinto alla ribellione, insofferenza per alcune dinamiche familiari, incluse modalità educative basate essenzialmente sulla disconferma ed il rimprovero -  che non la facevano sentire compresa ed accettata così com’era. 

In questa palude esistenziale, in cui oggi si dibattono purtroppo tanti ragazzi, interviene un fattore di disturbo che si rivelerà invece motore di importanti sviluppi. A rimescolare le carte ci pensa la trombosi venosa profonda di una gamba che la costringe a confrontarsi con la malattia ed il rischio di morire, in quanto il quadro clinico si complica con una pericolosa embolia polmonare. 

Alla dimissione tra le altre indicazioni le viene consigliato di camminare per recuperare dalla forzata inattività a cui era stata costretta, e migliorare più stabilmente la circolazione sanguigna.

Da quel momento si è accesa una lampadina inaspettata:

Marika gradualmente abbandona i percorsi sui marciapiedi e nelle piazze e comincia a camminare nella natura...

Inizia ad appassionarsi alle camminate in montagna che diventano come boccate di ossigeno per sopravvivere alla routine, e a raccontare le sue passeggiate sul web attraverso il suo canale YouTube My Life in Trek e l’omonimo sito mylifeintrek.it per aiutare le persone a riscoprire la natura e rigenerarsi attraverso di essa. 

Marika intanto aveva iniziato a lavorare come assistente alla poltrona in uno studio dentistico, ma rapidamente si rende conto che non è una vita in grado di farla sentire “viva”:

È a questo punto che Marika dà una svolta definitiva al suo futuro:

L’esperienza si rivelerà molto impegnativa e formativa per “liberarmi del fardello che portavo sulle gambe e nel cuore da tanto tempo”, e le permetterà di incontrare meravigliosi compagni di viaggio, con alcuni dei quali ha stabilito una profonda e duratura amicizia.

Da quel momento è iniziata una escalation di avventure e viaggi straordinari come quello fatto nelle Montagne Arcobaleno del Perù che le ha permesso, anche grazie ad una arrampicata portata a termine fino ai 5000 metri,  di aumentare la fiducia nelle sue possibilità fisiche a dispetto del  minaccioso precedente dell’embolia polmonare.  

La sua enorme passione, che ha richiesto grande impegno e sacrifici, si è naturalmente trasformata in una professione: Guida Ambientale Escursionistica, e questa attività insieme alla community che ha creato e riunisce migliaia di persone che condividono il suo stesso entusiasmo per il trekking in mezzo alla natura, la fa sentire realizzata e viva, ma mai arrivata ad un traguardo stabile e definitivo. 

In questo percorso per trovare il suo “sentiero” ha incontrato molti approfittatori, persone che sotto una parvenza di disponibilità e comunanza di ideali, si muovevano solo per interessi materiali o di autopromozione egoistica. 

L’invito che Marika rivolge specialmente ai giovani è quello di non fossilizzarsi in una zona di comfort, che alla fine isterilisce e svuota di qualunque entusiasmo, ma cercare di guardarsi dentro per scoprire le proprie passioni e cercare di realizzarle attivamente con coraggio. 

Tornando all’emozionante esperienza del Cammino Marika Ciaccia riflette per chiarire il senso che per lei ha rappresentato:

Un avvertimento per non far diventare anche il Cammino un vuoto peregrinare, una routine ammantata di fascino superficiale e modaiolo, in assenza di una meta autentica a cui tendere.

LA FELICITA' AI MIEI PIEDI,