Suor Ann Rose Nu Tawng, la suora che ha fermato l'esercito in Myanmar, crede «che Dio si sia servito di me. Lo Spirito Santo mi ha dato la forza di affrontare da sola i militari armati».
In un'intervista esclusiva al settimanale Famiglia Cristiana, Suor Ann Rose, 44 anni, spiega cosa è accaduto quello storico giorno: il 28 febbraio 2021. Si era nel cuore delle proteste nel suo Paese, il Myanmar. Stavano morendo tanti giovani negli scontri con l’esercito. Così disarmata, la suora si è inginocchiata due volte di fronte ai militari schierati nel centro della sua città, Myitkyina, nel Nord del Myanmar. «Uccidete me, non la gente!», l’ha ripetuto più volte, tra le lacrime.
L’8 marzo la scena si è ripetuta: “sorella coraggio” ha di nuovo affrontato disarmata i poliziotti. La prima volta, nonostante due sassi che l’hanno colpita al petto, la sua mediazione ha avuto successo, la seconda no: due persone hanno perso la vita.
Suor Ann Rose, che lavora come infermiera nella clinica diocesana di Myitkyna in Myanmar, e fa parte della Congregazione di San Francesco Saverio, è diventata l'icona delle proteste in Myanmar.
«Da quando la Giunta militare ha preso il potere, nel 1962 - spiega suor Ann Rose - il nostro Paese ha fatto molti passi indietro dal punto di vista sociale, educativo ed economico, ma i governanti hanno cercato di farci credere che il Myanmar andasse meglio. Non vogliamo che questo riaccada di nuovo».
Secondo la suora, si può uscire dalla guerra civile in Myanmar in un solo modo: «La violenza deve finire, i capi religiosi e politici dovrebbero incontrarsi e dialogare. Credo che il dialogo e il perdono reciproco siano alla base di un Paese felice e democratico. Mi affido a Dio perché ci guidi Lui».
In Myanmar sono state molto apprezzate le parole di Papa Francesco pronunciate il 17 marzo. «Anche io mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza».
«Questo sentimento di condivisione del Papa - dice la suora icona delle proteste i Myanmar - ci ha colpito e rafforzato. Perciò anche io chiedo: continuate a pregare per il nostro Paese e ad aiutarci, ne abbiamo molto bisogno!».
E ora dai cristiani di altri Paesi si aspetta un aiuto collettivo verso il Myanmar. «In Italia avete fatto tanto per informare la gente su quanto accade qui. So che pregate per noi e vi siete mobilitati. Noi da soli non ce la faremo a uscire da questa situazione complessa. Per questo ci appelliamo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà».